ARUFFO. MEGLIO LEZIONI DI OLANDESE CHE DI FRANCESE
TOUR DE FRANCE | 05/07/2015 | 11:00 Direttore buongiorno e buona domenica.
Dopo aver letto il tuo editoriale di presentazione sul Tour, ho deciso di effettuare una prova sul campo, vincendo la mia ormai atavica diffidenza a prendere lezioni, sicuramente condizionato dall'essere figlio di maestri delle scuole elementari nonché giornalista fuori corso. Il via della televisione francese non mi è piaciuto per niente: in mezzo alla gente che si divertiva tra la Domtoren (torre del duomo) e la Cattedrale di San Martino il maxischermo ci ha fatto vedere Nibali al massimo per un minuto e mezzo tra partenza e arrivo. Dovevano inquadrare Demare, Gallopin e però Peraud, come ama dire Riccardo Magrini.
Bene, andiamo oltre: il PPO tanto caro ad Angelo Costa è identico a quello del Giro d'Italia. Il Punto di Passaggio Obbligatorio ha funzionato bene nei giorni della vigilia. Ieri, con la cronometro, confusione totale: addetti che ti fanno girare a vuoto perché non istruiti a sufficienza e per farla breve ci siamo ritrovati in mezzo alla carovana pubblicitaria insieme con i mezzi delle squadre e degli stessi organizzatori. Siamo stati salvati da un motociclistica della gendarmeria francese. A Utrecht il cuore del Tour era il Parco delle Esposizioni Jaarbeurs, estensione enorme adiacente alla stazione ferroviaria e al centro della città.
Qui, la prima sorpresa è l'accesso libero per tutti; la seconda è un ristorante com quattro menù: francese ovviamente, poi statunitense asiatico e, meraviglia delle meraviglie, italiano. Gli olandesi sono stati splendidi come per altro ad Amsterdam quando lì era partito il Giro d'Italia e, siamo convinti, come sarà l'anno prossimo nella provincia del Genderland che ha scelto di ospitare la nostra sempre affascinante e per i corridori difficile corsa rosa. Tantissimi i punti di informazione, riconoscibilissimi e gentilissimi i ragazzi pronti a rispondere sempre con il sorriso sulle labbra. Anche noi facciamo così in Italia, vero? La folla accalcata dietro le transenne del percorso era solo parte di quella che aveva affollato il centro di questa città famosa per la sua università fondata nel 1636 e che, nel contempo, ha annunciato per l'anno prossimo l'apertura di un parcheggio per biciclette da 12500 posti: il più grande del mondo.
Più del Tour pedalato e non avendo più obblighi di cronaca quotidiana, ho girato al largo degli agi e delle comodità televisive della sala stampa per immergermi nel Tour degli sportivi e delle famiglie; dei chioschi di ristoro allestiti in piazze e piazzette; di persone non necessariamente giovane i quali, vestiti da ciclisti degli Anni Sessanta, si divertivano loro per primi a dare spettacolo tra passanti stregati dalla loro simpatia contagiosa. Sentito qualche fischio di disapprovazione da parte olandese verso il connazionale Lars Boom, il corridore al centro del caso "valore basso di cortisolo" a testimonianza che, da queste parti, l'etica ha un valore al di là dei cavilli legali.
Ecco, fine della prima lezione. Morale della favola: preferisco lezioni d'olandese a lezioni di francese.
Che i francesi siano nazionalisti è fuori di dubbio, hanno comunque dedicato del tempo e delle immagini a Nibali, cosa che non hanno fatto i giornali italiani tutti, tranne, stranamente, "La Stampa" di Torino.
ma peggio ancora di italiano
5 luglio 2015 18:32Piccio
Con Novelli che ti fa addormentare davanti alla Tv e con Lelli che non sa proprio cosa sia la grammatica italiana
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