GIRO D'ITALIA. La Milano che pedala resta fuori dal Giro

| 01/10/2012 | 13:21
Ci sono momenti sì e momenti no. Soprattutto ci sono momenti in cui è bene fermarsi e girare alla larga: come ha fatto il Giro. Basta finale a Milano. Basta tappe nella nostra città. Meglio andare altrove, dove c'è più passione, sensibilità, attenzione, gioia per accogliere uno degli eventi sportivi più amati del nostro Belpaese. Il Giro è nato ieri pomeriggio a Milano. In verità nella nostra città c'è nato nel lontano 1909, e da allora si è sempre disputato, salvo che per le interruzioni dovute alla prima e alla seconda guerra mondiale. Mentre il luogo di partenza è in genere ogni volta diverso, l'arrivo, salvo eccezioni è sempre stato a Milano, città dove ha sede «La Gazzetta dello Sport», il quotidiano sportivo che organizza la corsa sin dalla sua istituzione. Il Giro e Milano sono stati per anni una cosa sola. Storia e luogo di un romanzo sportivo e culturale senza fine. Oggi Giro e Milano sono un ossimoro: qualcosa si è rotto. La ruota non gira più. Ha un bel dire il sindaco Giuliano Pisapia che, in sella ad una bicicletta, ha costruito la propria campagna elettorale. Per il primo cittadino di Milano è una città dal respiro europeo che guarda con attenzione ad una mobilità sostenibile, alla condivisione della bicicletta (bike-sharing), il tutto con l'intento di accrescere una cultura e una sensibilità ecologica, in favore di un trasporto intermodale.Londra ha ospitato negli ultimi anni la «Grand Depart» del Tour de France e soprattutto quest'anno i Giochi Olimpici, con la gara di ciclismo davanti a Buckingham Palace, e ad oltre due milioni di spettatori. Ma Londra ha scoperto la bicicletta e la promuove, sia come mezzo di locomozione che strumento di promozione sportiva. Lo scorso mese di maggio, va riconosciuto, in occasione dell'arrivo del Giro vinto dal canadese Ryder Hasjedal, il sindaco Pisapia decretò la domenica «ecologica». Tutti a piedi o in bicicletta: fu un grandissimo successo. Oggi, a pochi mesi di distanza, il Giro, la bicicletta, la pista del Vigorelli (l'assessore Bisconti l'ha già dichiarato, la pista sarà distrutta) non hanno più l'onore di cittadinanza. Milano parla di bicicletta ma non vuol più sentir parlare di ciclismo.L'ultima tappa del Giro del prossimo anno (4-26 maggio 2013) terminerà a Brescia. La decisione non è solo e soltanto economica, ma come fanno sapere gli organizzatori, anche di sensibilità. «Milano è Milano, su questo non si discute - spiega Mauro Vegni, direttore della corsa rosa -, ma è anche vero che il Giro ha una sua dignità e non può essere calpestata. Brescia ha messo in campo tutto per poter ben figurare, ha fatto sentire il proprio calore e il proprio amore per la nostra corsa: non potevamo dirle di no».In queste parole forse c'è una buona dose di retorica, ma in ogni caso i sentimenti hanno un loro peso specifico. Poi ci sono i 700 mila euro che la Leonessa d'Italia ha messo sul piatto della bilancia contro i 600 mila che offriva Vicenza (in corsa fino all'ultimo per ospitare il gran finale rosa) e Milano che sul tavolo ha messo solo 100mila euro. Per non parlare poi della fattura di oltre 90 mila euro, che gli organizzatori si sono visti recapitare da Milano per «occupazione del luogo pubblico» e l'Atm che ha tentato il colpo, cercando di farsi pagare il «mancato introito». Insomma, proprio un bel modo di accogliere il Giro d'Italia. Da vera città europea, uscita da tempo dal Giro.

da «Il Giornale» del 1 ottobre 2012, a firma Pier Augusto Stagi
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COMMENTI
Milano non merita niente...
1 ottobre 2012 14:11 The rider
O meglio, i politici di Milano non meritano niente.
Dopo avere perso il Palasport, la Fiera del Ciclo ed il Vigorelli adesso tocca al Giro, dispiace ma è giusto cosi, chi ci amministra non merita niente!!!

Pontimau.

Ottusità!!!
1 ottobre 2012 15:58 valentissimo
Quì mi pare che più che a pensare ad amministrare la città, la si stia spogliando della sua storia e di una importante tradizione.
Credo che 100.000 Euro li avrebbe offerti anche il mio paesello!!!!!

Il Giro d'Italia ha una sua DIGNITA' (mentre i politici no)
1 ottobre 2012 17:18 Bartoli64
L’articolo del Direttore Stagi non fa una piega, anzi…. è stato sin troppo diplomatico nel denunciare l’ennesima insensibilità dimostrata da questa classe politica verso lo sport.

Non mettere in atto tutto ciò che è necessario per far finire il Giro d’Italia a Milano è un autentico insulto verso la città, verso il suo storico giornale e verso quei cittadini che, almeno una volta ogni tanto, riescono a staccare il sedere dall’auto per assistere (magari andandoci a piedi con i propri figli) ad un grande evento di sport che, strano ma vero, non toglie nulla alle loro tasche perché non si paga alcun biglietto.

Sono certo che il Sindaco Pisapia in campagna elettorale avrà parlato chissà quanto di temi ambientalisti e di sport, facendo chissà quante promesse, ma poi alla riprova dei fatti (e ad elezioni avvenute ovviamente) l’unica sua preoccupazione è quella di non far irritare troppo il forte “partito degli automobilisti”.

Milano non ha 700mila euro da spendere per celebrare la sua stessa storia e quella di un’interna nazione, però ha già speso decine di miliardi per un’Expo che non porterà nessuno sviluppo e con il quale ha già perpetrato un’autentica orgia di cemento armato destinata a coprire, ancor di più se possibile, una delle città più cementificate del mondo.

Complimenti Sindaco Pisapia! Per noi Moratti e Lei pari siete, ed ecco anche perché gli amministratori delle aziende municipalizzate della città (leggi ATM) si permettono perfino di avanzare richieste di risarcimento che non stanno né in cielo, né in terrà, e che si pongono al limite della truffa.

Messaggio ai naviganti: ma quando impareremo ad eleggere amministratori che siano dei comuni cittadini come noi, e non i soliti politici di mestiere che fanno capo a quei centri di potere ed a quelle lobby affaristiche che ci ostiniamo ancora a chiamare partiti?

Bartoli64

milanesi
1 ottobre 2012 17:23 true
Sono certo che i milanesi son ben felici che, specie in un periodo come questo, il comune abbia risparmiato una cifra cosi' grossa.

Tra l'altro, ricordo che anche pochi anni fa in piena amministrazione Moratti il Giro fini' a Verona.

ben venga!
1 ottobre 2012 18:46 lupin3
Finalmente! il Ciclismo sta a Milano come lo sci a Nairobi o il beach volley a Oslo.... così a Brescia, come del resto a Verona, ci saranno migliaia di persone felici di tale evento e non quattro extracomunitari che si domandano cosa stia succedendo mentre il milanese smadonna nella sua automobile!

Milanesi
1 ottobre 2012 19:05 Per89
L'anno scorso la domenica del Giro era una domenica a piedi e quindi non credo che qualche milanese era in macchina arrabbiato, anzi lo scorso anno in piazza Duomo non si poteva stare e alla partenza al Castello c'era davvero tanta gente molti appassionati ma anche persone attratte dal Giro che è forse uno degli eventi sportivi più importanti... Probabilmente come dice Bartoli i politici preferiscono usare i soldi per l'Expo 2015 piuttosto che portare a Milano il Giro che è nato a Milano e che il podio ai piedi del duomo è una grande emozione... L'ultima tappa di un grande Giro non può e non deve essere cambiata ogni anno, sembrava che con la crono a Milano si era trovata la giusta soluzione, invece no... Però da una parte Milano rifiuta il Giro e la partenza del Lombardia dall'altra città come Bergamo e Firenze sono disposte a spendere per avere il gran depart del Tour, probabilmente qualche introito avranno.....

Per Bartoli64
1 ottobre 2012 19:13 Melampo
Interrogativo dal suo intervento:

"Messaggio ai naviganti: ma quando impareremo ad eleggere amministratori che siano dei comuni cittadini come noi, e non i soliti politici di mestiere che fanno capo a quei centri di potere ed a quelle lobby affaristiche che ci ostiniamo ancora a chiamare partiti?"

Risposta: quando inizieremo a votare partiti che non candidano questa gente.

Saluti.

Per melampo
2 ottobre 2012 01:33 Berto65
Io sono d'accordo con te ma dove li troviamo questi partiti che non candidano questa gente? Giá a livello di piccoli comuni vige la candidatura di AMICI e i favoritismi. Pensiamo a livello nazionale cosa può succedere.....

Per Berto65
2 ottobre 2012 09:16 Melampo
Pensa, c'è un movimento politico che promette di candidare persone che non sono mai state iscritte a partiti politici e che non si sono neanche mai candidate, ovviamente mai eletti. Liberissimi poi dopo cinque anni di pentirsene, ma credo che peggio di questi ... Io personalmente mi voglio levare la soddisfazione di votare gente mai vista prima.

Brevi repliche a True e Melampo
2 ottobre 2012 16:02 Bartoli64
Vorrei replicare brevemente ai post di True e di Melampo.

Al primo blogger rivolgo una domanda: si può essere ben contenti se il comune di Milano risparmia 700mila euro per un evento di sport e poi ne butta via altre decine di milioni in cemento armato per l’Expo?

Provi a sentire i milanesi e vedrà cosa rispondono!

A Melampo dico che la penso come lui, ma non da ora….

Personalmente è già più di qualche elezione che non mi faccio più tirare per i fondelli da questa classe politica di “m” (e voto solo cittadini come me).

Bartoli64

A Bartoli64
2 ottobre 2012 18:51 Melampo
Allora è un pezzo che facciamo la stessa cosa.

Credo che se lo stesso principio si potesse applicare alle elezioni per il rinnovo delle cariche elettive in FCI, le cose cambierebbero e non poco, solo che in questo caso vince la viltà dei Presidenti di società che, non votando il "potente di turno", hanno il timore di ritorsioni verso la propria società, e di favori per altri. Io stesso, nel lontano 1996, considerato un "astro nascente" nella dirigenza, mi schierai nella mia regione contro il "vecchio di turno", ricevendone in cambio un bel benservito da tutti. Non mi curai di loro, ed uscii dall'ambiente senza fare ne rumore ne polemica. A distanza di tempo, tutti coloro che osteggiarono allora, mi hanno detto che avevo ragione. A buon intenditor ... Saluti.

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