Rapporti & Relazioni

QUANTO HO AVUTO DAL CICLISMO

di Gian Paolo Ormezzano

Ma come faccio a raccontare bene cosa voleva dire un tempo seguire le corse, vivere con i ciclisti tanti giorni di lunghe prove a tappe o attimi fulminanti di Parigi-Roubaix, e di contro sacrilegalmente sopportare appena il campionato del mondo perché in fondo si prillava squallidamente ad in­termittenza su noi stessi stando sempre nello stesso posto e vedendo - vedendo e non guardando, la differenza è importante - passare ogni tanto i corridori? Come faccio se :
a) non sono bravo scrittore capace di buon coito con la fantasia;
b) ho il timore di avere semplicemente sfruttato un’epoca di facili felicità popolari, con fra l’altro comode soddisfazioni personali come quelle date dall’essere riconosciuto e invidiato quale suiveur, di una razza speciale;
c) mi accade di sentirmi com­parsa ma anche complice nella recita di una commedia umana ammollata, quando non anche imposta, dal giornalismo dei cantori alle genti ingenue e vogliose di favole, dopo due “fresche” guerre davvero mondiali;
d) per lo più mi toccava spesso di scrivere di vittorie della mia gente che mangiava il mio stesso pane e respirava la mia stessa aria di ri­presa, facile no?

Mi chiedo se in altri contesti avrei scritto le stesse cose, se addirittura avrei fatto lo steso mestiere. Mi chiedo, ecco il punto, se in fondo non mi sia andata troppo bene, mentre adesso i miei posteri ciclografici de­vono aggiustarsi con i duelli nuovi e non certo storici tra sloveni, le interferenze danesi, l’incombere insomma di etnie nuove e subito feroci, i misteri delle biciclette che si finge siano figlie comunque di quelle di un tempo mentre magari celano clandestinità nuove e ignote ai più, nonché azionate, queste biciclette, da persone che magari dentro hanno un motore chiamato doping nuovo. E ancora: quale e quanta la fortuna di avere in­cocciato anni magici in cui la gente voleva brucare tanta aria scritta, quasi presaga di doversi poi consegnare a un mondo fatto di ologrammi elettronici, im­pul­si automatici, reazioni meccaniche stregonesche, intelligenze artificiali evolventesi misteriosamente e rapidamente in azioni robottistiche?

Cosa me ne faccio di un mio Gimondi che quasi arriva con la faccia a schiacciarsi contro il vetro posteriore della mia auto, in una Rou­baix - che lui va a vincere - piena di sussulti e frenate? Di un Panizza che getta via la bici sull’asfalto rovente dell’Aprica e mi chiede di certificargli ad alta voce che sta facendo un mestiere da bestia, di bestia. Di un Gua­lazzini (Ercole Gualazzini, sì) che in una Gran Fondo mi minaccia di morte se dall’auto, vedendolo soffrire, continuo a dirgli che aveva ragione suo padre a volerlo ragioniere? Di Merckx che ride per un giorno quando seriamente gli rivelo che i suoi sprint sono niente in confronto a quelli che faccio per raggiungere la toilette, essendo io sotto trattamento dimagrante con fave di fuca? Come partecipo la faccia di Bitossi quando Basso gli to­glie il Mondiale all’ultimo metro e io sono lì, pochi centimetri, a testimoniare? Cosa ho fatto di Simpson, che per farmi esercitare in inglese mi offriva di entrare in società con lui in una multiproprietà in Corsica e il giorno dopo an­dava a morire di fatica, di sole, di doping, di cognac sul Mont Ventoux? Di Anquetil che alla fine di una crono corsa come il Baracchi mi dava una fialetta con la sua urina, perché alimentassi controperizie casomai il nostro arcigno e prevenuto antidoping lo accusasse di chimica illecita? Anche del pistard Maspes che riusciva a far sì che io lo immaginassi, lo tramandassi fermo acccanto ad una roulette mentre fa­­ceva un surplace al Vi­go­rel­li? Di Balmamion che rideva di un riso da cinese, quale un po’ sembrava, quando gli proponevamo il revival dellla sua lunga ipercastità programmata per domare l’Izo­ard, ma ad un certo punto lui non ce la faceva più, la­sciava perdere nel senso che si lasciava andare e l’Izoard vinceva lui?

Quanto ho avuto dal ciclismo, quanto po­co ho ridato sotto forma di scrittura, quanto tengo dentro di me a rodermi con il pensiero tumorale di non essere stato de­gno delle mie fortune?

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Quest’anno ha segnato il ritorno alle corse su strada di Pauline Ferrand-Prévot e, conclusa la stagione, la regina del ciclismo francese ha tracciato il bilancio del suo 2025 concedendo un’intervista ai colleghi di Marca. Qui di seguito i temi principali...


Dopo qualche anno di pausa, Colnago è pronta tornare in pista. Al Lee Valley Velodrome di Londra l’azienda milanese ha presentato la sua nuova creatura, la T1Rs, in configurazione Endurance/Sprint oppure da Inseguimento-TT, pronta a sfrecciare in ogni velodromo, a...


Un vero e proprio restyling, per affrontare nuove sfide, sempre più stimolanti, come da DNA di Federico Zecchetto, uomo schietto e diretto, poco incline a parlare, ma a fare. Quindi, si continua a fare, ma con una squadra nuova, profondamente...


"Il paradigma dell'alimentazione nel ciclismo per fortuna è cambiato rispetto a quando si pensava più che altro a trasportare sulla bici un corpo più leggero possibile. Quando si è capito che gli standard di allenamento erano di dominio di tutti...


La difficile fusione tra Lotto e Intermarché-Wanty ha bloccato il mercato da settimane e, a quanto pare, molti corridori hanno il loro futuro in bilico. Mentre i due team del Belgio stanno facendo i conti dei corridori dopo la loro...


Ed eravamo lì, una piazzola un semicerchio sul margine cortese di una strada provinciale. Eravamo lì, sabato scorso, San Martino frazione collinare di Sessa Aurunca, più alto Casertano, per onorare Carmine Saponetti, un protagonista dimenticato della storia e dello sport...


Cigolano e fischiettano. Cinguettano e spernacchiano. Trattengono il respiro e musicano la strada. Percorrono e scorrono, accorrono e incorrono. S’insinuano e s’inoltrano, s’incamminano e s’ingrassano, si lubrificano e addirittura si piegano. Si attaccano (alle rastrelliere, ma non al tram) e...


E' già tempo di campionati Europei per gli specialisti del Ciclocross. La rassegna Continentale si svolgerà dal6  al 9 novembre a Middelkerke in Belgio. Il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana Daniele Pontoni ha ufficializzato i nomi degli azzurri che disputeranno...


La Federazione Ciclistica Colombiana ha annunciato che il Tour Colombia non si svolgerà nel 2026 perché, ad oggi, non sono disponibili le risorse necessarie per garantire l'organizzazione dell'evento con gli standard tecnici, logistici e sportivi richiesti per una competizione internazionale...


Originario di Bassano del Grappa, nel Vicentino, Andrea Cobalchini è quel che si definisce una scalatore di razza. Uno che trova di suo gradimento le salite ripide e lunghe. La stagione appena conclusa lo ha visto trionfare nella Collegno-Sestriere e...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
OSCAR TUTTOBICI 2025. SCEGLIETE IL MIGLIOR TECNICO ITALIANO DELL'ANNO
Dieci candidati, tocca a voi assegnare il Gran Premio Fondazione Iseni y Nervi





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024