Mark CAVENDISH. 10. Quando si ha la gamba, quando si ha il morale, quando la vita ti sorride tutto sembra facile. Volata senza storia, nonostante i vaffa assolutamente ingiustificati di Kittel all’indirizzo del britannico –. Vittoria sontuosa e ampia, figlia di uno strapotere psicofisico. Quarto sigillo in questo Tour de France. Trenta vittorie in carriera sulle strade del Tour. A quattro da quel mostro di Eddy Merckx, ma in materia di volate - anche il nostro Mark - ha già qualcosa di cannibalesco.
Alexander KRISTOFF. 7. L’aveva detto, ho un piano. Lui va forte, ma non a sufficienza per anticipare quella palla di cannone di nome Cavendish. Però il norvegese sta trovando la condizione giusta, gli manca ancora qualcosa, ma sta prendendo le misure. Oggi secondo, ma è pronto per tornare a mettere la freccia: per il sorpasso.
Peter SAGAN. 8. Rischia il giusto necessario. Si butta nello sprint zigzagando con grande sicurezza e lucidità. Il terzo posto che porta punti, e lui ne ha già una montagna.
Marcel KITTEL. 5. È il vero sconfitto di giornata. All’ultimo chilometro resta un po’ indietro, poi si fa sotto. Sabatini gli tira la voltata come deve essere tirata, lui parte ai 180 metri ma manca potenza, mancano watt, non c’è gas. Manda a quel paese Cav, ma è un gesto di frustrazione: comprensibile ma non bello. Con Cav poteva essere più Cav...aliere.
André GREIPEL. 5. Nel parco degli uccelli il gorilla si fa uccellare. Oggi avrebbe voluto festeggiare volentieri i suoi 34 anni con una bella vittoria, ma gli fanno la festa: non graditissima.
John DEGENKOLB. 6. È arrivato a questo Tour con una condizione molto precaria, ma più passano i giorni e meglio va.
Bryan COQUARD. 5. Ha colpo d’occhio, velocità e malizia. Gli manca un pizzico di potenza. Ma con questi pesi massimi non è facile
Davide CIMOLAI. 7. Fa tutto da solo, partendo anche un po’ troppo indietro. Alla fine riesce a portare a casa un più che onorevole 8° posto. Bravò!
Cesare BENEDETTI. 8. Il 29 enne corridore della Bora è al suo primo Tour de France e oggi sceglie di sfidare il vento. Pedala per tutto il giorno contro “la montagna invisibile”, un buon modo per mettersi in mostra e farsi vedere.
Jérémy ROY. 8 . Il francese della Fdj è il primo a muoversi, in una tappa tutta controvento che invita a starsene rintanati nella pancia del gruppo. Lui ha il merito di suonare la carica e sul transalpino si portano immediatamente Alex Howes (Cannondale), Martin Elmiger (IAM) e il nostro Cesare Benedetti (Bora). Non si risparmia un attimo, fin quasi sotto il traguardo.
Scusate ma la Cannondale ha lasciato il ciclismo? Che sta succedendo ai loro corridori?
In questo 2016 solo Moser ha provato a fare qualcosa di buono.
grandissimo
16 luglio 2016 20:44maurop
A trentun anni, dopo un periodo di appannamento, con questo Tour Cavendish fa un ulteriore balzo in avanti nella classifica dei più grandi velocisti di tutti i tempi. Quando si lancia uscendo da ruota dimostra una esplosività eccezionale in grado di dominare sprinter più giovani di lui. E i battuti di oggi - Kristoff-Sagan-Degenkolp-Greipel- gli fanno degna corona Forse non avrà la longevità di Cipollini ma come risultati gli è ormai pari.
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