Ulissi da lode, Evans da lodare, Cunego e Santino che botta

I VOTI DEL DIRETTORE | 17/05/2014 | 20:33
di Pier Augusto Stagi                       -


In pratica il Giro è cominciato oggi, anche se si pedala da una settimana e in queste prime otto tappe i corridori hanno dovuto passarne di ogni: pioggia, vento e gelo. Poi le cadute, soprattutto quella di Cassino, che hanno segnato in tutti i sensi questa prima settimana di Giro. Oggi prima tappa di montagna sugli Appennini, primo arrivo in salita, nel nome di Pantani. Orlando Maini (voto 9), uno che Marco ce l’ha sempre nel cuore, sceglie il modo migliore per onorarlo e ricordarlo. Vince con Diego, nel nome di Marco. Poche parole. Solo un urlo, quello di Ulissi: boia deh!

Diego ULISSI. 10. Ha classe da vendere, ma come dice Michele Bartoli deve solo prenderne coscienza. A Viggiano il primo acuto, oggi il secondo. A Montecassino – in quella giornata di pianti e dolore – lui si fa notare per un finale eccezionale: uno scatto dal gruppo degli inseguitori che gli vale un 9° posto che dice molto più di questo piazzamento. Sta bene. E quando sta bene, questo ragazzo è tutto da seguire. Anche domani. Per dirla come dicono gli ultrà della sua Juventus: non c’è due senza tre.

Cadel EVANS. 8. Era atteso al cambio di maglia e lui si è fatto trovare pronto: dopo 12 anni. Squadra forte e reattiva, lui sereno e determinato. Ha la gamba e l’esperienza per arrivare fino in fondo in maglia rosa. Lo danno per bollito, intanto gli altri friggono.

Nairo QUINTANA. 8. Non era il suo arrivo: salite troppo veloci, troppo basse, poco lunghe, ma avverte tutti: qualche secondo lo ruba a tutti. Nairo c’è.

Rigoberto URAN. 7. Corre con grande attenzione, sempre nel vivo della corsa. Non si fa sorprendere e resta lì con i migliori.

Domenico POZZOVIVO. 7. Vale lo stesso discorso fatto per Quintana: ama le vette da capogiro, ma riesce in ogni caso a correre con grande personalità, grazie anche ad una grande squadra.

Rafal MAJKA. 7. Se ne parla molto poco e lui fa finta di nulla: ma è lì.

Wilko KELDERMAN. 7. Ha appena 22 anni e Cadel Evans lo cita assieme a Majka tra gli uomini più in forma e interessanti. Per questo ragazzo olandese è più di un attestato di stima.

Fabio ARU. 6.5. Gli togliamo mezzo punto solo perché gli manca mezza pedalata nel finale. Giovane è giovane. Tosto è tosto. Il primo critico è lui. Io mi limito a incoraggiarlo: vai avanti così. Giorno per giorno.

Ryder HESJEDAL. 6. Poco appariscente. Poco acclamato. Anche lui per il momento resta attaccato al treno dei migliori, ma pedala molto bene.

Pierre ROLLAND. 7. Ci prova, fino alla fine. Attacca alla grande in discesa e poi in salita. Meritava qualcosa di più. Ma lo rivedremo presto.

Franco PELLIZOTTI. 6. Corre con intelligenza tattica, dote di cui pochi possono disporre. Per ora è lì alle spalle di tutti. Domani, inteso tra un po’, vedrete che sposterà la sua ruota sempre più in là.

Ivan BASSO. 6,5. Dato per finito o bollito, anche lui è lì con la nobiltà vera di questo Giro. Saranno in molti a dover fare i conti con lui. Fino alla fine.

Matteo RABOTTINI. 5. Era una tappa a lui congeniale: manca l’appuntamento.

Julian David ARREDONDO. 7.  Entra nella fuga di prima giornata ed è l’ultimo a cedere quando viene ripreso e superato da Pierre Rolland. Nasce ciclisticamente nelle  Marche con il Tean di Rodolfo Massi, si fa apprezzare con il Team Nippo di Andrea Tonti, ed è oggi uno dei corridori più interessanti dell’allegra brigata di Luca Guercilena alla Trek.

Stefano PIRAZZI. 5. È al suo quinto Giro d’Italia, un anno fa ha portato a casa la maglia blu Mediolanum dei Gran Premi della Montagna, e non so quanti chilometri di fuga. Attacca sempre, ma spesso sbaglia anche i tempi. Oggi, in verità, si fa prendere un po’ troppo dalla foga di strafare e paga nel finale. È un gran bel corridore, ma deve fare un salto di qualità dal punto di vista tattico.

Ivan SANTAROMITA. 4. Era ben messo in classifica, oggi precipita mestamente e pesantemente. Speravo di santificare degnamente la domenica, invece sono costretto a registrare la giornata no del nostro Santino. 

Damiano CUNEGO. 4. È partito con il ruolo di Jolly e uno spirito molto buono all’interno della squadra. Sorridente, motivato, disponibile, non più un oggetto estraneo all’interno della squadra. È un Damiano che sembra tornato a divertirsi in bicicletta. Oggi non ci riesce molto, ma ci farà divertire.

Przemyslaw NIEMIEC. 7. Fora proprio nel momento meno indicato, quando il gruppo sta procedendo a tutta velocità poco prima di affrontare il Carpegna. Lui non si perde d’animo: insegue, li riprende, poi resta senza fiato. Vince anche lui il personalissimo premio della malasorte. Andrà meglio a Ulissi, che d’ora in poi  potrà contare a tutti gli effetti su uno che ha due attributi grandi così.

Mattia CATTANEO. 7. È uno dei più giovani del gruppo, ma oggi corre da veterano. Orlando Maini lo manda all’attacco di prima mattina con altri nove temerari (tra questi, oltre a Pirazzi,  un Bandiera e un Finetto da voto 7). Poi quando gli dicono di sfilarsi dal gruppo di testa per dare una mano a Ulissi, lui con assoluta naturalezza esegue l’ordine. Impara l’arte e mettila da parte. Fa quello che tra qualche anno altri dovranno fare per lui.

Michele SCARPONI. 8. Livido, malconcio e dolente per i postumi della caduta di Cassino, potrebbe mandare tutti a quel paese, invece lui lassù, in quel paese ci arriva: in bicicletta.
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COMMENTI
PIRAZZI
17 maggio 2014 22:46 colt
SONO D'ACCORDO DEL MODO SBAGLIATO DI CORRERE DI PIRAZZI,MA IL SUO DIRETTORE SPORTIVO DOV'E??BASTA VEDERE COME HA FATTO LA SALITA ODIERNA DEL CARPEGNA.......

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