Di Rocco: Tour ’98, chiediamo chiarezza alla Francia

FCI | 26/07/2013 | 15:11
Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana, in merito a quanto pubblicato da varie fonti media negli ultimi giorni a proposito dell'intervento del Senato della Repubblica di Francia inerente ai Tour de France 1998 e 1999: «Se la ricerca scientifica francese vuole essere credibile fuori tutti i nomi e le altre discipline. Se il Senato Francese ritiene conclusa l’informazione indebolisce l'azione antidoping francese e la credibilità della sua Agenzia Antidoping, evidenziando una squallida azione strumentale e mediatica al solo scopo di colpire il ciclismo».

«Nonostante sia noto, ci tengo a premettere che il periodo in questione non appartenga alla gestione attuale della Federciclismo. Non solo. Il ruolo di Segretario Generale della FCI l’ho assunto fino a fine 1997 e dal 2005, chiamato alla guida della Federazione Ciclistica Italiana, la situazione ereditata mi ha spinto a creare, realizzare e, ancora oggi dare continuità, a tutte quelle iniziative concrete che hanno portato la “nostra” lotta al doping ad un livello molto alto rispetto ad altre realtà. Non a caso, la Commissione d’Inchiesta sulla lotta al doping del Senato francese ha indicato il ciclismo come modello ed esempio d’avanguardia per gli altri sport nella lotta al doping.

Sono anche convinto che il passato sia parte integrante della storia del ciclismo e di tutti gli altri sport. Infatti, la ricerca scientifica effettuata dalla Commissione d’Inchiesta, nonostante sia irrispettosa delle procedure previste dai codici medici e dell’antidoping, sottolinea che i risultati forniti non coinvolgono solo il ciclismo ma tante altre discipline sportive. E di queste, noi aspettiamo aggiornamenti.

In questi giorni è in atto il procedimento della Commissione Disciplinare della Federciclismo a carico di 57 medici sociali di cui attendiamo le conclusioni per poter aggiornare le nostre procedure a difesa e salvaguardia della salute dell’atleta. Le stesse procedure che, lo sottolineo, rappresentano senza ombra di dubbio, già oggi, il percorso meglio strutturato e più efficace che il mondo scientifico sia in grado di garantire.

Sopra a tutto, dispiace che, a fronte di questo impegno e degli alti prezzi pagati, il mondo del ciclismo sano e vitale, sia costretto a subire sul piano mediatico anziché essere sostenuto e valutato per quanto ha realizzato. In ultimo, faccio un forte appello a tutte le istituzioni politiche e sportive nei confronti delle autorità francesi  per fare chiarezza” conclude Di Rocco.

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COMMENTI
Uomo straordinario
26 luglio 2013 16:14 Romario
Abbiamo capito. Ne esistono due.
Esistono due Renato Di Rocco: uno che è vissuto sino al 1997 (deceduto dopo i mondiali di San Sebastian) ed uno che è tornato da Marte con la navicella KonConi nel 2005 con un nuovo dna.
Peccato che sia morto giovane, ma il primo potrebbe dirci tanto di certe pratiche che si facevano prima delle olimpiadi in molte federazioni del Coni. Lui si che avrebbe potuto parlare e raccontarci fatti interessanti.
Ma si sa, è tutta colpa del ciclismo, dei ciclisti e della loro cultura.
Che uomo straordinario! Quasi doppio.

Ps. Auto-emo-rimozione
Peccato che esistano sentenze che smentiscano certe versioni edulcorate.
Conconi e Ferrari nascono al CONI e grazie alle Federazioni.
Questa è ormai storia.

DEGNO
26 luglio 2013 16:47 Capitano
DEGNO DEI NOSTRI MIGLIORI POLITICI....QUAL'E'...NON PERDE OCCASIONE PER FARE BRUTTA FIGURA, MA DOVE HA VISSUTO IN QUESTI ANNI?, DOV'ERA ? SBAGLIO O E' VICEPRESIDENTE DELL'UCI, VISTO CHE CERTE COSE LE SANNO ANCHE I SASSI, NON PARLIAMO QUELLI DELL'AMBIENTE, 2 SONO LE COSE, O E' BUGIARDO, O E' INCOMPETENTE, A VOI L'ARDUA SENTENZA.....W IL CICLISMO E ABASSO TUTTI I TIPI DI DOPING. BERLESE ROBERTO

26 luglio 2013 19:29 angelofrancini
Caro Renato, forse era meglio se continuavi a non dir nulla e restare nel tuo assordante silenzio ....
Cosa vorresti insinuare con la frase "tengo a premettere che il periodo in questione non appartenga alla gestione attuale della Federciclismo"? Certo alla gestione attuale della Federciclismo non appartiene, alla Tua personale però appartiene e come.....
Oppure, con questa frase, intendi dire che tutte ciò che avviene nella FCI non coinvolge la responsabilità del Segretario Generale?
Quando rimanemmo scoperti di assicurazione di chi era la colpa, sui fatti di Lugano, di San Sebastian (come qualcuno sopra ha scritto), sui fatti legati ai controlli fuori gara all'Agostoni, sull'inchiesta relativa ai fatti della Sicilia di oggi/ieri ed ai relativi silenzi?
Allora vedi di restare nel seminato, perché sai se i fatti non sono prescritti per i corridori (come dimostrano alcune decisioni della FCI e dell'UCI) non lo sono neanche per gli altri: ed in questo penso tu non possa contraddire nulla.
Ciao e buona serata

Guardarsi allo specchio
27 luglio 2013 13:30 ruotone
Caspita, ci vuole un bel coraggio per uno che è stato dirigente di una federazioni dove i ragazzi juniores della 70 km passavano la stessa trafila degli olimpici che andavano a Ferrara a spese del Coni.
http://www.renatodirocco.info/index.php?option=com_content&view=article&id=67&Itemid=53

In questi casi si dice:
- o non ha visto e allora c'è un deficit di attenzione di cui rendere conto
- o ha visto ed allora ...

E leggendo qua e là le sentenze del processo ai ferraresi ...

Basta usare il ciclismo per propri interessi ed immagine, quando si ha una storia del genere. Un po' di dignità per favore.
Io non riuscirei a guardarmi allo specchio.

27 luglio 2013 21:56 FarEmi
Caro Renato, ritengo l'uscita sul periodo di tua assenza in FCI un pò infelice. Forse non ricordi i sussurri dopo il mondiale in Columbia o la scelta del Presidente Carlesso di rimettere alcuni documenti al CONI dopo Lugano....? Dal 1997 al 2005 è stato, forse, il periodo dove la FCI ha fatto più attività di controlli antidoping, in tutte le categorie agonistiche, e controlli della salute che in tutta la sua storia. Proprio tu quando, qualche volta per caso, ci incontravamo ti complimentavi, con me, per queste iniziative.... magari ci fosse questo tipo di attività oggi.... Mi sembra che in FCI ci sia un nuovo sport che è quello di non ricordare...in Toscana,attualmente, i ns. dirigenti locali, quando non sanno come rispondere, dicono che la colpa è di quello che c'era prima o che non erano presenti oppure se erano presenti dormivano... spero che questo non sia il tuo caso...
Ciao
E.FARULLI

Ma i tuoi elettori ti leggono?????
28 luglio 2013 01:41 valentissimo
Quest'uomo è imbarazzante per tutti, il modo in cui intende la lotta al doping, è quello tipico dei politici in cerca di voti.
Per il bene della FCI e del ciclismo in generale, lascia stare gli spot e comincia a lavorare in modo serio che guardi al futuro e non alla prossima tornata elettorale.

A Di Rocco
28 luglio 2013 11:13 Romario
Strano leggere nei commenti la presa di posizione di due componenti del consiglio federale di quegli anni, il vicepresidente Farulli ed il consigliere Francini.
Due soggetti che Presidente all'epoca erano sicuramente suoi amici, liberi dai condizionamenti di parte nella loro azione politico sportiva.
Perchè oggi dicono quasi le stesse cose? E' molto strano.
Presidente non sarebbe ora che lei dicesse veramente qualcosa di concreto e non frasi di circostanza in politichese preconfezionate.


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