Per il terzo anno c'è il Laboratorio Viaggiante al Giro

CANNONDALE | 20/05/2013 | 09:27
L’approfondimento scientifico torna ad affiancare la competizione sportiva al Giro d’Italia. Per il terzo anno consecutivo, prima con il team Liquigas ed ora con la Cannondale Pro Cycling, il dottor Roberto Corsetti (medico sociale del team) ha proposto il Laboratorio Viaggiante per portare il modello del “ciclista professionista” al servizio della scienza.
Alla base dell’iniziativa c’è lo studio della risposta fisiologica dell’organismo umano allo sforzo estremo per una migliore conoscenza sullo sviluppo e sulle possibilità terapeutiche di patologie croniche. Il percorso seguito ha portato ad un’iniziale valutazione della risposta funzionale di diversi organi e sistemi allo sforzo. Il secondo passo è stato (ed è tuttora nell’edizione 2013) la valutazione della disregolazione, dipendente dall’attività fisica intensa, di una serie di parametri correlati a diverse condizioni patologiche.
Il progetto Laboratorio Viaggiante, guidato dal dottor Corsetti e che coinvolge importanti istituti e laboratori, è strutturato in tre step di controllo. Il primo, realizzato a inizio Giro (3 maggio a Caserta), il secondo nella prima giornata di riposo (13 maggio a Brugnera) e l’ultimo al termine del Giro (26 maggio a Riese Pio X).

L’esperienza del Laboratorio Viaggiante Cannondale 2011-2013: il ciclismo per la scienza

Con il Giro d’Italia 2013 è stata ripresentata l’iniziativa del “Laboratorio Viaggiante Cannondale”, un progetto scientifico che, supportato dal team e diretto sapientemente dal responsabile medico della squadra ciclistica, Dott. R0berto Corsetti, è giunto con successo alla sua terza edizione.
Obiettivo primario del Laboratorio Viaggiante è quello di proporre il modello del “ciclista professionista” al’attenzione ed al servizio della scienza per lo studio delle risposte fisiologiche dell’organismo umano allo sforzo estremo con il fine ultimo di migliorare le conoscenze sullo sviluppo, sulla evoluzione e sulle possibilità terapeutiche di alcune patologie croniche. Il percorso seguito dal progetto ha previsto una iniziale valutazione della risposta funzionale di diversi organi e sistemi allo sforzo; il secondo passo è stato (ed è tuttora nella edizione 2013) la valutazione della disregolazione, dipendente dall’attività fisica intensa, di una serie di parametri correlati a diverse condizioni patologiche.
Gli studi vengono eseguiti in collaborazione con l’I.RC.C.S., Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, sotto la guida del Direttore Scientifico, Prof. Giuseppe Banfi, con l’ausilio del Dott. Giovanni Lombardi e dei ricercatori del Laboratorio di Biochimica Sperimentale. Varie collaborazioni stanno permettendo, attraverso lo scambio di competenze, di affrontare i diversi aspetti delle indagini e tra queste ci piace ricordare il Laboratorio di Analisi Chimico Cliniche Ce.D.A.L. di Gallarate (accreditato dall’UCI), con la Dott.ssa Rosa Graziani, l’Università degli Studi di Milano con il Prof. Gianvico Melzi d’Eril ed il Prof. Massimiliano Marco Corsi Romanelli e la Fondazione Universitaria di Itaperuña (Brasile), con il Prof. Marco Machado.
Nel corso degli anni passati gli sforzi sono stati mirati alla valutazione delle risposte ematologica, cardiaca e renale. I risultati hanno dimostrato che lo sforzo intenso, a cui gli atleti sono sottoposti nel corso delle 21 tappe, è causa di variazioni importanti dei parametri misurati e che questi ultimi talvolta possono anche oltrepassare l’impercettibile e sfumato confine tra fisiologia e pre-patologia. In un’epoca in cui le morti improvvise per cause cardiache sono, purtroppo, spesso sulle prime pagine dei giornali, la conoscenza delle potenziali variazioni di questi parametri diagnostici può essere di grande interesse e rivestire risvolti sociali importanti sul piano della prevenzione.
Particolare attenzione è stata posta in passato alla valutazione degli effetti degli sforzi intensi e prolungati sull’apparato locomotore e specificamente sulla risposta di muscoli e ossa inseriti, comunque, all’interno di una visione integrata ed in particolare al centro di un complesso sistema in grado di regolare l’assetto ormonale ed il consumo energetico. In poche parole dagli studi effettuati dal Laboratorio Viaggiante nelle passate edizioni emerge come l’unità funzionale osso-muscolo, oltre che effettore del movimento, ne rappresenta anche il termometro, il sensore o, se vogliamo, la spia in grado di lanciare allarmi ai diversi organi ed apparati e di regolare e coordinare le funzionalità dell’organismo in toto.
In un ambito poco sviluppato dal punto di vista scientifico, i lavori pubblicati su riviste internazionali dal Dott. Corsetti, in collaborazione con lo staff dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, hanno avuto notevole impatto, come dimostrato dai più che positivi riscontri ottenuti nella comunità scientifica internazionale.
L’edizione in corso del Laboratorio Viaggiante, durante il Giro 2013, è dedicata, oltre ad altri aspetti, in particolare alla spiegazione dei meccanismi molecolari che stanno alla base dell’effetto pro-riassorbente dell’osso durante l’attività ciclistica, già dimostrata dagli studi degli anni precedenti, al perfezionamento delle conoscenze sulla risposta infiammatoria sistemica e della sua relazione con l’asse osso-pancreas che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella progressione di due tra le più diffuse patologie croniche dei nostri tempi: il diabete di tipo II e l’osteoporosi. Grande merito di questa importante iniziativa e dei suoi promotori, il Team Cannondale ed il Dott. Roberto Corsetti, è quello di tentare di attirare l’attenzione dei ricercatori su un nuovo modello di studio per la ricerca biomedica, il ciclista professionista, finora sicuramente studiato, e anche molto, ma solo negli ambiti specifici della medicina dello sport.
Uno degli obiettivi del “Laboratorio Viaggiante Cannondale” è quindi quello di lanciare un messaggio sociale importante ossia che lo sport, oltre che culturalmente ed educativamente, può risultare utile anche per lo sviluppo delle conoscenze scientifiche in ambito di prevenzione e terapia di importanti patologie.
La novità dell’edizione 2013 è l’aggiunta di una nuova ed interessante collaborazione con il gruppo di ricerca in Scienza dello Sport dell’INEFEC e della facoltà di Medicina dell’Università di Barcellona. L’obiettivo è quello di approfondire le relazioni tra la disidratazione ed il danno muscolare. La disidratazione, è risaputo, risulta in grado di compromette le prestazioni atletiche e di mettere in pericolo la salute degli atleti, sia dilettanti che professionisti. Ciò che non era perfettamente noto fino a poco tempo fa è che, in aggiunta, la disidratazione può aumentare il rischio di danno muscolare dopo un esercizio di lunga durata come dimostrato da un recente studio scientifico, condotto dai ricercatori sopra citati, su triathleti impegnati in una prova sulla lunga distanza. In un gruppo di 11 atleti che hanno completato un Ironman (3.8 km nuoto, 180 km ciclo, 42.2 km corsa), si è potuto osservare, mediante l’effettuazione di una impedenzometria e di analisi biochimiche e molecolari, che i triatleti nei quali era stato evidenziato un maggiore grado di disidratazione avevano anche sofferto un maggiore e significativo grado di danno muscolare, soprattutto a carico delle fibre muscolari lente, le più utilizzate durante quella tipologia di competizione. Pertanto durante la edizione 2013 del Giro, il gruppo di ricerca del Team Cannondale, guidato dal dott. Roberto Corsetti, in collaborazione con i ricercatori barcellonesi Ferran Rodríguez, Roser Cussó, Alfredo Irurtia, Joan Cadefau, Xavier Iglesias e Diego Chaverri, cercheranno di stabilire, mediante l’effettuazione di una impedenziometria elettrica, sia globale che segmentale, se i nove atleti del Team Cannondale presenteranno uno stato di prolungata disidratazione, di quale entità essa sarà, se questa è a carico dei compartimenti intracellulari ed/o extracellulari e se si verifica in tutto il corpo o è limitata o maggiormente significativa sui gruppi muscolari degli arti inferiori. Simultaneamente verranno effettuati esami ematochimici per la determinazione delle molecole di miosina, provenienti della distruzione delle cellule muscolari veloci e lente, e di altri enzimi muscolari markers di danno. In tal modo si potrà stabilire se un eventuale stato di disidratazione possa essere significativamente associato con il grado di danno muscolare. Il danno muscolare è probabilmente una delle cause principali della perdita di peso e di massa muscolare e, quindi, della riduzione della potenza nelle gare ciclistiche a tappe di tre settimane come il Giro. Se l'ipotesi di ricerca dovesse essere confermata, si potrà in futuro dirigere le ricerche in quella direzione per poi adottare le misure più idonee per evitare o ridurre al minimo il rischio di danno muscolare. I risultati di tali studi potrebbero rivelarsi utili non solo per i ciclisti professionisti ma anche per tutti gli atleti amatoriali o cicloturisti impegnati in gare di lunga durata che, specie nei paesi caldi, sono in grado di provocare perdite idriche anche importanti e, a volte, pericolose per la salute.
Anche nel 2013, come nelle due precedenti edizioni, ha rivestito un ruolo di fondamentale importanza per l’effettuazione e la riuscita del progetto la Ds Medica, azienda leader in Italia ed in Europa nel settore nutrizionale che ha messo a disposizione i suoi strumenti di analisi, i suoi esperti nutrizionisti e le profonde conoscenze sulla composizione corporea e sulla nutrizione applicata allo sport acquisite in anni di studi.
Il progetto Laboratorio Viaggiante è sempre imperniato sui classici tre step di controlli, il primo ad inizio Giro (3 maggio a Caserta), il secondo nella prima giornata di riposo (13 maggio a Brugnera) e l’ultimo al termine del Giro (26 maggio a Quinto di Treviso).

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