DOPING. Traffico di sostanze, chiusa l'inchiesta a Fermo

| 11/12/2012 | 18:39
Sono 20 le persone raggiunte dall'avviso di conclusione delle indagini svolte dai carabinieri di Fermo in collaborazione con i colleghi del Nas (dei reparti operativi di Ancona, Pescara, Perugia e Roma) per un presunto commercio di farmaci dopanti e tradizionali sottratti ad una farmacia dell'Asur di Fermo e rivenduti negli ambienti del ciclismo amatoriale e delle palestre. I reati contestati vanno dall'associazione a delinquere (per 4 di loro), al peculato e commercio illecito di sostanze dopanti e farmaci tradizionali, oggetto di furto e ricettazione. Nell'avviso di conclusione delle indagini del reparto antidoping del Nas, il numero degli indagati coinvolge dipendenti, paramedici, infermieri dell'azienda sanitaria, oltre a persone estranee all'ambiente ospedaliero che si occupavano della distribuzione delle sostanze. Lo scorso febbraio erano state eseguite sei misure cautelari: arresti domiciliari per due paramedici, un magazziniere e un addetto alla farmacia dell'ospedale di Fermo. Obbligo di firma per altre due persone (una delle quali assolutamente estranea all'ambiente ospedaliero) che si occupavano della distribuzione delle sostanze. Cinque provvedimenti erano stati eseguiti in provincia di Fermo, una in quella di Macerata per peculato e ricettazione. Secondo gli investigatori i medicinali (compresi alcuni anabolizzanti) venivano sottratti dalla farmacia del nosocomio e dalle dotazioni dei reparti ospedalieri. Le confezioni venivano 'spezzate’ e fiale e capsule cedute, sempre secondo gli investigatori, ad "un prezzo adeguato al mercato clandestino": 60-80 euro l'una. Per nascondere gli ammanchi, si falsificavano documentazioni cliniche e registri. In questo
modo venivano assunti, senza alcuna esigenza terapeutica e senza prescrizioni mediche, anche farmaci ad esclusivo uso ospedaliero e dagli effetti collaterali potenzialmente dannosi. L'indagine, coordinata inizialmente dal sostituto procuratore Iolanda Daniela Chimienti e ora inmano al magistrato Luigi Ortenzi, è partita circa due anni fa da segnalazioni di sportivi di atletica leggera. Ma gli investigatori ritengono che il commercio illecito abbia avuto inizio due o tre anni prima. A portare alle 20 persone le intercettazioni telefoniche da cui era emerso che i protagonisti della vicenda parlavano con un linguaggio cifrato.

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