JUNGELS: «Più sorpreso di un anno fa di vestire la rosa». AUDIO

GIRO D'ITALIA | 09/05/2017 | 17:18
Bob Jungels prende la maglia rosa dal compagno Fernando Gaviria e parla alla conferenza stampa di fine tappa al termine della prima frazione con arrivo in salita del Giro100. Il campione lussemburghese della Quick Step Floors comanda ora la generale con 6” su Thomas e 10” su tutti gli altri big della generale.

Era in programma questa maglia rosa?

«In realtà no, è stata una bella sorpresa. Al Giro cerchiamo di vivere un giorno dopo l’altro e infatti anche l’attacco di due giorni fa non era pianificato, ma abbiamo colto l’occasione che si era creata. Questa mattina sapevo di certo che c’era un’altra grande possibilità, ma al tempo stesso ero conscio che dovevo vedermela con corridori davvero molto forti e dunque mi sono concentrato in salita a stare dietro le ruote più pericolose e poi a impegnarmi nello sprint e ora sono davvero molto contento».

Qual è il segreto del Lussemburgo che è così piccolo, ma che sforna ottimi talenti da Gaul fino a te

«Difficile spiegare il segreto, quel che so è che siamo un paese piccolo e sin da subito dobbiamo lottare contro squadre e nazioni molto più attrezzate e competitive, sin dalle categorie minori perché già a livello juniores le nazioni vicino corrono già da professionisti. Tutto ciò porta anche noi a metterci di più in gioco e a impegnarci al meglio sin da subito e ci aiuta a migliorare. Sicuramente il fatto che non siamo molti in Lussemburgo ci è d’aiuto perché la federazione, che sta lavorando molto bene, può starci più vicina e focalizzarsi più sui talenti».

Quanto a lungo terrai la rosa?

«Il colore della mia maglia è cambiato dal bianco al rosa, ma in realtà il mio obiettivo è rimasto lo stesso ossia di fare una bella classifica generale e provare col bis di quella dei giovani come l’anno scorso. Non so quanto la terrò, ci saranno tante tappe molto difficili, già a partire dal Blockhaus con i favoriti come Nairo Quintana e i rivali più magri di me (ride, NDR) che andranno molto forte in salita. Nelle due cronometro cercherò di recuperare più tempo che posso».

Quali sono i corridori più temibili e quali si avvicinano di più alle tue caratteristiche?

«Ci sono tanti concorrenti alla rosa quest’anno per la maglia rosa. Io sono un tipo di corridore alla Tom Dumoulin, ma sono vicino anche a Rohan Dennis che purtroppo si è dovuto ritirare dopo la caduta, ma anche Wilco Keldermann ha delle caratteristiche molto simili alle mie».

Che cosa hai cambiato nella preparazione rispetto all’anno scorso?

«Mi sono allenato parecchio per entrare in forma, ma soprattutto ho un anno in più e questo aiuta nell’esperienza, anche all’interno del team. Ora sono più integrato e la squadra si spende per me aiutandomi molto, come visto oggi per pararmi dal vento. In realtà non ho fatto niente di speciale a livello di fisico».

Come hai vissuto la salita finale?

«Onestamente, quando inizi una salita così lunga, 18 km, è difficile fare troppe previsioni perché è quasi una scommessa, si va fortissimo e c’è molto stress. Non puoi mai distrarti. Inoltre, la differenza di temperatura era notevole dal fondo a alla vetta (9 erano i gradi a Rifugio Speranza, NDR). Bisogna dunque stare calmi e seguire gli obiettivi prefissati. Io cercavo di rimanere rilassato a livello mentale, almeno finché Bramati poi ha iniziato ad urlarmi nella radiolina ‘Vai per la maglia!’, così ho tenuto duro ed eccomi in rosa».

Cliccando sul file audio si può ascoltare l’intervista.

Dall’Etna, Diego Barbera


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