SAN LUIS. Malori: «Per Rio dovrò inventarmi l'impossibile».

INTERVISTA | 17/01/2016 | 18:00
Ha voglia di chiacchierare Adriano Malori, sorridente e sereno al via della sua settima stagione nella massima categoria che inizierà dal Tour de San Luis, che scatta domani con una cronosquadre nella quale dovrà trascinare al risultato la sua Movistar.

Il 27enne di Traversetolo (PR) nella hall dell'Hotel Vista che ospita la maggior parte della carovana della corsa sudamericana ci racconta le sue impressioni dopo aver visionato il percorso olimpico di Rio de Janeiro e ci svela le sue ambizioni per il 2016.


Adriano, in Brasile come è andata? 


«È stata un'esperienza molto utile sia per me che per Vincenzo e Fabio per capire com'è il percorso. È molto più duro rispetto a quello che pensavamo in base a quanto apparso sui vari siti e dall'altimetria. Per quanto mi interessa, la crono è molto difficile perché non ci sono punti per recuperare. Dovrò inventarmi qualcosa di impossibile. Ora di agosto vedremo se asfalteranno la strada, i tratti in pavè e con i dossi sono osceni, impensabili da effettuare con la bici da crono, ci hanno assicurato che metteranno almeno una passerella per permetterci di superarli».

È troppo duro per te? 

«Parliamo di un'Olimpiade, c'è ogni quattro anni, quindi dire ora che non è alla mia portata è troppo presto. Provare il percorso ora che non sono in condizione e ho 3 kg in più rispetto al mio peso forma non è come affrontarla ad agosto dopo il Tour, al termine di un mese in cui avrò scalato non so quante montagne, c'è da tenere conto di tutto questo prima di scoraggiarsi. I cinque cerchi sono un obiettivo così grande che non mi arrendo di certo ora. Eddy Merckx un giorno ha detto: Non è il percorso adatto ai corridori, sono i corridori a doversi adattare al percorso. Mi inventerò qualcosa e se non andrò a medaglia, consapevole che non è il mio percorso, non mi dannerò l'anima ma non voglio andar là a fare una figuraccia».

Che tipo di lavori dovrai svolgere per arrivare preparato? 

«In questi giorni ci ho pensato molto, nella mia testa so bene cosa dovrò fare per avvicinarmi all'evento. La questione peso è primaria, dovrò scendere di un chilo-un chilo e mezzo rispetto al mio peso forma. Che rapporti userò? Ho affrontato lo strappo dopo il pavè fatto a tutta con wattaggi alti e bici da strada, più leggera di quella da crono, a 66 pedalate con il 39x29. Di solito come corona davanti uso il 58 ma su un percorso così non serve, quindi penso la scelta migliore sarà un 56-55x29. Detto ciò, per me questo tracciato così duro è un'assurdità per una prova contro il tempo, è come se l'inseguimento in pista invece di 4 km lo facessero di 10. Già la gara su strada è davvero proibitiva... Dovrò abituarmi ad affrontare delle salite ripide con la bici da crono, cosa che generalmente non faccio mai, perchè il Garmin di ritorno da Rio mi indicava addirittura una punta al 19% nel tratto più ostico. Avete presente quanto è ripida una pendenza del genere? Di colli su cui testarmi vicino a casa ne ho quanti voglio».

Probabilmente verrai schierato anche per la prova in linea, in quel caso che gara ti aspetti? 

«In realtà non ho capito se dovrò fare la riserva o gareggiare, il regolamento prevede che anche chi starà in panchina dovrà avere i punti necessari per essere qualificato ed essere lì fisicamente quindi per assurdo potremmo avere come riserva Viviani o Marco Aurelio Fontana... Ad ogni modo la corsa sarà "dura impestata" ma di facile interpretazione perchè il percorso finale di Vista Chinesa presenta una salita di 8 km e mezzo che deciderà la corsa. Per quanto sia impegnativo e nervoso il circuito di Grumari non penso si muoverà nessuno prima. C'è quasi il rischio che come in un tappone con tante salite tutti avranno paura di muoversi troppo presto, soprattutto considerato che le squadre saranno limitate a pochi uomini. In 5 sarà difficile gestire la corsa tra una salita e l'altra, io per le mie caratteristiche potrei essere sacrificato per tirare sul lungomare con il vento prima del circuito finale. La crono è 4 giorni dopo, c'è tutto il tempo di recuperare».

Chi è il più forte cronoman sulla piazza ora? 

«Il mondiale di Richmond ha un po' riscritto le gerarchie. Alla vigilia sembrava scontata la vittoria di Domoulin, Dennis o Martin e invece abbiamo visto come è andata. Ho letto l'intervista di Tony a tuttobiciweb e mi ha fatto piacere che mi consideri un avversario per la prossima sfida iridata perchè lo considero ancora il più forte al mondo e sono sicuro stia lavorando duro per tornare a indossare la maglia arcobaleno. Per Rio secondo me sta facendo pretattica, per come va in salita ha i numeri per lottare per l'oro con Froom, Dumuolin e gli altri».

Al mondiale una medaglia è più alla tua portata? 

«Il percorso di Doha è piatto quindi certamente più adatto per me. La chiave di volta sarà gestire al meglio il periodo che va dall'olimpiade al mondiale, due mesi seprano due percorsi completamenti differenti. È bello essere già qua a pensare a questi obiettivi, per me sarà un piacere ingegnarmi e lavorare duro per dare del mio meglio in entrambe le occasioni».

Al di là di questi grandi traguardi, cosa chiedi a te stesso per il 2016? 

«Di vincere il più possibile. Dopo il San Luis, farò la Valenciana, Algarve e Tirreno-Adriatico. Per quanto riguarda i grandi giri, se non cambiano i piani, sarò nella squadra del Tour de France per aiutare Nairo a conquistare la maglia gialla e perchè la Grande Boucle è l'unica via per arrivare in condizione ottimale ai Giochi Olimpici. In questo 2016 ogni volta che avrò un'occasione voglio sfruttarla».

da San Luis, Giulia De Maio

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