Rapporti&Relazioni
Il doping del mondo

di Gian Paolo Rmezzano

Problema di natura etica chiuso e intanto dilatato in una domanda: il dilagare ormai ufficiale del doping in tanto sport può fare un qualche piacere a noi ciclofili, per anni e anni og­getto di derisione e disapprovazione, per non dire criminalizzazione in quanto tutti complici delle ne­quizie chimiche dei nostri cari puz­zapiedi su due ruote?
Per riassumere e chiarire: in questi ultimi mesi il mondo tutto dello sport ha dovuto arrendersi a quella che per noi era un’evidenza da tempo. Il doping è dappertutto, e se il doping non risulta è solo perché non c’è serio antidoping. Che sia l’iniziativa individuale di un Alex Schwazer davvero de noantri (a dispetto del nome di sound germanico), che sia il lassismo nei con­trolli di una federazione e ma­gari anche di quella italiana di atletica, che sia il doping di stato, di regime, di governo, comunque di massa dell’atletica russa, che sia il non doping ufficiale, salvo piccole smagliature, del calcio che fa finta di essere pulito e adotta i mutandoni perché non si notino le cosce abnormi dei giocatori, insomma sempre la chimica pervade, invade, condiziona, decide. E attenzione: sempre più si pensa, purtroppo giustamente, alla punta dell’iceberg, visto che ad esempio nell’atletica c’è una nazione di miracoli in pista, la Giamaica, tutta sospettata, e che ad esempio non si vuole pensare al doping in certi sport (dal tennis alla formula 1) perché lì si pensa “oltre”, alla droga, specialmente alla cocaina.
Scoprendo tante cose illecite in tanti posti dello sport (quello poi di vertice, che è didascalico, nel senso che mostra, ma purtroppo anche didattico, nel senso che insegna), nessuno ha pensato di dover chiedere scusa al ciclismo per averlo lungamente mes­so da solo nell’aula degli accusati, dei processati, o dietro le sbarre dei carcerati. Nessuno ha pensato di dover riconoscere al ciclismo certe funzioni discutibili ma innegabili, ad esempio quella di essere stato il parafulmine, con il suo persino ingenuo attirare le saette, di tanti altri sport, e di ave­re funzionato presso i moralisti da facile, vergognoso shampoo delle coscienze. Adesso, se non altro, di­cendo doping non si pensa soltanto a chi va in bicicletta.

Esiamo alla domanda che ha dato lo spunto a questo ar­ticolo. Dobbiamo, noi del ciclismo, essere contenti di come si stanno evolvendo le cose?
Passo alla prima persona singolare. Devo limitarmi a fornire il mio pa­rere, non ho nessun titolo per parlare a nome di altri, tanto più che sull’argomento-doping sono spesso andato controcorrente (anche ul­timamente per il caso Arm­strong, quando invece di scandalizzarmi bellamente, comodamente, intensamente, e in vasta e qualificata compagnia, ho detto e scritto che se esiste un prodotto che fa compiere certe imprese di vita atletica ad un ex malato grave di tu­more, questo prodotto deve es­se­re dato quando non addirittura imposto a vecchi, bambini, malati ecc., e non invece demonizzato e vietato come brutto e cattivo e ad­dirittura criminoso). Il mio parere è che bisogna essere tristi e addolorati, per tutto lo sport come per il ciclismo. Ma attenzione: non tristi e addolorati perché il doping è diffuso, o almeno non solo per quella ragione e comunque per quella meno che per altre ragioni.
Tristi e addolorati perché:
a - si registra la nascita e la crescita e la diffusione e la persistenza di una vasta ipocrisia, spesso complice di irregolarità per non dire di delitti, visto che di doping in certi sport è o era persino proibito parlare, onde non essere accusati di iconoclasi, intanto che si assiste al decadimento continuo di regole mo­rali che si chiamano impegno massimo, lealtà, rispetto delle re­gole, insomma quelle cosucce etiche tipiche teoricamente dello sport; 
b - si procede comunque sempre con molta ignoranza del problema, che non è di pasticche presunte magiche, ma di incapacità psicologica di dare il meglio di se stessi senza aiuti chimici (spesso limitati al solo effetto placebo, dunque tut­to fumo e niente arrosto);
c - si perde, con l’inseguimento ad una chimica spicciola e ormai su­perata, la visione scientificamente vasta e futuribile dell’insieme, cioè dell’avvenire di un uomo che sta, con la sua stessa scienza, scoprendo nuovi traguardi (chiamiamoli così) per il suo essere, il suo divenire.

Il punto c necessita di spiegazione immediata. Voglio dire che siamo ormai alla vigilia (o già dentro, ma ci vuole tempo per capirlo bene) di nuovi interventi sul corpo o meglio nella intera vi­cenda biologica dell’uomo: trapianti, clonazioni, ingegneria genetica, tanto per dire, tanto per dare i primi spunti. Fra poco il doping di adesso farà sorridere, come or­mai fa sorridere quello romantico delle simpamine, delle efedrine, del­le amfetamine. Questo mentre la cosiddetta scienza dell’alimentazione ci riempie l’organismo di ci­bi che sono probabilmente più dan­nosi di tutto il doping usuale, cibi che sono droghe, che sono ve­le­ni. A pro di quei pochi padroni economici del mondo che sanno già adesso come vestiremo, cosa canteremo, quali giochi cretini fa­remo nei prossimi anni, e ovviamente sanno anche come saremo fatti grazie al cibo che ci appiopperanno.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Il 28 gennaio, a Roma, presso la Camera dei Deputati, si terrà la cerimonia di presentazione della Coppa Italia delle Regioni, iniziativa coordinata dalla Lega Ciclismo Professionistico, guidata dal presidente Roberto Pella, alla presenza del Presidente della Camera dei Deputati, Lorenzo Fontana. Nel corso dell’evento verrà celebrata...


Del Grosso batte Van Aert al fotofinIsh. E' questo lo spettacolare epiligo della quinta prova del Superprestige di Ciclocross elite che si è svolta a Heusden Zolder in Belgio. Protagonisti della corsa Van Aert e Del Grosso hanno dato vita...


Successo francese nella quinta manche del Superprestige di Ciclocross per donne elite che si è svolta a Heusden Zolder in Belgio. Si è imposta Amandine Fouquenet che nel finale ha staccato di 8" l'ungherese Kata Blanka Vas e di 9"...


Al parco di Villa Campello di Albiate è tutto pronto: gli amici di Giò Bartesaghi domani, 24 dicembre, accoglieranno gli oltre 200 atleti e atlete che parteciperanno alla ventinovesima edizione del Cross della Vigilia. Alle ore 8.00, con il ritrovo...


Aveva nascosto la pistola, senza il tappo rosso obbligatorio (l'assenza del tappo rosso può comportare sanzioni poiché l'arma potrebbe essere confusa con una vera pistola, creando situazioni di pericolo per sé e per gli altri) sotto la tappezzeria del bagagliaio e sperava...


E' un bel momento per i giovani italiani del Ciclocross e lo testimonia la doppietta azzurra a Heusden Zolder (Belgio) dove questa mattina si è disputata la gara internazionale di Ciclocross per la categoria juniores maschile e femminile.Tra le ragazze...


Il Team Solution Tech – NIPPO – Rali annuncia l’ingresso di Rali come terzo nome del team e partner tecnico per la stagione 2026. Rali è una realtà con oltre 40 anni di storia, nata negli anni ’80 come progetto familiare...


C’è chi come Armofer sa demolire e ricostruire. Chi come Luca Colombo che ha il senso di famiglia e per lui questo è un vero e proprio ritorno a casa. Poi c’è la nuova Drali, che ha qualcosa di antico,...


Come non ricordarlo...: la maglia è la più bella del mondo, azzurra, il braccio sinistro teso, quello destro che mima il gesto di scagliare una freccia. I tifosi stupiti e increduli: "L'ha fatto di nuovo". Sono passati ormai alcuni mesi...


Non ha mai perso l'affetto dei suoi tifosi, e ormai sono passati 35 anni da quando duellava con Indurain e Bugno al Giro e al Tour. Claudio Chiappucci è sempre in formissima, gira l'Italia e l'Europa con la mountain bike,...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024