I VOTI DI STAGI. CASTELLANO, VEGNI, COLEDAN E QUELLI DELL'UCI

GIRO D'ITALIA | 25/05/2015 | 19:12
di Pier Augusto Stagi


Alberto CONTADOR. 10. A Sanremo era l’uomo da battere, oggi appare imbattibile. Ha al proprio fianco una squadra volenterosa ma poco efficace, eccezion fatta per l’eterno Matteo Tosatto, Manuele Boaro e Yvan Rovny. Gli altri, per quello che hanno fatto in carriera e potrebbero dare, lasciano molto a desiderare. Alberto, però, desidera vincere: e vincerà. Parere personale: crono lunga, crono bagnata, il problema è solo soltanto questo Contador: troppo forte, tornato sui livelli di quattro anni fa. Questo è il vero problema.

Fabio ARU. 9. Lui si dice soddisfatto ma non soddisfattissimo, soprattutto per la crono di Valdobbiadene: fa bene a pretendere il massimo da se stesso, ma se valutiamo le sue due settimane e teniamo conto di come era arrivato a questo Giro io non posso che dirgli bravo. È secondo e se riuscirà ad ottenere anche una bella vittoria di tappa, cosa si potrebbe pretendere di più da un ragazzo di soli 24 anni? La vittoria finale? A me va già bene così.

Andrey AMADOR. 8. Il costaricano zitto zitto è lì, sul podio virtuale, sognando quello di Milano. In carriera ha vinto una sola corsa, la tappa di Cervinia al Giro di tre anni fa. Ora l’uomo che fugge dai coccodrilli e ha rischiato di massacrarsi un ginocchio finendo contro un cactus sogna un piazzamento di prestigio per se stesso, per la sua squadra e per un Paese che è già in delirio.

Mikel LANDA. 8. Quarto in classifica, una bella tappa nel proprio carniere. Capitano o gregario, uomo d’attacco o di difesa, una cosa è certa: è una pedina importante nello scacchiere Astana. Martinelli scruta il cielo e studia le cartine. Qualcosa si inventerà, anche con l’aiuto di questo prezioso corridore.

Yuri TROFIMOV. 7. Il russo della Katusha può essere uno di quei corridori in grado di far saltare il banco. Da tenere d’occhio.
 
Damiano CARUSO. 7. Vive una giornata difficile sulle strade che portano a Campiglio, in una tappa che lui stesso definiva adattissima ai propri mezzi. Fatica e perde qualcosa, ma non molto. È il secondo degli italiani dopo Aru. Settimo in classifica generale a 7’10”. Dopo aver ottenuto un 9° posto alla Vuelta 2014, ha la concreta possibilità di chiudere ancora nei top ten. Per il Team Bmc sarebbe come aver vinto il Giro, per Damiano, anche.

Roman KREUZIGER. 5. Se è venuto qui per preparare il Tour, allora abbiamo capito tutto. Se non è così, c’è da preoccuparsi.

Ryder HESJEDAL. 4. È la brutta copia di quello che abbiamo ammirato qualche anno fa proprio qui sulle strade del Giro.

Steven KRUIJSWIK. 7. Non è di primo pelo, è un corridore fatto e finito. Però in queste due settimane mi ha colpito per la sua voglia di fare, di andare all’attacco, di onorare la corsa.

Rigoberto URAN. 4. È arrivato qui malaticcio, ha dovuto sempre ricorrere. Non è facile guarire al Giro d’Italia.

Damiano CUNEGO. 5. L’altro giorno è anche caduto e non è mai piacevole, però il Piccolo Principe deve lasciar perdere l’idea di classifica, per provare a vincere una bella tappa.

Marco COLEDAN. 8. Il ragazzo della Trek ha deciso di metterci la faccia e di denunciare il «cretino» di Genova, che con la sua bicicletta a scatto fisso ha provocato la caduta a dieci chilometri dal traguardo. Un esempio anche per i suoi colleghi, che mugugnano sempre, ma poi alla resa dei conti fanno spallucce. Bravo Marco e brava l’ACCPI che lo supporterà.

Carmine CASTELLANO. 10. Con grande garbo racconta in «Tutto il rosa della mia vita» i suoi 30 anni al seguito e a capo del Giro d’Italia. Un racconto appassionato e passionale, pieno di aneddoti, riflessioni e qualche considerazione tutt’altro che diplomatica. L’avvocato del ciclismo si racconta a cuore aperto, con il cuore.

Mauro VEGNI. 8. L’ho già detto, anche con un crono di 30 chilometri, Contador avrebbe dato un minuto e mezzo ad Aru. Il problema, però, è che c’è Contador. Un Alberto tornato su livelli eccezionali. Questo è il vero problema di questo Giro. Altra considerazione: Porte e Uran sono mancati clamorosamente. Se fossero andati come tutti pensavamo, questo Giro avrebbe avuto due protagonisti in più. Invece il colombiano è arrivato qui ammalato, e il tasmaniano stracotto. Difficile per Aru contrastare da solo questo Contador.  

UCI. 4. Una delle maglie più vendute (chiedere al maglificio Santini) è la maglia nera. Fausto Pinarello, figlio di Nani, mitica maglia nera, da diversi anni sta cercando di far allargare a cinque le maglie ufficiali in un Grande Giro. La maglia nera, oggi più che mai, incontrerebbe molta simpatia tra i tifosi e molto interesse tra i corridori. L’idea piace agli organizzatori, che nulla possono fare perché c’è un regolamento blindatissimo che parla di sole quattro maglie ufficiali. Per la sua miopia, maglia nera all’Uci.
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COMMENTI
Esatto Stagi
25 maggio 2015 22:57 ciano90
Lo dica anche a Gatti che il problema non è la crono!

Non si finisce mai di imparare
25 maggio 2015 23:39 pickett
Credevo che il problema del Giro fosse il poverissimo cast,o le DISASTROSE,IGNOBILI riprese televisive,attorno alle quali,da parte della stampa,esiste un'autentica congiura del silenzio.E che sono una delle cause principali dell'abisso che separa il Giro dal Tour.Apprendo invece stasera che il vero ,fondamentale guaio che affligge il Giro è la mancanza della maglia nera!Rob de matt!

se e ma
26 maggio 2015 08:27 lukabullo
Con i se e i ma non si riscrive la storia. La crono da 60km è stata una cavolata (eufemismo), pazzesca! Rovinata l'ultima settimana del Giro! Aru vincitore morale e dovesse finire il Giro con questo distacco

Coledan chi?
26 maggio 2015 14:12 nonmollaremai
Ma ho letto bene?
Marco Coledan parla e si lamenta della sicurezza?
Ma si tratta dello stesso Marco Coledan che è stato squalificato dal Tour du Rio per insulti razzisti, fratello di quel Coledan che ha scaraventato una bici contro Zurlo in una gara per dilettanti?

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