| 07/05/2007 | 00:00 Ivan Basso parla domani: lo farà a mezzogiorno, a Milano, nella sala Laurenziana dell'Hotel Michelangelo, in via Scarlatti 33.
Racconterà di come ha deciso di collaborare e di come ora speri. Tra le tante ha ammesso di essere il "Birillo" delle carte di Fuentes.
Ora spera in una forte riduzione della pena, augurandosi di tornare a correre il prossimo anno, anche se nel pomeriggio è stato "stoppato" dal presidente dell'Uci McQuaid, il quale - come vi abbiamo peraltro già informato - ha già emesso una sentenza: due anni di squalifica.
Eppure il varesino ha una carta a sorpresa, l'articolo 266 dello stesso statuto dell'Uci e in quello della Wada.
«Nel deferimento che inevitabilmente la Procura formulerà già potremo individuare lo sconto di pena - ha detto l'avvocato di Basso, Martelli - perché esiste sia nelle carte della federazione internazionale che in quelle italiane la norma che prevede lo sconto di pena».
È come detto l'articolo 266 dell'Uci (e nell'art. 15 Wada) inserito nelle norme antidoping. "Si puo' ottenere la riduzione della squalifica nel caso che il tesserato dia sostanziale aiuto nelle
indagini che contribuiscano alla scoperta di violazioni di altre persone tesserate coinvolte nello spaccio, traffico e somministrazione di sostanze vietate. La pena non può essere meno della metà della minimia pena prevista", recita l'articolo, pubblicato anche sul sito web della federazione internazionale.
Appellandosi al 266 se la condanna per ammissione di uso e tentato uso di sostanze vietate è di due anni, la metà è un anno. Ecco perche' il corridore spera di poter riprendere a correre l'anno prossimo.
Intanto però è a rischio la sua maglia rosa del 2006: l'Uci potrebbe togliere al varesino la vittoria nel Giro d'Italia dello scorso anno, ma per questo verdetto ci vorrà ancora del tempo. Esattamente come per il Tour de France di Landis, il verdetto sportivo arriverà solo a conclusione delle inchieste.
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