ARMSTRONG 8. Come i suoi podi, la sua tenacia, la sua voglia di stupire e stupirsi. Per i suoi “ventagli”, la sua intelligenza tattica, il suo essere sempre al posto giusto nel momento giusto. Un grazie anche per aver tenuto in piedi con le sue pedalate un po’ meno veloci e le sue parole sempre mediatiche, un Tour che ha rischiato di essere - per dirla con Fantozzi - una «boiata pazzesca».
BALLAN 5. Il campione del mondo torna a farsi vedere, dopo una primavera ai box. Non ottiene molto, ma fa quello che può con grande volontà.
BENNATI 5. Parte con due costole malmesse, forse la cosa più semplice è starsene a casa, lui sceglie la più difficile:
andare al Tour per fare lavoro.
BOONEN 3. Ha fatto di tutto per essere al via, poi se se andato via.
CANCELLARA 8. Fuoriclasse tutto tondo. Veste per una settimana la maglia gialla, si porta a casa il prologo di Montecarlo, poi sfacchina come un gregario alle prime armi. Gladiatorie.
CAVENDISH 10. In volata fa quello che vuole. Cioè, vince. Vorrebbe anche la maglia verde, ma per quella deve aspettare ancora un anno. Mica una vita.
CONTADOR 10. Era il favorito della vigilia e questo Tour lo vince sia fuori che in corsa. Ha attaccato agli zebedei per tre settimane quel rompi “bip” di Lance Armstrong. Il texano è un continuo e inesauribile produttore di tensione all’interno dell’Astana. Dicono: separati in casa. Diciamo pure isolato da tutta la squadra. Eppure vince.
DOPING 0. Speriamo che sia così: “zero tituli”, al momento di scrivere. D come Di Luca: la ferita, il dolore, la rabbia raccolta sulle strade del Tour ma proveniente dal Giro d’Italia. Speriamo che Danilo abbia la possibilità di dimostrare la propria innocenza. Speriamo non ci siano altri scandali. Speriamo che cambi qualcosa, ma ci credo poco. Così come Pierre Bordry, il presidente della AFLD, l’Agenzia Francese di Lotta al Doping. In una intervista concessa al quotidiano Le Monde, si è detto «convinto che durante il Tour siano state utilizzate sostanze che non sono ancora sul mercato, in particolare riguardanti l’autoemotrasfusione». Bordry ha parlato di Hematide, una nuova molecola che ha sul sangue gli stessi effetti della Eritropoietina: la sostanza prodotta dalla Affymax è ancora alla fase tre di sperimentazione e quindi non in commercio. La seconda sostanza indicata da Bordry è l’AICAR (aminoimidazole carboxamide ribonucleotide) del quale si hanno notizie già dallo scorso anno: durante la sperimentazione, gli scienziati hanno scoperto che nei topi questa sostanza aumenta la resistenza anche in assenza di allenamento. Lo scopo di questa sostanza è infatti quello di modificare le fibre “veloci” dei muscoli trasformandole in fibre “di resistenza”.
DI ROCCO 3. Confusione tricolore. Richiama la Katusha e Pozzato «ad adeguarsi immediatamente alla conformità della maglia tricolore». Cosa per altro difficile, perché lo stesso presidente ammette che non c’è un regolamento preciso: bene, che lo faccia!
EVANS 2. Non corre il Giro per puntare tutto sul Tour. In pratica non corre nemmeno il Tour.
HUSHOVD 8. Con Cavendish c’è poco da fare eppure si vince una tappa e si porta a casa per la seconda volta la maglia verde. La maglia dei velocisti, che lui conquista in montagna.
LIQUIGAS 8. Potrebbe finire stritolata tra due superpotenze come l’Astana e la Saxo Bank, invece ne esce alla grande, disputando una cronosquadre magistrale (quarta) e poi muovendosi con assoluta autorità nelle tappe più impegnative. Piazza oltre a Nibali, anche Kreuziger (voto 6,5) al nono posto: due nei primi dieci. Mica male.
MENCHOV 3. Già quando va forte lo si vede poco, figuriamoci quando va piano.
NIBALI 8. Voleva entrare nella top ten: arriva settimo. Alterna cose molto buone a momenti di grande fatica. Il suo merito? Lottare come pochi e non andare mai alla deriva. La stoffa c’è.
NOCENTINI 8. Come le maglie vestite in questo Tour: non vince una tappa, ma conquista molto di più. L’affetto e l’ammirazione degli sportivi.
PELLIZOTTI 8. Il più combattivo, il più presente sulle montagne. Non è Contador, questo è chiaro, ma il suo Tour è semplicemente maiuscolo.
POZZATO s.v. Visto che la sa sempre molto lunga, il voto se lo dia lui.
SASTRE 4. L’ultimo trionfatore di Francia ha abdicato: malamente.
A. SCHLECK 8. Cresce e può crescere ancora: soprattutto a livello tattico. Sul Mont Ventoux, con tutti quegli scatti (voto 2), proprio non lo capiamo. Il fratello Frank (voto 6,5), soffre come un cane e Armstrong ringrazia.
UCI 2. Come i richiami che ha raccolto in questi ultimo Tour de France. Le accuse di Pierre Bordry, presidente dell’Agenzia Francese di Lotta al Doping (AFLD) sono importanti: «Gli ispettori dell’Uci avrebbero un occhio di riguardo per alcune formazioni in occasione dei controlli antidoping». Lo stesso dice il ministro francese della Salute, della Gioventù e dello Sport, Roselyne Bachelot. Siamo alle solite: ci vuole una figura super partes: Wada for all.
WIGGINS 7. Gli diamo un voto alto, che dovrebbe essere ancora più alto, perché è davvero la sorpresa di questo Tour. Ma sospendiamo, almeno per qualche settimana, il nostro giudizio. Sulla pulizia garantisce Pat Mc Quaid: «Corridore esemplare». E per questo sospendiamo il nostro giudizio.
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