BALDINI, GLI 85 ANNI DI UN CAMPIONE UNICO

COMPLEANNO | 26/01/2018 | 07:00

Per capire che razza di campione sia stato Ercole Baldini, che oggi taglia l’invidiabile traguardo degli 85 anni, basta un dato: è l’unico nella storia del ciclismo ad aver messo in bacheca un oro olimpico, un titolo mondiale e un grande Giro. A completare questa collezione invidiatagli anche dai più grandi, a cominciare da Coppi e Bartali per finire a Merckx, ha fatto in fretta: tre stagioni appena, dal 1956 al 1958, tanto da far pensare a un nuovo Campionissimo. D’altronde l’uomo era così veloce da meritarsi il soprannome di ‘elettrotreno di Forlì’: in un’epoca di aironi e aquile, più che svolazzare lui correva forte.


Per capire che razza di uomo sia Ercole Baldini, unico forlivese ad esser salito su un podio olimpico, basta averlo frequentato: educato e gentile con tutti, mai ha fatto pesare il peso della sua statura sportiva. Un galantuomo che si è sempre rivolto con il ‘lei’ a chi incontrava per la prima volta, secondo un galateo che col tempo non gli è mai venuto meno. ‘L’ho conosciuto quando ho cominciato a correre e mai l’ho sentito parlare di ciò che ha fatto: si è sempre comportato come un qualsiasi ex, senza dar l’idea del fenomeno che è stato’, conferma Davide Cassani, il ct romagnolo della bici.


Per raccontare chi sia stato Baldini nella storia del ciclismo, basta scorrere gli almanacchi: dentro ci sono anche maglie tricolori e iridate su strada e in pista, primati dell’ora e quel Gran Premio delle Nazioni che all’epoca sceglieva il miglior specialista al mondo della crono. Trionfi che in più di un caso hanno avuto il sapore dell’impresa. Come il record dell’ora, firmato da dilettante e tolto nientemeno che ad Anquetil. O come il Giro, vinto in salita davanti al migliore degli scalatori dell’epoca, Charly Gaul. O, ancora, come il Mondiale di Reims, quando uscì dal gruppo a 250 chilometri dal traguardo, strada facendo risucchiò Bobet e Nencini e andò a festeggiare da solo. Non c’era mai nulla di normale nelle sue vittorie: giusto che due anni fa, per questo, abbia avuto un posto nella Hall of Fame, la casa della gloria del ciclismo.

Per raccontare chi sia Baldini basta metter piede nella sua casa di Villanova, alle porte di Forlì: lì è sorto un museo con maglie e ricordi di un uomo che nel ciclismo è stato anche presidente dei corridori, guida della Lega e pure artefice di grandi team, perché fu lui a spingere Squinzi ad aprire l’epopea Mapei. Tra quelli che sono andati ad incontrarlo di recente anche Gualberto Gennai, emigrato dell’isola d’Elba che nel ’56 a Melbourne, dopo il trionfo olimpico del forlivese, non esitò a cantare l’inno di Mameli quando si accorse che l’organizzazione non trovava il disco. Un episodio che dalla cronaca si è trasferito subito alla storia, un episodio che, come tanti altri, fa di Baldini un personaggio unico.

Angelo Costa, da Il Resto del Carlino del 26 gennaio

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COMMENTI
Video delle imprese di Ercole
26 gennaio 2018 12:33 Piccio
Ercole Baldini è l'atleta che mi ha stupito e fatto sognare negli anni 50, non ho mai saputo dell'esistenza di un video a lui dedicato che racconti e presenti le sue storiche imprese.
Vivendo all'estero, da allora, può darsi che ne abbia perso traccia, mi piacerebbe includere la sua storia nella mia videoteca.

26 gennaio 2018 13:34 canepari
Per raccontare chi sia stato Baldini nella storia del ciclismo basti ricordare il Baracchi del 4 novembre 1957, quando Coppi non andava forte….ma lui non disse mai niente per non sminuire il Campionissimo. Oppure ricordare quella volta che nella crono di Viareggio al Giro del 1958, spedì fuori tempo massimo 60 (sic) corridori.
Per raccontare chi è Baldini come uomo bisogna raccontare di una cronoscalata ad ingaggio Sallanches – Mont d’Arbois. Era il 1958 e il patron, monsieur Jobert , pur credendo poco nelle sue qualità di grimpeur, volle scritturare Ercole per portare sul percorso un po’ di pubblico italiano dalla vicina Val D’Aosta. Nonostante la scarsa considerazione, Baldini arrivò magnificamente secondo dietro a Gaul. Dopo poche ore Jobert gli consegnò una busta con l’ingaggio. Siccome c’erano molti più soldi del pattuito Ercole disse all’organizzatore che si era sbagliato. Al chè con un sorriso, Jobert gli rispose: “Monsieur Baldini, lei quei sodi se li merita tutti. Infatti poteva farsi la sua corsa in pianura e poi ritirarsi o caracollare fino all’arrivo. Nessuno le avrebbe contestato niente….Invece ha corso fino in fondo molto bene, onorando la competizione e creando entusiasmo nel pubblico che ha pagato il biglietto. E io questo ho considerato incrementando il dovuto”. Esistono ancora dei galantuomini così nel mondo del ciclismo???


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