Elliott, Braveheart del ciclismo: primo a 46 anni

| 23/04/2007 | 00:00
E' tornato a vincere, Malcolm Elliott, quel corridore inglese partito nell’84 dalla locale TI-Raleigh che sbarcato in continente, con la maglia Fagor nel 1988, alla Vuelta Espana, batteva in volata addirittura l'irlandese Sean Kelly... E' tornato a vincere, l'inossidabile giiramondo che dopo le strade ortodosse della Vecchia Europa avrebbe battuto poi in lungo ed in largo il ciclismo atipico del Commonwealth e degli States, un po' alla Gaggioli: Milk Race, Sun Tour, Redland Classic, Tour de Toona, Long Beach, Tour de Bisbee, Gran Prix Manhattan... E' tornato a vincere, dopo aver chiuso una prima carriera nel '97, senza averlo in fondo mai perso l'abitudine, lui che nel 2005 andò a correre tra i Master e ne diventò pure campione del mondo. E' tornato a vincere, rientrato un'altra volta nel ciclismo agonistico, questo inglese della pirateria, dell'incredibile classe '61: 46 anni, il primo luglio, l'età di un padre, quel alcolm Elliott, un Braveheart per vocazione, record del mondo della longevità in bici. Primo, ieri, con la maglia della Pinarello Racing Team, nella più classica delle corse della Gran Bretagna, quel Memorial Shay Elliott, dedicato al primo grande corridore irlandese della storia. E da buon inglese, ovviamente, ha battuto in volata ancora un atleta irlandese: anche se il Paul Griffin secondo domenica scorsa non ha la nobiltà di Sean Kelly. Ma per Malcolm Elliott, va benissimo così, fermo restando l'assioma fondamentale che l'ultima vittoria sarà sempre la penultima. Gian Paolo Porreca
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