THE PROGRAM. Un pugno nello stomaco

STORIA | 09/10/2015 | 09:37
Non mi era mai capitato di andare al cinema sapendo già come sarebbe finito il film che stavo per vedere.  Ieri sera ho visto The Program di Stephen Frears, biopic su Lance Armstrong, sette volte campione al Tour De France, poi accusato di doping, privato dei propri trofei, radiato da ogni competizione e trasformatosi nell'emblema di uno dei truffatori più sofisticati e megalomani della storia dello sport.

In sala ci saranno state una trentina di persone non di più, quasi tutti uomini. Il film, dopo aver letto il libro da cui è tratto "Seven Deadly Sins: My Pursuit of Lance Armstrong" e le biografie dei compagni che hanno gareggiato al fianco di Armstrong, non rivela nulla di nuovo (riprende in modo evidente quanto già apparso nel documentario di Alex Gibney The Armstrong Lie, ndr) ma a mio avviso ha ripercorso le vicende storiche in modo efficace e coinvolgente. Guardando certe scene avrei voluto essere la bambina ingenua che adorava Armstrong dopo aver letto la sua biografia e non la cinica ragazza di oggi, che seppur con una sempre enorme passione per il ciclismo sa che l'uomo perfetto non esiste.

La parabola di Lance Armstrong non ha segreti in partenza. Il regista non ci prova neanche a mettere un punto di domanda: che Armstrong abbia mentito clamorosamente riguardo all'uso fatto di EPO e altre sostanze dopanti, durante la sua folgorante carriera, non è un mistero. Frears ci porta però con lui a bussare alla porta del camper di Michele Ferrari per entrare nel suo "programma" di allenamento alterato e da quel punto in poi non racconta la corsa su due ruote bensì l'incredibile aderenza di Armstrong alla sua bugia. La storia c'è e tiene incollati allo schermo nonostante la fine sia nota.

Sono cresciuta ammirando le imprese del texano, affascinata dalla sua storia quando ero una piccola ciclista alle prime armi lo consideravo il mio eroe per aver sconfitto il cancro ed essere tornato in sella più forte di prima, quanto accaduto nella realtà mi ha chiaramente fatto rivedere la mia stima nei confronti di un campione rivelatosi fasullo. Le immagini che ritraggono le sedute di trasfusione del sangue di Lance e compagni come una sorta di follia eroinomane di gruppo, in cui l'orrore e l'irrazionalità superano quasi il premio in gioco, mi hanno dato un pugno nello stomaco, soprattutto perché - dossier USADA alla mano - seppur nella finzione di un film assomigliano molto alla verità dei fatti.

Il regista riesce nell'intento di raccontare la storia di un uomo dal carattere forte che ha voluto sfidare la natura, il suo fisico inadatto e provare a se stesso prima ancora che al mondo che poteva farcela a "volare senza ali" come dice nel film. Finché un giornalista cocciuto quanto lui gli ha messo il bastone tra le ruote.

Della pellicola ho apprezzato soprattutto la contrapposizione tra il protagonista indiscusso della vicenda interpretato da Ben Foster e il "rivale" David Walsh (Chris O'Dowd nel film), che dopo averlo ammirato da giovane ha distrutto il castello costruito dal capitano della US Postal con una tenacia senza uguali. Il giornalista del The Sunday Times ha speso oltre un decennio per far luce sul programma di doping sistematico del texano e il film gli rende giustamente merito.

Il problema maggiore del film è che il pur bravissimo Foster non è più Armstrong del vero Armstrong: la performance attoriale che il plurititolato ha portato in scena in mondovisione per anni e anni è (purtroppo) insuperabile. È il classico caso in cui la realtà supera la finzione.

Detto ciò questo film mi ha aiutato a trovare un nuovo campione a cui fare riferimento. Crollato un mito, ho trovato un nuovo modello da ammirare. David Walsh e il suo giornalismo investigativo di grandissimo livello è un esempio da seguire per una giovane con penna e taccuino in mano come la sottoscritta.

Giulia De Maio
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COMMENTI
lo vado a vedere anch\'io
9 ottobre 2015 10:58 pego64
Brava Giulia mi hai convinto ....vado a vederlo anch\'io

finisco inadatto?
9 ottobre 2015 11:03 Francesco982
Si può dire molto di lui, ma non che abbia un fisico inadatto.

Non lo vedrò
9 ottobre 2015 11:59 geo
è un film che mi perderò senza problemi

9 ottobre 2015 14:17 ALE80
e' un film e va inteso come tale.

Non si vincono 7 Tour grazie esclusivamente a pratiche illecite.....Lance e' stato e rimarra' un campione immenso, di vita , di determinazione, di enormi sacrifici, nel bene e nel male....
All'epoca non era il solo....lo sappiamo tutti...e allora perche'lui ha vinto 7 TOUR DE FRANCE e gli altri no??





Bella recensione
9 ottobre 2015 15:46 vadoagile
La Giulia giornalista supera la Giulia atleta

9 ottobre 2015 16:13 maurimauri
bella recensione, forse un pochino "troppo" simile a quella di mymovies ;)

Non solo doping
9 ottobre 2015 18:02 Maxim
Non capisco la riluttanza a riconoscere quello che e\' accaduto. Il problema non e\' il doping ma il fatto che lui era il tessitore di un programma di doping sistematico senza precedenti che completamente integrato nel sistema. Armstrong non e\' solo stato un ciclista dopato come moltissimi della sus generazione ma e\' sopratutto un delinquente e frodatore che difatti adesso e\' braccato dal governo federale per frode.

ARMSTRONZ
9 ottobre 2015 18:06 simo
Sostenere che a quei tempi fossero tutti sullo stesso livello,trattamenti medici e potere politico,è un'idiozia.
A parità di sofisticazione chimica,non solo Ullrich - più grande talento atletico di Epolandia - pure i "domestici" Landis ed Hamilton lo avrebbero strabattuto.
Armstronz era una truffa che faceva comodo ai Verbruggeniani e all'ambiente.
Ricordiamo anche certo becerume giornalistico che si prostrava in ginocchio - col vassoio delle offerte in mano - di fronte al Campionissimo monouso,zeppo di dollari.
Viva il ciclismo che ha avuto il coraggio di ammazzarlo.

Simone Basso

W il ciclismo
10 ottobre 2015 02:48 lupin3
Sara la nostalgia, ma in settimana ho rivisto tre volte \"il Lombardia\": tra sceneggiatura, attori protagonisti e finale sono sicuro che é un film molto migliore. The end

IL VINO CONTRAFFATTO
10 ottobre 2015 10:48 ewiwa
Qualche anno fa si scoprì che una notissima casa vinicola italiana produceva vino contraffatto e pericoloso per la salute....grande risonanza e titoloni sui giornali.Mi trovavo la mattina seguente l'uscita della notizia presso una enoteca di un mio amico ed entrò una signora che chiese una bottiglia di questo vino contraffatto ed il mio amico molto sorpreso disse a questa signora: MA NON HA LETTO LA NOTIZIA DELLA CONTRAFFAZIONE? e questa signora rispose: ma chi se ne frega a noi in famiglia piace?
Non mi meraviglio nel leggere che qualcuno non solo gli piace Armstrong ma gli farebbe anche un monumento!!!!!!INCREDIBILE ANIMO UMANO!!!!!!!!!!!!!!

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