SBAGLIA IL SINDACATO, SBAGLIA L'ORGANIZZAZIONE: TUTTI GRIDANO AL LUPO, MA IL LUPO NON C'E'

di Pier Augusto Stagi

 

Crans MONTANA. S.V. È un Giro tormentato e inquieto, sofferente e tagliato, bagnato da giorni ma anche mortificato da abbandoni eccellenti: oggi anche ridotto nel chilometraggio che riduce un tappone alpino di 199 km in una tappetta di 74 km. Una frazione d’allenamento che non dice niente, difatti tutto resta uguale. Rimane solo l’amaro in bocca per l’ennesima occasione persa. Dopo la passeggiata sul Gran Sasso per via del vento, ecco la tappetta alpina per le condizioni meteo al limite che non avevano nulla di limitante. Sbaglia il sindacato mondiale a gridare al lupo quando il lupo non c’è. Sbagliano gli organizzatori di Rcs Sport che credono al lupo e nuovamente cedono ai corridori. Non un bello spettacolo. Meglio voltare pagina, ma qui le pagine iniziano a mancare. Speriamo che prima o poi cominci il racconto.

Einer RUBIO. 5. Tra i due litiganti il terzo gode. A festeggiare è il 25enne colombiano d’Italia della Movistar, il ragazzo cresciuto da noi, che sognava di vincere una tappa al Giro a vincere oggi e per la prima volta in carriera trionfa sulle strade della “corsa rosa”. Vince con la calma dei forti, lasciando che gli altri due sprecassero energie per contrastarsi senza che nessuno si occupasse di lui. Poi Einer ad occuparsi di loro e li sistema per le feste. Per la festa. Perché gli ho dato 5 in pagella? Tappa dimezzata: voto a metà per tutti.

Thibaut PINOT. 2. È un galletto e oggi capiamo perfettamente il perché. Scattante e rampante come pochi, finisce per perdere lucidità e calma e perde la tappa. Fumantino.

Jefferson CEPEDA. 2. È lui a dare vita alla fuga di giornata: dopo soli 2 km prende e va. Fa tutto bene, poi però finisce per litigare con il transalpino e “affondano” assieme.

Derek GEE. 4. Fa una corsa di alta classifica per mirare alle vette più alte.

Valentin PARET-PENTRE. 3,5. Cerca una giornata di gloria, fa giornata ma per la gloria deve portare pazienza. Ci riprovi.

Hugh CARTHY. 3,5. Il 28enne corridore britannico più che alla tappa pensa alla generale: guadagna qualcosa, per incominciare la risalita.

Joao ALMEIDA. 3,5. Il portoghese sembra un portoghese, nel senso di imbucato. Nessuno lo considera, ma vedrete che saranno costretti a considerarlo.

Eddie DUNBAR. 3,5. L’irlandese della Jayco AlUla è pronto per la sfida: alla fine è lì.

Geraint THOMAS. 2,5. È chiaro che a lui va bene anche così, ma non è bello. Partire e aspettare che l’organizzazione verificasse in tempo reale le condizioni meteo al di là dei confini era così impossibile? Precipitosi.

Primoz ROGLIC. 3. Sta lì, sornione e silenzioso. Aspetta tempi migliori, soprattutto attende una tappa vera, perlomeno intera.

Arturo GRAVALOS. 10 e lode. La Eolo Kometa lo ricorda con il lutto al braccio, il gruppo avrebbe dovuto ricordarlo e onorarlo con una gara vera, che lui avrebbe corso se solo avesse potuto. Ciao Arturo.

 

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