GIRO. I SEGRETI DEL VILLAGGIO DI PARTENZA

PROFESSIONISTI | 19/05/2017 | 07:51
Una sorta di back office, per così dire. Di sudore e modi spicci e autentici. Non ci sono ricami, non ci sono orpelli. Solo forza e tempi stretti. È così quando da mettere in sicurezza ci sono 21 piazze in altrettanti giorni di gara. Un centinaio di persone, tra addetti di Rcs, staff e operatori Rai, elettricisti e tecnici audio e video. "Persone che lavorano dietro le quinte", ma non nell'ombra. Perché il sole che illumina le strade è lo stesso che martella sulle loro teste, "per 5 ore il giorno prima della tappa, altre 3 ore di lavoro il giorno di gara", spiega Marco Nardoni, responsabile della squadra di Rcs per le partenze di tappa. Lì 12 persone lavorano per allestire il villaggio di partenza, "circondando statue, predisponendo le aree per tv e valorizzando gli spazi, mantenendo la sicurezza". Con lui si muovono due camion con una squadra di 14 uomini per la predisposizione proprio delle transenne. Su ciascun rimorchio ci sono 140 pezzi di transenne alte da 1,5 metri, per un totale di 210 metri di copertura. Ma anche 180 pezzi di transenne basse da 2,5 metri, che garantiscono coperture per 450 metri, e 130 di cosiddette bike, dalla forma a raggiera, lunghe un metro l'una. "Transennare l'area d'arrivo è differente, noi con le partenze abbiamo difficoltà maggiori, proprio per tutelare le singole specificità di ogni luogo. Occorre essere adattabili, saper gestire le emergenze, anche dopo levatacce che ci consentano di essere al lavoro anche dalle 4 del mattino", continua Nardoni. "Personalmente faccio anche due sopralluoghi precedenti per ciascuna partenza, ma il merito di un risultato positivo è innanzitutto di queste persone che lavorano con grande serietà. Da due anni, tra l'altro, abbiamo un progetto denominato Ride Green che si prende cura di tenere pulite le piazze prima, durante e dopo la sosta del Giro".

da Reggio Emilia, Stefano Arosio
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