Scripta manent
L'infinito del Giro

di Gian Paolo Porreca

Ci sarà sempre una cosa intollerabile, del Giro d’Italia. Ed è il fatto che duri solo tre settimane. Già, neppure un mese intero di vacanza dalla ossessione quotidiana, dalle voci alte, dal clamore... Ci pensate, neanche un mese, e già siete/siamo re-invasi da Chiellini ed il pugno, da Stroot­man e lo sputo, da Icardi e Maxi Lopez, da Ma­radona e Gene Gnocchi, gran bel tandem da rimuovere, ... ci pensate, Buffon sen­za la Seredova ma con la D’Amico, mon dieu, un mon­do alla rovescia, da contropedalare.

Ci sarà sempre una cosa intollerabile, del Giro d’Italia. E non entriamo nel merito delle cadute, delle rotonde, della safety-car, corollari di una manifestazione su strada che non sarà mai indoor: dal Bon­done a Lavaredo, dalla vit­toria di Meco su un Passo Rolle innevato al Van der Velde disperso sul Gavia nel­la tempesta del 1988... Non è mica il rettangolo incerto della fatalità.

Èinvece il rilievo che la Tv, non quella del ci­clismo, ma la Tv dei telegiornali di stato, prodiga di attenzione a mille e una pinzillacchera, non abbia provato il rispettoso gusto nazionale dell’inserire quotidianamente nella strisciata dei sottotitoli - ma cosa o quanto sarebbe costato, di grazia? - almeno la notizia secca della tappa del giorno: primo X, a Pollena Trocchia. (Un Giro, d’altronde, non merita l’elemosina).
Ma tant’è, il Giro d’Italia non arriva primo solo per i poveri di spirito che non lo conoscono, che non ne han­no mai respirato il profumo, o anche l’odore, o anche il balsamo. Tant’è, il Giro d’Italia è quell’universo intero primo dove un siciliano come Nibali o un sardo co­me Aru sono applauditi in Alto Adige o in Val d’Aosta, come se fossero a casa loro.
Perchè l’Italia, quella del ci­clismo, è Casa Popolare. Una. Unica. Dove la piazza sorride, sotto il sole e sotto la pioggia. Basta un ombrello rosa.

Il Giro d’Italia arriva primo, da Belfast a Trie­ste, per quel suo messaggio itinerante di pace, di condivisione, di esperanto emozionale e sentimentale. Sfortunati, superficiali, chi non lo capisce, o continua a privilegiare nelle finestre gior­nalistiche una noia sontuosa - disco rotto? - come il Gran Premio di Montecarlo.
Il Giro d’Italia non è un pit-stop. È molto più vicino all’etica di Papa Francesco che va a Betlemme, che non alla estetica della Formula 1 del Principato.
Il Giro d’Italia arriva primo, prima del Tour de France, non in ogni grande città - questo purtroppo, noi che non amiamo le città - lo sappiamo bene. Ma arriva pri­mo dove si lavora. Dove si suda. Nei bar di paese, dove non esistono i fighetti, ma i braccianti o i contadini che si vedono l’arrivo del Giro durante la siesta.
Nelle corsie di ospedale, do­ve c'è ancora - l’altro giorno - chi ti chiede che farà Aru, e se si sono fatti davvero tanto male a Montecassino, e che se non ci fosse il Giro, è co­me se non ci fosse maggio, bisognerebbe inventarlo.
Il Giro d' Italia arriva primo, nei suoi giorni di montagna e nei suoi giorni di riposo e nei suoi giorni di pianura. Ed è capace pure di fare un miracolo inatteso. Di regalarti, a fine corsa quasi, un dono insperato.
Come il messaggio, mercoledì 28 maggio, di una cugina amata che non vedevi da una esistenza intera, e che oggi vive a Pieve di Soli­go. «Che bello, cugino, il Giro d’Italia sta passando proprio sotto casa mia...Ti ho pensato, sai...». Sarnonico-Vittorio Veneto, 17a tappa.
Come quando sognavamo insieme, 50 e più anni fa, che il Giro sarebbe passato un giorno, un anno davvero, sotto i balconi fioriti della giovinezza di Sessa Aurunca. L’estate dei nostri anni, targata Giro d’Italia. L’Infinito del Giro d’Italia.

Gian Paolo Porreca,
napoletano,
docente universitario
di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Sole, entusiasmo e una partecipazione senza precedenti hanno fatto da cornice a un’edizione straordinaria di BEKING, capace ancora una volta di unire atleti professionisti, appassionati e famiglie confermando il suo spirito unico: sostegno ai giovani e promozione del ciclismo come...


Da vero padrone Thibau Nys domina la prima prova della Coppa del Mondo di Ciclocross Elite. Il campione belga non ha rivali sul circuito ceko di Tabor dove imprime fin dalla partenza un grande ritmo mettendo subito alle corde i...


La maglia di campione africano Elite Uomini resta sulle spalle di eritreo. Sul traguardo in salita esulta l'esperto Merhawi Kudus, della Burgos Burpellet BH, arrivato in parata con il connazionale Aman Awet, giovane prodotto del centro sviluppo dell'UCI. Podio completato dall'algerino...


Torna ed è subito protagonista Sara Casasola! Secondo posto in Coppa del Mondo per la friulana della Crelan Corendon che s'inchina soltanto a sua maestà Lucinda Brand. Al rientro dopo i malanni di stagione Casasola ha disputato una stupenda gara...


Ancora un bel podio per i colori azzurri nella Coppa del Mondo di Ciclocross. Dopo Grigolini e Pellizotti tra gli juniores questa volta a salire sul podio è Stefano Viezzi che nella gara di Tabor riservata agli Under 23 si...


Non è certo un addio da passerella, quello che sta vivendo Elia Viviani, ma può diventare un addio col botto! Il campione veronese ed il suo compagno di coppia Jasper De Buyst sono volati in testa alla classifica generale della...


Si apre nel segno del francese Bruyere Joumard la Coppa del Mondo di Ciclocross Juniores. Nella prima manche di Tabor, nella Repubblica Ceca, grande prova degli azzurri Grigolini e Pezzo Rosola che al termine di una gara tiratissima e spettacolare...


Nel ciclismo il segreto per vincere è l’armonia e la coralità: tanto più una squadra è coesa, tanto più le sue possibilità di arrivare al successo aumentano. Di tutto ciò ne è consapevole il diesse Matteo Berti che conquista il...


Come nella gara maschile anche tra le ragazze arriva un terzo e un quarto posto per merito di Pellizotti e Bianchi. E' Barbora Bukovska ceka di Ostrava 17 anni a vincere la prima prova della Coppa del Mondo di Ciclocross...


Altri due corridori italiani rimasti senza contratto, a causa della chiusura delle formazioni in cui militavano, hanno trovato un ingaggio per la prossima stagione. Entrambi scenderanno di categoria ma sono determinati a sfruttare l’occasione per riconquistarsi un posto nel ciclismo che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024