
Due sigle organizzatrici: Assemblea della Statale (studenti) e «Fronte Palestina». E questo gruppo, che nel nome si richiama alla «lotta internazionalista», è lo stesso che promuove la cacciata della Brigata ebraica dal corteo del 25 aprile, e lo ha già fatto fra l'altro con un documento delirante nella cui versione on line compariva una foto eloquente come poche: un gruppo di miliziani armati (probabilmente militanti del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina) e la scritta: «Al fianco dei partigiani palestinesi».
L'appuntamento in Statale è intitolato «Cambia Giro. La Palestina e il Giro d'Italia» e parte dal pretesto della «Corsa rosa» per innestarsi nel filone di odio in cui si incontrano non solo i «boicottatori» di Israele, ma gli estimatori della «rivolta palestinese». E a Milano l'odio anti-sionista ha dato ampia prova di sé a dicembre, nel corso dei cortei «per Gerusalemme» in cui sono risuonati indisturbati anche slogan antisemiti. In via Festa del Perdono, si partirà dal No al Giro in Israele per passare a materiali di «informazione», video sulla «rivolta in corso» e domande di questo tipo: «Come lo sport può essere utilizzato per giustificare un'oppressione?».
Un evento del genere, ovviamente, suscita
preoccupazione, nel mondo ebraico e non solo: «Molti non capiranno la
gravità di questo evento ospitato dall'università milanese - commenta
Davide Romano, portavoce della sinagoga Beth Shlomo - ma se in Francia
abbiamo visto le tante aggressioni agli ebrei, gli attentati dei
kamikaze e le bombe stragiste, è anche perché la società civile aveva
acceso la miccia dell'odio, accogliendo a partire proprio dalle
università questi pensieri fanatici di chi vuole cancellare Israele, gli
ebrei e l'occidente intero. Faccio appello al magnifico rettore
affinché annulli il convegno e insieme a lui faccio appello alle
autorità politiche nazionali, regionali e cittadine perché condannino la
manifestazione e chiedano di cancellarla, prima che diventi un problema
di sicurezza per tutti». «L'Università - rimarca Roberta Vital,
dell'Osservatorio Solomon contro le discriminazioni, consigliera
dell'Associazione delle donne ebree d'Italia - dovrebbe educare al
rispetto della convivenza e della democrazia, attraverso dialogo e
confronto, non con occasioni di odio e discriminazione senza
contraddittorio». «La difesa dei palestinesi - aggiunge - non dovrebbe
avere come obiettivo l'eliminazione di uno Stato democratico, ma cercare
nella democrazia la soluzione». Vital vede i pericoli di una «ideologia
che scomoda valori universali» per «incitare all'odio» di uno Stato
descritto come un «male assoluto da eliminare», quando «al contrario
offre esempi, come all'università di Haifa, di integrazione e convivenza
tra ebrei e arabi israeliani».