PROFESSIONISTI | 13/08/2017 | 07:18 Zio Bruno - al secolo Bruno Reverberi - compie 75 anni. E a smettere di correre non ci pensa nemmeno. D’altra parte lo fa dal 1957: ha corso da garzone di meccanico, da meccanico, da corridore, da direttore sportivo, da Zio, da team manager, sempre.
LA PRIMA GARA. «Era il 1957. La Reggio Emilia-Casina, a cronometro, da non tesserato. Primo Vittorio Adorni, ventisettesimo io e fra noi Romano Prodi. Risultato falsato… da me: appena partito, mi accorsi che mi caduto l’orologio, girai la bici, tornai alla partenza, raccolsi l’orologio, lo riallacciai al polso e ripartii. Forse avrei battuto Prodi, chissà».
LA PRIMA BICI. «La ricordo bene, era una Marastoni: costata 40 mila lire, due mesi di stipendio da operaio. A Reggio Emilia allora c’erano tre artigiani: Marastoni, Pecorari e Corradini. Marastoni le faceva tutte verdi, Pecorari tutte rosse, Corradini tutte blu». LO ZIO CORRIDORE. «Una carriera breve e modesta: un anno da esordiente nella Cooperativa Manfredi, due da allievo nella Bagnolese, uno da dilettante - a 19 anni, uno meno di adesso - nel Burro Giglio. Ma ero il sesto di otto figli, cinque sorelle e tre fratelli, era tempo di miseria e di fame. Superato l’esame di ammissione alla prima media, d’estate andai a fare il garzone di meccanico. Piangevo, perché avrei voluto continuare ad andare a scuola. E quando cominciai a fare il direttore sportivo, avevo corridori più giovani di me».
LO ZIO DIESSE. Prima squadra tutta sua la Termolan Galli nel 1982 con Daniele Antinori, Daniele Caroli, Davide Cassani, Claudio Ghirlanda, Orlando Maini, Jorgen Marcussen, Enea Montanaro, Enrico Montanari, Filippo Piersanti ed Emilio Rizzi.
Da allora, lo Zio Bruno ha saputo seguire i mille cambiamenti di un ciclismo che davvero non è più come prima, ha saputo cavalcare gli alti e bassi che inevitabilmente una carriera lunghissima propone, ha fatto crescere tanti ragazzi, lanciato campioni, vinto tappe del Giro d’Italia e grandi corse, conquistato maglie e navigato a vista con formazioni che “piccole” lo sono sempre state per definizione ma mai per effettiva sostanza. E non ha ancora finito il suo lavoro. Buon compleanno, Zio.
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