SAN JUAN. Richeze: «La bici? Una questione di famiglia»

PROFESSIONISTI | 27/01/2018 | 08:00
Maxi è il più conosciuto perché fa parte di un team World Tour e ha saputo anche vincere, come nei giorni scorsi, ma è solo uno dei Richeze in sella. Alla Vuelta a San Juan stanno partecipando quattro dei fratelli Richeze, dal più grande al più piccolo: Maximiliano (Quick Step Floors), Mauro e Adrian (ACA Virgen de Fatima) e al seguitò c'è papà Omar, "colpevole" di aver trasmesso a tutti l'amore per il ciclismo portando i figli a vedere qualche gara quando erano piccoli.

«Non è la prima volta che corriamo assieme, tre anni fa la famiglia era al completo perchè anche Roberto, il maggiore, che ora ha smesso, aveva il numero attaccato alla schiena. È sempre bello ritrovarsi e poter chiacchierare in corsa. Alle prime occasioni c'era un po' di preoccupazione, soprattutto quando capitavano delle cadute perchè era normale cercarsi e controllare che anche loro non fossero coinvolti» racconta Maxi, vincitore della quarta tappa.


«Abbiamo tutti corso in Italia. Io e Roberto nella squadra di Under 23 di Rossato, che all'epoca si chiamava Bici Bassano finchè io sono passato e lui ha continuato tra i dilettanti. Mauro ha militato nella squadra di Fortunato Cestaro per poi passare alla Panaria con Reverberi. Adrian, il minore di noi, ha corso anche lui con Mirko. In Argentina ci sono corridori interessanti, ma qui a San Juan voi vedete l'eccellenza a livello organizzativo, da altre parti ci sono poche corse e possibilità per emergere. Trasferirsi in Europa è fondamentale per un sudamericano che vuole sfondare nel ciclismo che conta. Noi siamo stati fortunati ad avere la possibilità di venire in Italia e di avere genitori che ci hanno sempre supportato, nonostante il sacrificio di avere i figli dall'altra parte del mondo non sia facile da digerire».


Maxi è un punto di riferimento per i giovani ciclisti argentini, che riconoscono in lui uno che ce l'ha fatta: «Per me è un piacere dar loro consigli e aiutarli, per quanto posso. Abbiamo ragazzi interessanti come Nicolas Tivani, uno che ha le idee chiare, e promesse che vengono dalla pista come Thomas Conte, già secondo al mondiale juniores, che sta preparando le olimpiadi e sarà un buon corridore anche su strada. Io penso di poter correre ancora 4 anni ad alto livello, poi mi piacerebbe mettere la mia esperienza a disposizione dei ragazzi del mio paese che hanno bisogno di una guida».

da San Juan, Giulia De Maio

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