MOTORINI. I PERCHÉ DELL'UCI

ESCLUSIVO | 25/04/2016 | 07:24
Le immagini del documentario sui motorini scovati dalle telecamere termiche, trasmesso qualche giorno fa da Stade2, hanno suscitato grande scalpore e chiamato allo scoperto l’Uci. Il presidente Brian Cookson, senza scendere sul terreno della polemica, ha spiegato perché la Federazione Internazionale abbia scelto il metodo del rilevamento delle onde magnetiche.

In un documento riservato, del quale tuttobiciweb è entrato in possesso, l’Uci ha chiarito ulteriormente la situazione alle singole federazioni, scendendo nel dettaglio.

Spiegano i vertici dell’Unione Ciclistica Internazionale: «Per analizzare le biciclette con l’obiettivo di smascherare la presenza di motori elettrici o di altri tipi di assistenza motorizzata, abbiamo scelto un test di risonanza magnetica affidata ad un prodotto Apple - iPad o iPhone che sia - ovviamente dotato di strumentazione apposita. Questo metodo permette di analizzare in circa 30 secondi una bicicletta completa, il suo telaio, le ruote, il gruppo e tutti gli altri componenti. Se l’analisi evidenzia qualche anomalia, la bicicletta in questione viene smontata per gli accertamenti del caso.


I nostri test hanno dimostrato come questo metodo sia efficace al 100%. La risonanza magnetica scopre tutto quello che disturba il campo magnetico: che sia un altro campo magnetico, un motore o un oggetto solido. Il sistema si è rivelato efficace anche per coprire i motori più piccoli, capaci di sviluppare wattaggi minimi. E si è dimostrato efficace con qualsiasi materiale sia costriuito il telaio: acciaio, alluminio o carbonio».

Ovviamente abbiamo esaminato altri metodi che si sono rivelati molto meno efficaci.
Forse avrete visto le immagini di un documentario che spiegava di aver scoprerto frodi grazie alle telecamere termiche. Bene, noi abbiamo testato quel metodo, che era la nostra prima scelta: pensavamo che potesse essere la soluzione ideale. Al contrario, si è rivelata inefficace perché le immagini erano spesso disturbate la calore generato dai corridori stessi, dal lavoro dei cuscinetti a sfera e dai componenti delle biciclette, oltreché dal calore della strada nei periodi estivi.
In più, questo metodo è utilizzabile solo se il motore nascosto è in funzione, rendendo impossibile il lavoro di ricerca prima e dopo la corsa.

Noi siamo convinti che i picchi di calore registrati dalle immagini di Stade 2 siano dovuti all’attrito meccanico e ad altre fonti di calore piuttosto che alla presenza di motori.
Abbiamo testato anche la tecnologia dei raggi X che, sebbene potenzialmente efficace, si è rivelata pesante, costosa, relativamente lenta e in più in numerosi Paesi il suo utilizzo è sottoposto a regole talmente severe che ne limiterebbero notevolmente l’utilizzo.

Da parte nostra continueremo il nostro lavoro per tutta la stagione: per darvi idea di quel che è stato fatto finora, recentemente sono state controllate 216 biciclette al Fiandre, 224 alla Roubaix, 173 alla Liegi U23 e 27 all’Amstel Gold Race. Con un buon livello di collaborazione registrato tra corridori e squadre.

Nella prima settimana di maggio organizzeremo un incontro dedicato ai media per illustrare loro quanto detto finora. E presto metteremo a disposizione delle Federazioni le licenze per gli scanner, organizzando corsi di formazione per gli ispettori deputati».
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COMMENTI
26 aprile 2016 08:31 foxmulder
Non ho motivo di ritenere che le riflessioni dell'UCI non siano corrette. Convince in particolar modo quella relativa all'incapacità delle telecamere termiche di rilevare il motorino quando questo non è in funzione. Ma abbinare allora le due tecnologie? Tipo controlli in gara e fuori gara?

Strana la replica Uci
27 aprile 2016 02:18 ruotone
Concordo con Foxmulder.
Non si capisce perchè per l'Uci i due metodi siano alternativi.
Nessuno condannerà mai alcun ciclista per i rilievi imprecisi delle telecamere termiche, ma certamente queste sono un valido strumento di indagine e, in caso di sospetto, si potrebbe provvedere a far scortare la bicicletta e ad analizzarla a fine gara.
La scusa addotta invece genera il sospetto che l'Uci voglia tenersi un certo margine di discrezionalità.
Chissà perchè poi ...

A bocce ferme è facile NON trovare l'inganno.
27 aprile 2016 11:28 The rider
Se l'UCI vuole VERAMENTE scovare chi truffa, allora implementerebbe i controlli sia in gara che fuori gara, mentre con questo metodo è facile NON trovare chi bara....
Mi trovo pienamente d'accordo con foxmulder e rotone.

Pontimau.

PS: Questa volta chissà chi vorrà proteggere l'UCI....

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