DUBAI. Kittel: grande vittoria, grande squadra. AUDIO
PROFESSIONISTI | 06/02/2014 | 12:31 Ha il sorriso dipinto in volto, Marcel Kittel, mentre aspetta di salire sul podio del Dubai Tour. Quella di oggi, per il velocista tedesco clase 1988, è la vittoria numero 46 della carriera. «Una vittoria molto importante, ottenuta grazie al perfetto lavoro della squadra. La mossa tattica decisiva è stata quella di farsi trovare nelle prime posizioni del gruppo quando siamo usciti dal tunnel. Ai 600 metri ho visto partire Phinney, sapevo che non voleva puntare alla vittoria, ma non potevo rischiare di perdere la sua ruota, così sono partito anch'io e l'ho saltato abbastanza agevolmente. La condizione? È buona e spero di migliorare nei prossimi giorni, sfruttando l'occasione che ci viene fornita da queste gare, che ci permettono di pedalare in ottime condizioni climatiche».
E a proposito dell'attesa sfida con Mark Cavendish a chi gli chiede se è giusto considerare ancora Cav il numero 1 degli sprint risponde, dopo un sorriso che vale più di mille parole, con diplomazia: «Non sta a me dire chi è il riferimento al momento della velocità. Ci sono corse che vinci e corse che perdi, è la vita, è lo sport. Io sono orgoglioso di poter lottare alla pari con i migliori sprinter al mondo e di provare insieme alla mia squadra le brezza della vittoria».
Nel file audio la conferenza stampa integrale (in inglese) del vincitore di tappa.
Kittel, Cavendish...chi più ne ha, più ne metta...nessuno di questi ha, o avrà mai il carisma e la classe di Mario Cipollini. Solo lui (e pochi altri) sapevano muovere le folle e mandare in delirio i tifosi. Gli atleti di oggi a confronto sono davvero poca cosa. E aggiungo che in una corsa come questa, con così poco pubblico, la sua presenza (anche solo come ospite) avrebbe fatto riempire le strade (adesso vuote). Visto che ormai le corse RCS, grazie al sig. Vegni, sono solo ed esclusivamente business, sarebbe stato un bel colpo di marketing se Cipollini fosse stato invitato.
Cipollini?
6 febbraio 2014 18:36Bastiano
Una volta c'era un altro ciclismo, oggi pensiamo ai giovani e dimentichiamoci di usare come bandiere atleti che forse, bandiere non possono essere.
6 febbraio 2014 18:42lele
Gli atleti di oggi sono poca cosa!
Hai ragione!
Dove sei Eufemianooooooooo!!!
Ma facci il piacere.....
Il marketing lo sta facendo lui a fare la pecorella in mezzo a quelli dell'Amore&Vita!
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