McQuaid non perdona: Basso non merita sconti di pena
| 12/05/2007 | 00:00 "Per dieci mesi ha mentito al ciclismo, ai media, ai tifosi, agli sponsor, alla sua squadra: Ivan Basso non merita sconti. Sta collaborando con la giustizia sportiva italiana? Ed è collaborazione confessare dopo mesi?". E' un Pat McQuaid nervoso e tesissimo quello che in una conferenza stampa organizzata prima della partenza del Giro d'Italia tenta di spiegare il punto di vista della federazione internazionale sullo scandalo che ha di nuovo gettato fango sul ciclismo.
Il presidente dell'Uci è severissimo con il corridore italiano: "Siamo sempre stati convinti che lui entrasse nell'Operazione Puerto. Ora aspettiamo il procedimento dedl Coni con fiducia, anzi complimenti alla Procura Antidoping per aver lavorato in questi mesi per cercare la verita", ha concluso McQuaid.
''Il ciclismo non merita questo trattamento - ha continuato quasi furioso il presidente irlandese della federazione internazionale - ora spettiamo con fiducia l'operato del Coni. Se le decisioni sulle sanzioni non saranno di nostro gradimento ci appelleremo al Tas''. Mc Quaid, in evidente difficolta' di fronte alle domande sulle responsabilita' dell'Uci sui guai del ciclismo moderno ha poi tentato una difesa drastica: ''Nessuna colpa, assolutamente - riferendosi all'Operazione Puerto che vede anche coinvolto l'ex ds della Liberty lo spagnolo Manolo Saiz, per anni braccio destro del suo predecessore, l'olandese Verbruggen - Sconti di pena se uno collabora? Non capisco e non sono daccordo. Basso non ha avuto nessun rispetto per la lotta al doping, non c'e' un motivo per uno sconto''.
Mc Quaid ha poi confermato che l'Uci e' in possesso delle 6 mila pagine complessive della operazione Puerto, e che l'avvocato spagnolo che cura gli interessi dell'Uci nell'appello alla magistratura spagnola sta esaminando le carte per estrarre i documenti piu' importanti. Un vero e proprio scontro con la stampa c'e' stato alla domanda sul perche' il Coni sia riuscita laddove l'Uci ha fallito, cioe' andare avanti nelle indagini e incastrare Basso: ''L'Uci non ha il potere di fare inchieste, e solo il Coni puo' collaborare con la polizia'', ha proseguito. ''L'Uci essendo una realta' sovrannazionale non ha il potere di avviare incheiste dirette sulla falsariga di quanto ha fatto il Coni in Italia'', ha poi insistito l'addetto stampa della federazione internazionale Enrico Carpani. ''Abbiamo trasmesso gli atti alla federazione italiana dell'inchiesta Fuentes che sono poi stati trasferiti al Coni. Ed ecco le nuove indagini.
Analogo intervento e' stato effettuato con la federazione spagnola,
compresa l'invio di una lettera al ministro Lissavetsky, ma tutto questo non ha sortito nessun risultato''. Questo secondo spiega perche' in Italia si e' giunti al risultato e i complimenti al Coni. L'Uci ha anche coinvolto in questa vicenda il Cio, ma tale azione non ha portato a nessun risultato.
Luca Prosperi
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