Sette pagine e un incredibile silenzio. La “Gazzetta dello sport” non ha ritenuto di dedicare una riga allo sfogo di Diego Ulissi sul traguardo di Sestola. Il nuovo campione, legittimamente, ha chiarito a chi gli rinfacciava di non aver vinto la terza tappa i suoi buoni motivi: «Dopo il successo di Montecopiolo ho dormito pochissimo. Arriviamo in albergo tardissimo, mangiamo tardissimo, andiamo a dormire tardissimo. In compenso, stamattina sono venuti a farmi un controllo antidoping alle 6. Ho corso tutto il giorno con la testa confusa. Ho temuto di svenire. Non sono contro l’antidoping, ci mancherebbe. Ma trovo l’orario scelto abbastanza vergognoso».
Si può essere d’accordo o in disaccordo con Ulissi. Si può ridire sull’opportunità della sua scelta, si può spiegare che l’antidoping ha le sue esigenze tecniche, si può giustamente ricordare che il ciclismo si ritrova in questa situazione aberrante (manca solo il braccialetto elettronico dei detenuti ai domiciliari) per colpe soltanto sue. Si può dire tutto, ma bisogna dire. Per conto mio, trovo davvero giustificato il malumore di Ulissi. Non penso proprio che se il controllo fosse arrivato alle 7,30 anziché alle 6 sarebbe cambiata la storia dell’antidoping. Non credo. E comunque vado sempre a un punto che mi sta qui: e cioè l’idea che lo stesso trattamento andrebbe riservato a tutti gli atleti. Dal calcio al curling. Vorrei proprio vederla, la “Gazzetta”, se i controllori si presentassero nelle camere di Juve e Roma alle sei di una simpatica finale. Vorrei vederla e sentirla, l’indignazione.
Non è una questione da poco. E’ una questione che Ulissi solleva con pieno diritto e che un giornale, prima di tutti un giornale sportivo, avrebbe il dovere di registrare. Poi magari gli metti vicino un commento dal tono feroce, Ulissi taci e pedala. Ma si tratta il tema. Invece niente. Sette pagine senza un riferimento. A Ulissi dedicano soltanto quattro righe avvelenate di Luca Gialanella, che gli intima di tirare fuori il temperamento e di correre meglio. Se gli tirava pure due cazzotti sui denti faceva servizio completo. Non vorrei essere frainteso. Questa non è una lezioncina di giornalismo: proprio non è il mio genere, rispetto massimamente il lavoro dei colleghi, ho già le mie difficoltà a fare le cose mie per pensare di insegnare qualcosa a qualcuno. Tanto meno questa è una difesa indiretta del doping: sempre viva i controlli, sempre abbasso i furbetti dell’aiutino. Ma questo è tutto un altro caso. L’ha spiegato bene lo stesso Ulissi: non sono in discussione i controlli, sono in discussione solo i modi e i tempi. Prova tu a bussare nelle camere di Inter e Napoli alle sei di mattina: vedi se non scoppia la guerra mondiale. Poverini loro, i calciatori, mica possono giocare una finale dopo la sveglia alle sei di mattina. E i ciclisti? Cosa voglioni i ciclisti, sono zozzi e maledetti, la prossima volta se ci gira bussiamo anche alle quattro….
Qui la apro e qui la chiudo. Continuo a pensare che lo sfogo di Ulissi comunque meritasse uno spazio adeguato. Per difenderlo o per censurarlo, questo non importa. Ciascuno la pensa come vuole. Però pensiamoci. A meno che non mi vengano a dire che gli spazi sono ristretti: in 7 pagine non ci sta tutto. Caro Ulissi, che ti devo dire: puoi sperare ti diano retta quando la Gazzetta dedicherà al Giro 36 pagine.
Ma lo vogliamo capire che alla maggiorparte degli italiani di ciclismo non ne frega nulla... Quindi non scandalizziamoci se la gazzetta ( anche se organizza ) non scrive piu di tanto tanto legge solo una minima parte di appassionati le pagine del ciclismo quindi inutile scrivere l ora dei controlli tanto molti arrivano alla parte del ciclismo e chiudono il giornale..
Caro Dott. Gatti,
19 maggio 2014 19:26Fra74
condivido in parte il Suo articolo, sopratutto sul fatto del "potere forte" di altri sport, vedi il tanto odiato, almeno da parte mia, calcio. Però, questo è il sistema CICLISMO, pertanto, lo sfogo del Sig. ULISSI mi è parso fuori luogo come stile e modo,ha fatto bene ad enunciarlo, ma lo doveva fare in altri termini, rimproverando, semmai, l'ASSOCIAZIONE CICLISTI PROFESSIONISTI ed I CICLISTI STESSI che non hanno voce in capitolo, domandandosi il perchè. Ecco.
Francesco Conti-Jesi (AN).
x maicol
19 maggio 2014 21:15fido113
Al sottoscritto il ciclismo interessa e molto e a giudicare dagli ascolti RAI delle dirette di 5/6 ore ( ripeto 5/6 ore)ci sono moltissime persone che lo seguono. Se a lei non interessa vada allo stadio e non legga e tantomeno commenti articoli di ciclismo. Semplice no???
seguo il ciclismo
19 maggio 2014 22:35FORCING
seguo il ciclismo e devo dire cari prof ve la siete cercata.....
Ulissi ha ragione
19 maggio 2014 23:16cesco381
Ulissi ha ragione, e' una vergogna, per fortuna che tuttobiciweb da spazio alla questione posta da Ulissi. La gazzetta con tutto ciò che ha fatto contro il doping se avesse preso le "difese" di Ulissi avrebbe fatto solo che del bene restituendo dignità agli uomini che per professione fanno i ciclisti.
Francesco Iesi farebbe bene a stare zitto, ancora una volta ci ha dato prova della sua saccenza da c...ne!
x fido 113
19 maggio 2014 23:20maicol
mi hai frainteso anche a me piace il ciclismo..ho solo detto come stanno realmente le cose..e va be la rai ti puo far credere che fa ascolti incredibili..come quando dicono tantissima gente sul percorso...ma sanno cosa vuol dire tanta gente sul percorso? ok in irlanda si vero sembrava quasi il tour..ma sabato a montecopiolo non sembrava di essere al giro..io c ero e ne ho viste tante di tappe..poi finche mettono gente come beppe conti in tv dove vogliamo andare...
maicol
20 maggio 2014 09:35siluro1946
La madre dei ... è sempre incinta. Leggo la Gazzetta da quando costava 50 lire, ed ho sempre e solo letto le pagine di ciclismo!!! Abolire tutto ciò a cui non si è interessati, è tipico di menti poco allenate alla democrazia ed al convivere civile. Dopo il calcio, naturalmente, non mi sembra che ci sia sport che emerga d'imperio su tutti gli altri. Inoltre se si confrontassero gli sport praticati, e non "poltronati" qualcuno avrebbe delle sorprese. Bravo Gatti, bravissimo Ulissi.
D'ACCORDO CON GATTI E CON ULISSI
20 maggio 2014 10:18fredyguarin14
Mi stupisce vedere come ci sia gente capace di schierarsi dalla parte opposta rispetto all'atleta della Lampre e del Dott. Gatti in quanto è palese la colpa degli addetti all'antidoping. Sappiamo benissimo come nel ciclismo siano importanti l'alimentazione, l'allenamento e tante altre piccole e grandi cose, ma al contempo fondamentale è il riposo. Parlo per esperienza personale: ci sono stati un paio di giorni che per un motivo o per un altro invece di riposare 7 ore a notte, l'ho fatto per circa 5 ore. Beh, mi sono sentito male per tre giorni! Un ciclista che deve sostenere sforzi del genere per tre settimane con circa 190 km da fare ogni giorno e con un infimo giorno di recupero ogni 6 giorni, deve riposare ed avere il diritto di poter beneficiare di un recupero, almeno di notte.
Ulissi ha pienamente ragione quando dice che ci vorrebbe un pò di buon senso: svegliarlo alle 8 piuttosto che alle 6 era doveroso non solo nei suoi riguardi, ma anche in tutti gli altri atleti.
Le chiacchiere da bar poi sono grasso che cola: sono un lettore assiduo della "rosea" , ma qualche settimana fa ho inviato una mail alla redazione della Gazzetta, cercando di farmi spiegare il motivo per il quale fosse più importante il futuro di Seedorf sulla panchina milanese, piuttosto che la vittoria di Evans al Giro del Trentino, ma purtroppo non ho avuto una risposta soddisfacente.
Rassegniamoci ragazzi: esiste solo il calcio... il resto è noia......
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