Il ministro Lamour: l'Uci ha colpe serie, è troppo debole

| 01/07/2006 | 00:00
E’ un sabato di commenti più che di fatti nuovi, quello che segue il venerdì nero del ciclismo. Il ministro francese dello sport, Jean-François Lamour, si è mostrato decisamente critico nei confronti dell’UCI che ha accusato di “essere troppo debole e di non riuscire a portare avanti una lotta concreta al doping, fatta di regole applicate in tutti e cinque i continenti”. E ancora: “L’Uci dovrebbe parlare chiaramente del doping e invece non lo fa. Bisogna organizzare un’azione congiunta in tutti i paesi perché sia veramente efficace. Bisogan aumentare il numero dei controlli a sorpresa durante i periodi di preparazione, perché è in quel frangente che chi si dopa agisce. C’è gente che sparisce per settimane intere e chissà cosa fa…”. Oggi ha parlato anche Jaime Lissavetzky, segretario di Stato per lo Sport del governo spagnolo, che ha spiegato come “la legge che stiamo discutendo va contro il doping e non contro il ciclismo. Non voglio giudicare quanto è successo ieri al Tour, ma so soltanto che esiste un’indagine della Guardia Civil e che quest’ultima ha fatto di tutto per identificare i ciclisti coinvolti. Il ministro francese Lamlour ci ha chiesto di fare il più in fretta possibile e noi in questo senso abbiamo lavorato e credo che la Spagna possa andare a testa alta. Ora bisogna distinguere l’aspetto legale da quello che concerne i ciclisti, ma io non posso entrare nelle decisioni prese dall’UCI. Piuttosto mi auguro che nel prosieguo delle indagini si possa contare sulla cooperazione con l’Interpol e la Wada”. Al termine di un lungo "viaggio" sui siti internet più importanti, possiamo dirvi che la stampa internazionale appare compatta nel commentare che "il ciclismo professionistico è seriamente ammalata" e che i fatti di ieri "rappresentano solo l'inizio di una importante operazione di pulizia che riguarderà tutto il mondo del ciclismo professionistico, i suoi corridori, i suoi manager e i suoi dirigenti".
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