Mille500 CanNibali a cena con Vincenzo: «Ora il Mondiale»

PROFESSIONISTI | 10/08/2014 | 11:52
A lui, la star, viene concesso di abbandonare la festa che è quasi l’una di notte. I suoi amici andranno avanti fino alle luci dell’alba per una gioia attesa da una vita a Lamporecchio. Ufficialmente, alla cena in onore di Vincenzo Nibali e della sua maglia gialla si dovrebbero sedere 812 persone, ma alla fine sono oltre 1.500 quelli che riempiono fino all’inverosimile lo spazio dell’Arci di Mastromarco, la seconda casa dello Squalo. Qui Nibali ci è arrivato che aveva 15 anni, con una testa piena di sogni e nessuna certezza. Solo una grande autostima. Lui non era venuto via da Messina perché voleva fare il corridore, lui voleva diventare campione, diventare il numero 1. E’ andato oltre, è diventato una delle icone dello sport italiano di una straordinaria normalità. Sapete come è tornato a casa mercoledì da Eindhoven, dopo i circuiti post-Tour tra Belgio e Olanda? Alla guida di un minivan affittato con Alessandro Vanotti.

Programma Ma la lunga giornata era cominciata molto prima. Subito dopo pranzo, nella sua casa, l’incontro decisivo per il piano-mondiale. Attorno al tavolo della cucina, lui, il c.t. Davide Cassani, l’allenatore Paolo Slongo e il diesse Beppe Martinelli. «Al Mondiale ci tengo — ha garantito Nibali —. Anzi, diventa il mio prossimo obiettivo». Cassani ha chiesto chiarimenti sul programma e la risposta è stata chiara: «Correrò il Trittico Lombardo (Bernocchi 16 settembre, Agostoni 17 e Tre Valli Varesine 18, ndr) e il Memorial Pantani (il 20: probabilmente in maglia azzurra e non Astana, ndr). Prima forse farò uno stage in altura per mettere a punto il motore. Ci sarebbe anche un viaggio in Kazakistan (dal 26 al 30 agosto, ndr) ma vediamo. Forse possiamo spostarlo a dopo il Mondiale». Parole che hanno convinto il c.t. che, nonostante consideri il velocista tedesco Degenkolb il grande favorito, si sbilancia: «Con un Nibali così, sono ancora più orientato a fare una squadra con gente forte in salita. Ha voglia di essere protagonista. Mi ha dato garanzie pure su Vanotti e Scarponi». Su Fabio Aru, nonostante sia compagno di squadra, Nibali è freddino: «Troppo giovane, per un Mondiale serve esperienza».

Io e Paolo Al teatro comunale la conferenza stampa è aperta al pubblico. Quando sale sul palco, Andrea Tafi è il primo ad alzarsi per dare il via alla standing ovation. La prima domanda è sul ciclismo femminile: «Non lo conosco bene, ma per mia figlia gradirei un altro sport». Poi un salto indietro: «La vittoria al campionato italiano ha dato fiducia alla squadra. Dopo il Delfinato, io e Slongo eravamo tranquilli, Martinelli meno». Il legame con Slongo è solidissimo: Nibali spiega come il tecnico trevigiano, che anticipava le tappe, fosse una specie di occhio al Tour che gli garantiva tranquillità. Martinelli interviene: «In corsa Slongo mi ha mandato 920 sms». Poi un uno-due ai suoi rivali: «Il ciclismo non è solo watt, potenza e forza in salita. Bisogna guidare bene. Froome si è “sdraiato” tre volte in due giorni. Non so se è normale, se è solo sfortuna o non sa andare in bici. Poi Sky non ha fatto niente. Come facevano a puntare alla vittoria se tre giorni dopo il ritiro di Froome è saltato anche Porte?». Frasi che hanno strappato un fragoroso applauso del pubblico.
A Tafi che, incantato dopo quello che gli ha visto fare sulle pietre di Arenberg, lo spinge a provare la Roubaix, la risposta è definitiva: «No, non la farò. Troppo pericolosa e viene in un periodo troppo particolare della preparazione». Già, il 2015: doppietta Giro-Tour? «L’idea c’è, ma non so se potrò essere al top in entrambe». Slongo la prende con più cautela: «Giro e Tour sono troppo vicini per pensare di farli ad alto livello, però la nuova sfida è interessante».

Dopo il teatro, la pedalata di tre chilometri da Mastromarco a Lamporecchio, dove gli è stata conferita la cittadinanza onoraria, e il saluto ai tifosi dal balcone del municipio. Poi è arrivato il momento dei CanNibali, il suo primo fan club, e della loro lunga cena.

da «La Gazzetta dello Sport» del 10 agosto 2014 a firma Claudio Ghisalberti
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