COOKSON! L'Uci volta pagina. LIVE

UCI | 27/09/2013 | 10:30
L'Uci decide questa mattina il suo futuro. È in pieno svolgimento a Palazzo Vecchio l'assemblea elettiva della Federazione Internazionale che dvee scegliere il suo nuovo presidente fra Pat McQuaid, che insegue il terzo mandato consecutivo, e Brian Cookson, numero uno della federazione inglese.

Sono toni decisamente accesi quelli del dibattito che si sta svolgendo con accuse reciproche di una parte all'altra e in questo momento - siamo alle 10.35 - si arriva ad uno dei momenti chiave: la discussione sull'applicabilità retroattiva delle modifiche allo statuto dell'Uci. Un punto dal quale dipende la vittoria o meno di Pat McQuaid.

La conta empirica dei voti per uno o per l'altro dei candidati porta gli esperti a dare una sostanziale parità, con un paio di voti in più forse per McQuaid ma l'impressione è che i giochi non siano ancora fatti e che nel segreto dell'urna qualche matita possa cambiare la posizione della croce all'ultimo momento.

Al momento, nelle dichiarazioni di voto espresse, molti grandi paesi sono in appoggio a Cookson mentre i piccoli - vedi Marocco e Barbados - scelgono McQuaid in nome della globalizzazione del lavoro svolto finora. Grandi o piccoli che siano i paesi, il voto dei loro delegati comunque vale sempre «uno».

Respinta la modifica dell'articolo 5.3 con 26 voti contrari, 9 a favore e 1 astenuto. Gli altri sei grandi elettori si sono tenuti le mani in tasca e non hanno dichiarato nessuna decisione.

Approvato invece il comma dell'articolo 24 che permette alle  federazioni continentali di avviare collaborazioni con gli stati nei quali non è presente una federazione nazionale (41 favorevoli e 1 astenuto). Polemiche sui conteggi: un membro dell'assemblea chiede un conteggio più chiaro ed evidente, McQuaid replica dicendo che non è possibile chiedere ai delegati di stare per minuti interi a braccia alzate. La tensione è palpabile.

Ed eccoci al momento chiave, quello in cui si discute la proposta malese di accettare candidature alla presidenza affiancando al paese per il quale è tesserato il candidato, anche quella di almeno due federazioni. Proposta simile avanzata anche dalla Francia. Si vota anche sulla proposta di Barbados e Turchia che chiedono che il presidente uscente possa candidarsi senza il sostegno di alcuna federazione.

Putrtroppo la connessione wi-fi va e viene e non è semplice aggiornarvi su quanto succede.

La Nuova Zelanda chiede di che queste proposte non siano retroattive, anzi che siano applicate dal prossimo anno in maniera che tutti possano recepirle al meglio. Si alza l'applauso, evidentemente è quello dei Cooksoniani.

Il dibattito si scalda: la Finlandia chiede di non votare oggi, la Korea replica chiedendo il voto ma la non retroattività della norma.
Da più parti viene chiesto il voto segreto su queste norme.
Un delegato africano commenta: «È ridicolo essere ridotti così nel XXI secolo». In effetti lo spettacolo è decisamente poco edificante.

Siparietto esemplare: chiedono se il Comitato Direttivo dell'Uci si sia espresso ieri riguardo queste questioni. Viene risposto di NO. Si alza Makarov e smentisce: «Certo, ne abbiamo parlato ieri». E McQuaid: «Ne abbiamo parlato, ma non sono state prese decisioni ufficiali». In discussione c'è la possibilità di cambiare il calendario dei lavori e qualcuno avanza la proposta di far slittare di un anno l'elezione del presidente. Sentiamo di tutto e il contrario di tutto.

McQuaid cerca di tirare le fila e di spingere verso il voto: «Chi è contrario si esprima in tal senso, se la mozione di Barbados e Turchia sarà respinta potrà essere ripresentata il prossimo anno».

Alla fine si vota con scrutinio segreto. Questo allungherà ulteriormente i tempi. Anche perché, se non abbiamo capito male, in caso di approvazione della modifica ci sarà una nuova votazione per decidere se potrà essere retroattiva o meno.

Intanto l'avvocato Verbist sta consultando lo statuto, l'assemblea si trasforma in una scolaresca disobbediente, gente che si alza e si sposta, chiacchiericcio diffuso che nessuno riesce a zittire.

Philippe Verbiest si pronuncia: «Se la maggioranza dei delegati voteranno per rinviare la modifica dell'articolo 51.1, questa sarà rinviata». E parte l'applauso. È sempre più complicato capire come e dove si andrà a finire: probabilmente anche gli esperti in diritto svizzero - più volte evocato - avrebbero delle difficoltà.
Anche i colleghi di madre lingua inglese faticano a capire, adesso c'è incertezza persino su cosa stiano votando i 42 delegati.

Fantastico: si vota per decidere se si debba votare o meno gli emendamenti all'articolo 51.1! Votazione a maggioranza semplice: se passa il sì, poi le modifiche dovranno essere approvate dai 2/3 dei votanti, altrimenti saranno respinte.

È evidente come sia in corso il braccio di ferro decisivo: l'esito di queste votazioni può convincere in un senso o nell'altro coloro che sono ancora indecisi.

Intanto a cinque chilometri da qui la corsa delle juniores è finita, le premiazioni sono state fatte, tra un'ora tocca agli Under, ma è come se tutto si stesse svolgendo su un altro pianeta.

La “chiama" è in corso, nel frattempo si infittiscono contatti e discussioni fra i delegati e i presenti in sala, luogo preferito il corridoio che porta alla toilette.

Votazione conclusa, si va allo spoglio delle schede.

Pensiero: chissà se i signori che occupano questa sala e stanno per decidere il futuro dell'Uci sanno che stamattina due squadre professionistiche - la Champion System e la Crelan Euphony - si sono aggiunte alla lista dei team che spariscono...

Parità 21-21. L'assemblea ha deciso di non votare le modifiche. Il risultato è la fotografia perfetta dell'assemblea in questo momento. Stiamo entrando nella fase decisiva. Sulla carta, brutta botta per il presidente uscente.

McQuaid si affretta a sottolineare come la sua candidatura sia ancora valida grazie alla sottoscrizione di Thailandia e Marocco. È il momento più difficile per il presidente uscente.

In sala ci sono tutti i pezzi grossi del ciclismo, presidenti federali, organizzatori, la Aso in forze con Prudhomme e Pescheux, Zomegnan organizzatore dei mondiali...

E adesso la confusione regna sovrana: come si prosegue? Mancano ancora 4 punti dell'ordine del giorno prima di arrivare all'elezione del presidente. Come direbbe Dan Peterson: «Mamma, aspetta a buttare la pasta, qui la partita è ancora lunga...».

Secondo logica e secondo votazione, la candidatura di McQuaid non sarebbe valida e quindi tutto dovrebbe finire qui, ma le pieghe dei codici di diritto sono piene di virgole e di distinguo.

Finalmente ci siamo. Superati velocemente i punti mancanti dell'ordine del giorno, si arriva alla votazione per l'elezione e Pat McQuaid cede la presidenza dell'assemblea.

Domanda suprflua: volete che in caso di sconfitta Cookson non faccia ricorso al Tas contro la candidatura di McQuaid?

Ora i due candidati hanno 10 minuti a testa per il discorso finale. Comincia Cookson, così ha deciso il sorteggio.

«Oggi abbiamo l'opportunità di entrare in una nuova era per il nostro sport. Serve una nuova credibilità per il ciclismo. In questo congresso abbiamo vissuto una situazione deprecabile che pregiudica la reputazione dell'Uci. Faccio appello ai delegati e garantisco loro che che sarò un costruttore di consenso, che voglio ascoltare tutta la gente del ciclismo e che di questo cambiamento beneficeranno tutte le federazioni. Mi presento a voi esattamente come sono, senza sotterfugi, accordi segreti e senza nessuna maschera. Io credo che la gente abbia bisogno di capire e di tocare con mano che il ciclismo sta davvero cambiando. È importante che i tifosi possano credere nei loro campioni e che i ragazzi possano aspirare senza remore a diventare i campioni di domani» dice Cookson.

Grandi applusi per Cookson, adesso tocca a Pat McQuaid.

«Il ciclismo è cambiato ed io sono orgoglioso di questo cambiamento - sottolinea McQuaid - e non bisogna dimenticare che Cookson non è un uomo nuovo, ma fa parte anche lui del ciclismo, dal 2009 è membro del direttivo Uci. Io vi dico: non si cambia il capitano quando la nave va nella giusta direzione. Perché nel ciclismo di oggi si puo' correre e vincere in modo pulito. Il nostro sistema antidoping e' il più sofisticato al mondo, la cultura del ciclismo è davvero cambiata».
McQuaid fa pesare il suo peso politico in seno al Comitato Olimpico Internazionale e promette di difender il calendario del ciclismo ai Giochi: un discorso chiaramente volto alle piccole (ciclisticamente parlando) federazioni che hannonei Giochi una vetrina eccezionale. «Un voto per Cookson sarebbe come riportare inidetro l'orologio, io invece ho ancora del lavoro da finire» ha concluso McQuaid sforando ampiamente lo spazio a sua disposizione.

Viene comunicato ora che il ritiro del sostegno svizzero alla candidatura di McQuaid è stato successivo alla chiusura delle candidature. Quindi McQuaid sarebbe eleggibile. Ma la discussione è aperta e il Tas è dietro l'angolo...

Parola ora ad un esperto di diritto svizzero che sta spiegando perché la candidatura di McQuaid è da considerare legittima e come va interpretato l'articolo 51.1: è incredibile come tutto questo avvenga pochi minuti prima dell'elezione.

Tra poco potrebbe esserci una votazione per decidere se la candidatura di McQuaid è legittima o meno. Il miglior autore di teatro comico latino non avrebbe saputo scrivere una farsa come questa... Soprattutto se la votazione in questione dovesse essere palese.

Scusate lo sfogo: abbiamo voglia di andare a vedere la corsa!!!!

Anche perché dal palco ci stanno parlando di diritto thailandese. Ha dell'incredibile che l'Uci abbia speso tanti soldi per farci sapere che la candidatura di McQuaid è valida.

Nove delegati hanno chiesto di parlare: ognuno di loro avrà diritto a cinque minuti. Il primo a parlare è il delegato colombiano.

La giornata si allunga, comncedeteci una battuta: è arrivato Gianni Savio in sala, addeso possiamo cominciare...

Di battuta in battuta. Il delegato australiani chiede: prima di votare voglio sapere se McQuaid è un candidato europeo, asiatico o africano. Bella domanda...

Nonostante gli interventi degli esperti, i vari delegati chiedono se la candidatura di McQuaid sia valida o meno. E vediamo tanta gente che cambia le batterie dei telefonini, ormai scariche e roventi.

Il delegato belga chiede una pausa, per fortuna gli viene negata. Così forse ce ne andiamo da qui prima di sera...

Applausi scroscianti per l'intervento del delegato di Barbados: «Abbiamo due candidati, votiamo, votiamo, votiamo!». Ragazzi, qui sono in molti ad avere fame...

Da cinque ore si discute se McQuaid è eleggibile o meno: qualsiasi organismo normale si sarebbe pronunciato tre mesi fa, evitandoci questa lezione di diritto costituzionale mondiale.

La richiesta di tutti è: votiamo. Poi discuteremo di battaglie legali. E il delegato colombiano Jorge Ovidio González sottolinea: «Stiamo dando uno spettacolo esecrabile».

Colpo a sorpresa di Brian Cookson che si alza ed esclama: «Adesso basta, siamo due candidati: votiamo!».

Si va a votare, forse...

Già, ma se finisce ancora 21 pari cosa succede? Rientreranno gli esperti di diritto svizzero?

So che non ci potete credere, ma sta cominciando la votazione per eleggere il presidente dell'Uci!

È iniziata la "chiama". Tra 42 crocette avremo il responso.

Per fortuna siamo nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio e dovunque volgiamo lo sguardo ci possiamo stupire delle sue bellezze.

Tornano i problemi di wi-fi, giusto per complicare le cose. In realtà tutti qui hanno in mano un cellulare, un tablet, un qualsiasi aggeggio che possa comunicare.

Votazione conclusa, tra poco l'annuncio del risultato.

Brian Cookson è il nuovo presidente dell'UCI. 24 voti contro 18. Evidentemente Asia e Africa non si sono presentate al voto compatte come ci si attendeva.

Ora il nuovo presidente dell'Uci sale sul palco per il suo primo discorso ufficiale, dopo che il presidente uscente McQuaid - che ha ripreso il ruolo di presidente dell'assemblea - si è congratulato con lui.
Brian Cookson ha 62 anni, è un architetto specializzato nell'arredo urbano e dal 1996 è presidente di quella federazione inglese che sotto la sua gestione ha fatto autentici passi da gigante.

«La mia priorità sarà quella di  creare un sistema antidoping completamente indipendente, frutto di una collaborazione stretta con la Wada»: queste le prime parole di Cookson.

Ora l'Assemblea procede con i lavori per l'elezione del nuovo direttivo.

Inutile elencare qui tutto il lavoro che attende Cookson, siamo convinti che sia ben consapevole di quello che lo aspetta.
Sui social network stanno impazzando i post di chi esulta per questo cambio della guardia comunque storico: si chiude un'epoca durata 22 anni prima con Verbruggen e poi con il suo delfino McQuaid.

Ora, se ce lo consentite, ci andiamo a godere la corsa degli Under 23 e a tifare per gli azzurri. Più tardi - e comunque in tempo reale - vi aggiorneremo sulla composizione dell'esecutivo Uci per il quale è in corsa anche il nostro presidente Di Rocco.

Grazie per l'attenzione e buoni mondiali a tutti.
 
da Firenze, Paolo Broggi
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COMMENTI
27 settembre 2013 11:24 angelofrancini
STATUTO UCI Articolo 44
Salvo decisione contraria del Congresso, le decisioni del congresso sono immediatamente applicabili.
==================
Questo vuol dire che le modifiche allo Statuto possono avere solo effetto immediato (dal momento dell'approvazione) oppure successivo (se così delibera a parte lo stesso congresso), ma NON POSSONO MAI avere effetto retroattivo.

TITOLO FALSO
27 settembre 2013 11:27 simo
Non è una scelta difficile.
I verbruggeniani hanno spolpato il ciclismo,creando consuetudini che vanno ben oltre il clientelismo.
Una gang.
In sintesi,se Cookson perde,l'Uci distruggerà definitivamente questo sport.

Simone Basso

27 settembre 2013 12:11 angelofrancini
McQuaid.
Cerca solo espedienti per essere rieletto e difendere i suoi interessi, sempre! Deve andare a casa (senza nemmeno partecipare alla votazione) perché è un BUGIARDO: irrispettoso verso le regole che impone di rispettare a milioni di tesserati alle varie Federazioni nazionali in tutto il mondo!
Chi lo sostiene, e lo appoggia, è BUGIARDO come lui: dirigenti, funzionari UCI, studi legali e gli altri.
Le regole sono molto chiare OGGI.
E' inutile che cerchi escamotage che servono solo a dimostrare che UCI significa Unione Camorristica Internazionale.
Se vince lui propongo l'apertura di una sottoscrizione per incaricare uno studio legale di proporre ricorso contro la sua elezione al TAS di Losanna.
I versamenti su un apposito conto corrente (finalizzato al ricorso) presso chi sceglie il direttore Stagi.

27 settembre 2013 12:43 enrico
MA DI ROCCO DA CHE PARTE STA???

27 settembre 2013 12:46 foxmulder
Se viene rieletto McQuaid potrei decidere di fare una cosa per me contro natura e smettere di seguire il ciclismo professionistico. Non piangerà nessuno, ma per me è importante...

@enrico
27 settembre 2013 12:48 Melampo
Da quella di Mc Quaid ovviamente ...

27 settembre 2013 13:30 Romario
A palazzo vecchio si aggira anche Sor Carletto de Perugia!
Lui ha la borsa coi sordi per comprà li voti, come a Levico!
Attenzione, attenzione, attenzione!

UNIONI CONFUSION INTERNATIONAL
27 settembre 2013 13:43 simo
Ci sono cinquecento persone e solamente un cesso.
Le elezioni saranno decise dalla fila davanti ai gabinetti...
Sembra un film di Fellini.

Simone Basso

27 settembre 2013 14:12 angelofrancini
Dimostrazione di quali sporchi giochi di interesse coinvolgano il presidente ed i suoi sostenitori. Avrà fatto anche lui come Morattin con i dipendenti dell'Inter rassicurandoli? MI auguro di no: perché Cookson dall'UCI deve cacciare anche quelli che puliscono il velodromo de l'Aigle.
Non conta nulla il diritto svizzero. E' tutto molto chiaro nelle norme dello Statuto e dei regolamenti UCI: Cookson è l'unico candidato in regola con la candidatura. Gli altri sono solo CIALTRONI: in testa alla lista Mc Quaid!

27 settembre 2013 14:43 enrico
Visto il risultato allora non conteremo proprio nulla.
Visto il presente passato forse è meglio.
Auguriamoci di cuore che il nuovo Presidente faccia ordine e pulizia, così da riprendere la credibilità che ci spetta.

NOI AMIAMO IL CICLISMO
27 settembre 2013 15:34 ruotone
Dobbiamo chiedere scusa agli attori principali del nostro sport, ai ragazzi under 23 per lo spazio negato.
Però la notizia di oggi rende felici, porta speranza e rincuora.
Il nostro sport ha un futuro.

L'elezione della vicepresidenza con il nostro Renato rieletto con 37 voti su 42 mostra che l'Italia è maestra nei giochi.
Però la storia insegna come i gli inglesi sappiano punire i nostri giochetti (es. Trieste ed Istria).
Ora Renato punterà al posto di Verbruggen al Cio con l'appoggio di Pescante. Quale posto? La presidenza della Commissione Antidoping del Cio. Salvo sorprese.

Ma non ha importanza, oggi godiamoci questa ritrovata libertà per il ciclismo e lasciamo che la democrazia faccia il suo corso.
Adesso, forza under!

il ciclismo avrà vinto se.......................
27 settembre 2013 15:46 Bastiano
Il ciclismo avrà vinto se, il gesto sportivo tornerà al centro dell'universo, se non sarà più diviso tra ricchi e poveri, se gli organizzatori non saranno costretti a privilegiare squadre fatte di terze linee a discapito di team meno ricchi ma, molto più interessati a ben figurare e, il ciclismo avrà vinto soprattutto se vi sarà un sistema antidoping molto più credibile e questa credibilità potrà venire solo se, tutti gli atleti firmeranno l'impegno a far rianalizzare i propri campioni a distanza di x anni ed in caso di positività dovranno restituire tutto chiò che hanno percepito in carriera.
Solo in questo caso il ciclismo avrà vinto, diversamente, sarà solo un business controllato da pochi ed a vantaggio di pochi eletti.
Torniamo ai valori veri dello sport.

Quoto Enrico
27 settembre 2013 16:35 Melampo
Enrico, ti quoto completamente.

Certo, visto che BAFFINO si è sempre svenato per Mc Quaid & Co., è logico che non conteremo proprio nulla. Ma è meglio così, con questa dirigenza, è meglio stare fuori dalle decisioni che contano, non saremmo capaci di prenderle in maniera seria. E ricordo che ogni popolo ha il governo che si merita.

Quando saranno spariti questi vecchi rimbambiti, allora l'Italia potrà riaffacciarsi. Con questo nuovo Presidente UCI, il ciclismo (già morto, come già detto) potrà (forse) risuscitare ...

x Bastiano
27 settembre 2013 19:34 20100
Sono d'accordo con te quasi su tutto; soprattutto quando dici che il gesto sportivo deve essere al centro.....ma sinceramente non ti capisco quando dici di tornare ai veri valori dello sport e chiedi che tutti si impegnino a far rianalizzare i propri campioni a distanza di anni e eventualmente restituire tutto....mahhh

Voltiamo pagina
28 settembre 2013 13:30 lattughina
Il punto ad un capitolo nero e vergognoso del ciclismo è stato finalmente posto con l'elezione di Brian Cookson alla presidenza UCI. Finita l'era Armstrong e finita l'era McQuaid, mi auguro che Cookson possa fare per il ciclismo mondiale ciò che ha fatto per il ciclismo britannico che è sotto gli occhi di tutti. Buon lavoro!

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