PAOLINI. «Non sono mai stato cocainomane»

PROFESSIONISTI | 29/12/2015 | 20:54

Luca Paolini, a seguito della pubblicazione di taluni articoli apparsi su testate giornalistiche, per lo più straniere, successivi al rilascio della propria intervista edita sulla Gazzetta dello Sport in data 27 dicembre 2015, che ne hanno artefatto il senso e il contenuto, gettando discredito sulla sua figura, precisa quanto segue.


Mai il Sig. Luca Paolini è stato, né lo è tuttora, dipendente da cocaina, né, parimenti, mai si è recato presso alcuna struttura clinica per curare una asserita propria dipendenza da tale stupefacente. Corrisponde, invece, a verità che l’atleta, per curare una dipendenza da benzodiazepine contenute in semplici sonniferi, abbia intrapreso un percorso di disintossicazione, che nulla ha a che vedere con quanto erroneamente riportato nei predetti articoli giornalistici.


Il Sig. Luca Paolini, a tutela della propria immagine e reputazione, ha conferito, pertanto, mandato ai propri legali di procedere nelle sedi ritenute più opportune.

comunicato stampa A&J Sport
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COMMENTI
30 dicembre 2015 09:29 IngZanatta
In questi giorni penso molte cose su Paolini, ma non mi e\' mai sfiorata l\'idea che sia un coc@inomane...

Mi allineo...
30 dicembre 2015 11:31 lele
...al commento che precede.
In fondo lo scopo era quello e molti ci hanno creduto.
Lo stesso valeva per Simoni, Tommeke e altri...
Il peccatuccio potrebbe essere stato fatto in un momento delicato della preparazione........e poi ha presentato il conto.

Geniale...
30 dicembre 2015 12:46 runner
Pur di trovare scappatoie si inventano scuse geniali.
Tanto di cappello a chi ha ideato questa storia dei sonniferi.
In buona sostanza "San Paolini" non è dopato, nè drogato!
E' solo vittima di tanto...sonno!
Tanto abbiamo capito tutti che ne uscirà fuori immacolato, in quanto è protetto dall'alto.
Ma almeno lasciateci la libertà di non credere a queste favole, per piacere.
In passato abbiamo dovuto far finta di credere alle caramelle della zia di Simoni o ad altre facezie simili...
I tifosi (almeno quelli che ragionano e che non credono alle favole)sono un po' stufi di essere presi in giro.

PECCATO
30 dicembre 2015 13:04 alessandro
Umanamente sono molto dispiaciuto per l'uomo Paolini. Per l'atleta Paolini è una grossa delusione per tutti i tifosi di ciclismo. Possibile che tutti sapessero e nessuno lo ha fermato. Il medico a cosa serve? Se veramente l'allarme che ha lanciato il dottor Besnati c'è da preoccuparsi...... Sarà meglio fare un passo indietro cari ciclisti? Oppure volete morire.....
Non mi riconosco più in questo sport. E' inutile dire che il ciclismo ti insegna a soffrire. Povero Martini, quanta passione metteva nei suoi racconti. E tutti lo stanno tradendo o lo hanno tradito. Chi fa così è solo un mediocre come uomo

Valutare i fatti con mente aperta e non solo puntando un dito!
30 dicembre 2015 16:47 Bartoli64
Guarda runner che i tuoi “ragli” sul caso continuano a far spudoratamente SCHIFO!

Di un po’, cos’è che ti turba tanto? Qui nessuno sta “santificando” Paolini e mi sembra oltremodo evidente che ad una positività per coca riscontrata in competizione seguirà una sacrosanta SQUALIFICA, peraltro abbastanza lunga da far affossare definitivamente ogni speranza di rientro (visto che il corridore ha già 39 anni e non mi pare abbia manifestato tutta quest’entusiasmo per questo ambiente che lo ha letteralmente “tritato”).

Dal (basso) della tua somma incompetenza proprio non riesci a capire che assumere della coca significa far schizzare all’impazzata gli aghi anche del più vetusto dei cromatografi (ma sono sicuro che non sai neppure di cosa stiamo parlando).

Invece di fare tanto il dietrologo (soprattutto per riabilitare il tuo “santo” del cuore in maglia arancio), perché non provi a considerare che la positività di Paolini è stata riscontrata a Tour giù bello che avviato e che l’assunzione di quella maledetta sostanza è magari dovuta ad un maledetto problema?

Io NON propongo nessuno sconto per la sua prossima squalifica, né chiedo una riabilitazione che, tra l’altro, NON è affatto la Giustizia sportiva a doverla dichiarare, anzi, auspico che presto la coca venga inserita tra le sostanze vietate anche fuori competizione, di modo che qualunque atleta abbia verso la sostanza una qualsiasi forma di dipendenza risolva PRIMA i propri problemi e comunque sempre FUORI dall’ambiente delle corse.

Per questo mi rivolgo NON a te ed alla tua ottusità, bensì a blogger come Alessandro e Lele i quali - ancorché giustamente dispiaciuti e delusi - dovrebbero considerare come il fatto in questione non può per forza di cose essere equiparato come una pura e semplice volontà di doparsi, né tantomeno essere confrontato alle positività di Simoni (ed anche a quella di Pontoni aggiungerei io), riscontrate in periodi storici durante i quali nel ciclismo ci si mandava dentro di tutto confidando in controlli ed i macchinari molto, ma molto, meno frequenti ed avanzati di oggi.

Considerate invece la storia di Paolini (e quella non la può certo “interpretare” nessuno) perché come ho già scritto decine di volte si tratta della storia di un Uomo e di un Corridore dal comportamento specchiato, che NON può essere diventato uno spudorato assuntore di droghe pesanti senza portarsi invece addosso un grosso problema personale.

Bartoli64

Comunicato
30 dicembre 2015 18:52 Fra74
copio ed incollo parte dell'articolo pubblicato su tuttobiciweb:"Luca ha quasi 39 anni e una bella famiglia che lo aspetta a casa a Faloppio (Como). La moglie Elena, i figli Gaia (15 anni) e Filippo (3). Il corridore s’è fermato al controllo del 7 luglio: positivo alla coc..., quantità infinitesimali, tanto che la stessa Uci parla di «assunzione in contesto ricreazionale». Nessuna voglia di prendere la polvere bianca per cambiare la prestazione. «Ma io, grazie all’episodio della coc..., sono tornato a essere una persona. Sono tornato a vivere. Sì, sono stato un pivello, ma se questo diventa il prezzo da pagare per star bene come persona, lo accetto più che volentieri». 

«Prendevo gocce per dormire – spiega a Gialanella Paolini -. Il principio attivo è la benzodiazepina. Ma crea una maledetta dipendenza. Io ne avevo bisogno alla sera, per riposarmi, per affrontare lo sforzo fisico e mentale del giorno dopo. Ho cominciato nel 2004 quando morì mio cognato (Marco Rusconi, fratello della moglie Elena, dilettante, ndr). Le prendevo, poi ho smesso, poi ho ripreso. Il vero problema è la vita di tutti i giorni, i problemi grandi e piccoli, e tutto questo si somma allo sport, alle tensioni, allo stress. A livello mentale ti intacca tanto. È qui che entra l’assunzione di quelle sostanze, è triste. E da quell’errore arrivi alla coc.... Me ne assumo tutta la responsabilità e non ho scusanti. Ma racconto questa storia perché la gente non ripeta i miei stessi errori. E molto ha contato il mio carattere»."

Premesso ciò, al di là del comunicato, penso che il Sig. LUCA PAOLINI, al momento della intervista, avrebbe fatto bene a specificare, semmai, ciò che il COMUNICATO ora puntualizza: ossia, la OCCASIONALITA' del fatto, dato che dalla intervista si può interpretare la frase in maniera diversa, e poi, a mio, sicuramente sbagliato, parere, avrebbe fatto bene a rileggere quanto da Lui dichiarato al giornalista prima di dare il suo consenso alla pubblicazione, in maniera tale da non incorrere in interpretazioni sbagliate. Gli altri articoli non li ho letti, ma su questo, è bene puntualizzare e precisare che il "tra-virgolettato" appartiene al Sig. Luca Paolini, il quale, pertanto, non specifica in alcun modo i tempi della assunzione di detta sostanza, ossia, una sola volta, massimo due, pertanto,ecco dove può nascere la non esatta interpretazione.
Ciò per chiarezza, e per consiglio qualora la prossima volta dovesse rilasciare altre interviste, di specificare sempre in maniera chiara e precisa affinchè non avvengano eventuali fraintendimenti.
Sinceramente, personalmente, non posso considerare il Sig. LUCA PAOLINI un soggetto che assume una sostanza in maniera continuativa, ma mi baso su quello che leggo nella intervista rilasciata, ove, sicuramente, non traspare il fatto che l'assunzione sia stata di una sola volta. Certo, scrivere di dipendenza è errato e lesivo, però l'intervista di cui sopra non "risolve" l'eventuale dilemma. Altro fatto ben più grave è dipingere una persona per quello che non ha dichiarato.
Francesco Conti-Jesi (AN).

ciao Luca
30 dicembre 2015 20:18 blardone
E\' bellissimo leggere i commenti perché nel bene e nel male parlano di Paolini.Questo vuole dire che sei un grande e hai scritto la storia nel nostro ciclismo .se eri uno dei tanti non scriveva nessuno . Io ho corso con te nelle categorie giovanile ed eri il piu forte e lo hai dimostrato . L invidia di tante persone devono fare la tua forza per continuare ad essere un grande . Forza Luca torna presto

Poveretto
30 dicembre 2015 20:34 runner
Bartoli 64, ormai in questo blog ti conoscono tutti per i tuoi toni offensivi ed arroganti. Ma chi ti credi di essere? E perché la metti sempre sul personale?
Scrivi le tue opinioni e piantala lì di essere così maleducato.
Ad offendere saremmo capaci tutti, ma non mi metto certo al tuo basso livello.
Non ho parole...



X Bartoli
30 dicembre 2015 21:56 lele
Normalmente puntuale e arguto questa volta non hai capito il tenore del mio intervento.
Lungi da me il pensiero che chiunque possa doparsi con oppiacei ma certo che professionista durante una qualsiasi gara(a maggior ragione il Tour) non consideri il pericolo di un attimo di debolezza.
Tuttavia rimane sempre più viva in me la certezza che l'errore è stato fatto qualche mese prima dove la"debolezza" è rimasta vagante nel suo sangue e riafforata successivamente durante la gara più importante al mondo.
Questo è quello che penso io, che non è legge, solo un mio pensiero che credo molti abbiano ma di cui nessuno parla.
Pertanto tutto il resto dispiace, rattrista e commuove(forse).
Saluti

Rispondo a Lele
31 dicembre 2015 15:57 Bartoli64
Caro Lele,
da quel che ne so io (abbastanza poco), la coca ha un “rilascio” di metaboliti piuttosto lento, ma non penso proprio che questo rilascio possa essere durato addirittura per lunghe settimane perché presa ben prima del Tour.

D’altro canto, se fosse come tu ipotizzi, quale “kamikaze” ne azzarderebbe l’impiego in preparazione di una gara quando sa benissimo che può essere controllato (e ri-controllato) da un giorno all’altro?

Un professionista come Paolini che fino a quel momento aveva fatto una stagione super e si trovava ormai a termine carriera? Suvvia!

Per contro, se leggi l’intervista di oggi al Presidente dell’ACCPI Salvato, c’è la testimonianza di un blogger il quale, avendo fatto per tempo ricorso ad un sonnifero, oggi - a più di sei mesi da quando non lo prende più - dice di sentirne ancora le conseguenze!

Sai cosa mi disse una nutrizionista molto brava qualche tempo fa? Mi disse che prima di fare la nutrizionista era praticamente costretta a fare la “psicologa” questo perché, durante l’anamnesi dei suoi pazienti, almeno il 70% gli dichiarava di prendere un po’ “di… “ (e nella stragrande maggioranza dei casi erano psicofarmaci).

Ovvio che lì si tratta di pazienti afflitti da più o meno gravi disturbi alimentari e non certo di atleti professionisti, ma la testimonianza di questa dottoressa mi ha fatto molto riflettere su quale sia la (smodata) diffusione di questa categoria di farmaci.

Con gli psicofarmaci non si scherza ragà… e con i sonniferi a base di benzodiazepine ancor meno!

Ti faccio i miei auguri di buon anno.

Bartoli64

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