UN PUFF DA KO

TUTTOBICI | 19/01/2018 | 07:00
Non potevamo finire peggio l’anno, e temo che l’inizio non potrà essere tanto diverso. Altro che puff, questo è un colpo da KO, che ha mandato al tappeto il corridore più rappresentativo del ciclismo mondiale, quel Chris Froome che ha fatto suoi quattro Tour de France, una Vuelta e adesso ha nel mirino il Giro d’Italia. Positivo al salbutamolo alla 18a tappa della Vuelta. Il fuoriclasse britannico - dati alla mano - ha fatto ricorso a dosi massicce della sostanza, un broncodilatatore, principio attivo del Ventolin. Troppo dosaggio, per curare l’asma che da sempre tormenta il keniota bianco. Per la Wada e per l’Uci vi si può fare ricorso, ma senza esagerare, fino a 1.000 nanogrammi per millilitro: Froome ne ha fatti registrare 2.000. La posologia tradizionale parla di 8 puff al giorno, per toccare la quota di 1.000 ne servirebbero 16, per arrivare a 2.000 più di trenta. Ora il corridore e il suo staff devono disputare la corsa più difficile: dimostrare che il metabolismo di Froome ha mal digerito quel giorno il farmaco, reagendo in maniera differente per l’impatto della disidratazione sull’escrezione urinaria. Ora la Fondazione antidoping indipendente, incaricata dei controlli per l’Uci, ha trasferito tutto al servizio giuridico antidoping della Federciclo internazionale. Sono stati nominati due esperti, chiamati a scambiarsi informazioni con i legali di Froome e del Team Sky. Il corridore si sottoporrà a Losanna a test di laboratorio, dove saranno ricreate le condizioni di gara, per verificare le reazioni fisiologiche dell’atleta dopo aver fatto nuovamente ricorso ai puff di Ventolin. Non so come possano ricostruire in laboratorio le condizioni di gara, sia a livello climatico (pioveva), che di fatica (si era alla 18a tappa, dopo quasi tre settimane di corsa durissima): il team britannico è convinto di poter dimostrare la buonafede fisiologica di Froome, io un po’ meno. Probabile che alla fine di questo iter, il servizio antidoping decida di accogliere le spiegazioni dei periti di parte e considerare pulito l’atleta, oppure proporre per lui una sanzione anche seppur per negligenza (caso Ulissi). Il rischio? Che questa brutta faccenda duri troppi mesi. Il nostro movimento non può permetterselo.

FERMARSI. Ci sono alcune cose di questa vicenda che mi lasciano in ogni caso basito. Intanto la grande riservatezza mantenuta, caso più unico che raro. Il fattaccio è stato nascosto a regola d’arte fino a metà dicembre. Ricordiamo che la notizia della positività arriva allo staff del corridore il 20 settembre scorso, ma viene tutto silenziato, tanto che la notizia dell’anomalia del controllo arriva solo il 13 dicembre, a controanalisi già effettuate. Per il caso Ulissi, la Lampre di Saronni aveva sospeso in via precauzionale il corridore. La Sky, che come tutti i team di World Tour ha al proprio interno un codice etico (viene inviato anche alla Ernest Young, la società di controllo), non ci ha minimamente pensato. Fermarlo sarebbe stato un segnale di grande rispetto e di assoluta serietà da parte di un team che fin dal suo ingresso nel mondo del ciclismo si era fatto paladino del ciclismo pulito. Pensavo che anche questo facesse parte dei “marginal gains”.

SEMAFORO ROSSO. Ma qualcosa deve fare anche l’Uci. Se siamo a questo punto, molto dipende anche da lei. Manca chiarezza, troppe le zone d’ombra, tantissima la confusione: spero che il nuovo presidente David Lappartient ci metta presto mano. I grandi burocrati di Aigle spaccano il capello in quattro quando vogliono, con i loro semafori rossi, gialli e verdi per assegnare o meno le licenze, seguendo le linee guida che sono date da un buon comportamento sotto l’aspetto sportivo, economico, organizzativo ed etico. Domanda: ma come hanno potuto dare la licenza al Team Sky, senza che Brailsford si sia nemmeno presentato davanti alla commissione delle licenze dell’Uci? Un caso di questo tipo è davvero acqua fresca? È talmente acqua fresca che Froome rischia seriamente di perdere la Vuelta e di vedersi comminare almeno qualche mese di sospensione. Se la Sky l’avesse fermato subito, oggi potrebbe vantare un presofferto che gli avrebbe fatto molto comodo, dato che ora la squalifica scatterebbe dal momento in cui il britannico venisse sanzionato. L’Uci manda semafori rossi a iosa: basta che un corridore, anziché disputare 85 giorni di corsa all’anno (per gli studiosi dell’Istituto Superiore dello Sport di Losanna, oltre questo numero di corse c’è il forte rischio di ricorrere al doping) ne fa 91 ed il team rischia un richiamo formale, che vale un’ammonizione. Per un caso di positività al salbutamolo, invece, si fa spallucce. Sky favorita? Se si fa così, diventa davvero difficile non pensarlo.

BASTA VENTOLIN. Detto ciò, vedremo come andrà a finire questa tristissima e intricata vicenda. Ma il punto sta proprio nel fatto che è intricata, poco chiara, e il ciclismo mai come adesso ha bisogno solo di chiarezza. Non voglio entrare in ambito farmaceutico, non m’interessa e non sono nemmeno in grado di poterlo fare. Ma un’idea molto basica me la sono fatta. Il Ventolin non fa male, e non cambia la prestazione di un atleta? Che se ne discuta, ma si arrivi una volta per tutte a formulare un regolamento meno bizantino. Se si accetta il limite dei 1000 ng/millilitro, che si tolga la possibilità di ricorrere al laboratorio per dimostrare la propria estraneità: hai 2.000 ng/ml? Scatta la qualifica. Punto. Invece no, tutti con il fiato sospeso, come se l’asma ce l’avessimo tutti. Ecco, sento il bisogno di aria pura, chi ha il fiato corto si fermi, come un Aru con la bronchite (ha perso il podio del Tour) o un Nibali punto da una vespa (ha perso da Horner la Vuelta). Froome e tanti altri come lui soffrono di asma? Problemi loro, e meglio per tutti: è una variabile che renderebbe più spettacolare e incerto il nostro sport. Sul più bello il fiato si fa corto; come una gomma che si sgonfia e un mal di pancia che ti fa andare per i campi. Al grido di: Basta Ventolin per tutti! È il ciclismo che deve tornare a respirare.

Pier Augusto Stagi, editoriale da tuttoBICI di gennaio

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COMMENTI
NON DIMENTICHIAMO
19 gennaio 2018 09:02 Pinolo
Gentile signor Stagi sono d%u2019accordissimo con lei.... ma non dobbiamo dimenticare il caso Taliani di pochi mesi fa.... 4 anni, dico 4 anni per 0,6 nanogrammi di uno spray nasale per lo più consentito... lo so Taliani non è Froome non è Ulissi ma è un ragazzo che credeva in questo sport come tanti altri giovani. E allora ripeto, la giustizia sportiva è uguale per tutti ? E le chiedo, perché voi giornalisti non mettete in risalto queste ingiustizie ? Un ultima domanda, ma l%u2019androni, squadra in cui correva Taliani perché non entra in merito come società danneggiata? Eppure tutto questo è accaduto e sta accadendo in questi giorni.... Come si fa a dimenticare... grazie..

Due pesi e due misure.
19 gennaio 2018 11:04 Bastiano
Con la politica che sta seguendo l'UCI ed il team SKY, si fa solo il male di questo movimento.
Se mettiamo una regola e la applichiamo per alcuni, poi non possiamo fare i distinguo quando è il momento di applicarla ai potenti, Stop.
Invece questo caso, è un concentrato di accezioni che ci dimostra che il peso di un team oppure di un nome famoso, può usufruire di tutt'altro trattamento.
Le regole dello sport stanno naufragando e questa è una partita sulla credibilità del ciclismo, non sulla positività (certa!) di Froome.

Quanta ingiustizia
19 gennaio 2018 11:24 Luas
La penso come il signore che ha scritto sopra... se un corridore poco famoso viene pescato.. come minimo si prende 2 anni . Molto spesso invece ci sono corridori diventati vittoriosi e famosi per le regole non rispettate essendo in un Team potente. Io mi auguro che siate voi giornalisti a smascherare questi casi e a mettere il fiato sul collo all Uci che secondo me sta cercando di insabbiare il caso altrimenti avrebbe già fermato il corridore

caro direttore
19 gennaio 2018 12:31 servis68
ma cosa vuol dimostrare froome? che i problemi ai reni hanno determinato quella concentrazione di prodotto?? ah si??? e allora dimostrasse pure come uno con i reni che funzionano male, in preda ad un attacco di asma acuto possa fare tranquillamente una tappa di montagna alla vuelta, e staccare pure i propri avversari in classifica..è una cosa che definire schifosa è dire poco

quante volte?
19 gennaio 2018 15:48 bici52
Per una corretta e completa informazione , si può sapere se, essendo in maglia di leader, la tappa precedente la 17 e la tappa seguente la 19 Frome è stato controllato? e se si con che risultati? detto questo la diversità di comportamenti nelle procedure è palese.auguriamoci, ,per il ciclismo, che ci sia una spiegazione scentifica.

19 gennaio 2018 20:02 servis68
una riflessione..bisogna rassegnarsi all'idea che froome "DEVE" vincere per forza un po come succedeva ai tempi di armstrong.. altrimenti non sarebbe possibile spiegarsi perchè mai sia stata annullata la tappa del tour de france nella quale froome ha tamponato la motocicletta e poi si è messo a correre a piedi abbandonando la bicicletta rotta (cosa tra l'altro proibita)..gli incidenti di corsa sono sempre avvenuti, fanno parte del gioco...altrimenti dovrebbero annullare tutte le tappe nelle quali ci sono cadute che possono falsare la classifica, il che è ridicolo...ma no, che sia mai, se tocca a froome si annulla la tappa..le controanalisi confermano la positività?? si da notizia come è sempre successo...ah no in questo caso il massimo riserbo, tutto tenuto nascosto, altrimenti il signor froome non potrebbe correre con serenità e sopratutto gli si da il tempo (a lui e alla sky) di creare una teoria difensiva con calma..cosa che non sarebbe potuta accadere se la notizia fosse trapelata fin dall'inizio....

La solita ipocrisia
20 gennaio 2018 07:48 dinamo
Francamente tutta questa ipocrisia intorno al ciclismo sia professionistico che amatoriale mi ha un pò nauseato; se un ragazzo ha l'asma é difficile che diventi un professionista e per giunta di alto livello. Se soffri d'asma; mi dispiace per te; ma credimi; nella vita c'è di peggio. E' un problema con il quale convivono tante persone senza grossi problemi ma non puoi fare il ciclista professionista se hai una patologia del genere, curi il tuo problema vai in bici perchè fa bene alla salute e fai un altro lavoro più consono alle tue condizioni fisiche.

Aggiungo che per vedere chi fa uso di sostanze dopanti basterebbe mettere a confronto le foto di alcuni corridori la faccia "a pesce palla" ce l'hanno quasi tutti...di solito il volto di una persona che fa fatica è scavato ....mentre a vedere taluni e talune sembrano volti gonfiati a 8atm...

bando alle ciancie....
20 gennaio 2018 09:12 limatore
Ha ragione Il dott Ferrari. Se sei asmatico ti permettono di usare il ventolin, allora per lo stesso principio a un anemico dovresti permettere di usare ???..... chi ha l'asma cambia non fà il professionista e stop.

Bocciofila
20 gennaio 2018 09:24 Eiger
Hai l’asma ? C’è anche la Bocciofila......

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