ESCLUSIVO. Uomini in nero, Nibali e le accuse infondate

| 06/08/2012 | 18:57
Tre anni fa, l'accusa pesante a Vincenzo Nibali di essere uno degli "uomini in nero", vale a dire uno di quei corridori che si allenavano in maniera anonima dalle parti di Saint Moritz, base arcinota di Michele Ferrari. A muovere l'accusa, Ivano Fanini ed Eugenio Capodacqua su Repubblica. Il siciliano è stato uno dei pochi a dare seguito all'anunciata querela ed ora, appunto a distanza di tre anni, abbiamo ricevuto una lettera da parte degli avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi, difensori di Nibali, nella quale viene spiegato - magari un po' in "legalese" - come gli accusatori abbiamo riconosciuto l'infondatezza delle loro asserzioni. Ve la proponiamo:

In ogni settore, persino in quello che si dedica alla cura delle anime, ci sono persone che barano e ci sono persone che vivono onestamente. Compito di noi tutti è quello di lottare contro i primi e cercare di dare i giusti meriti ai secondi. Distinguere gli uni dagli altri è doveroso per chiunque, soprattutto per chi svolge un ruolo fondamentale nel settore della formazione e dell'informazione.
Il fine non giustifica mai i mezzi e chi cerca di fare il paladino spesso sbaglia.
Rimanendo nello specifico dell'attività ciclistica, è sotto gli occhi di tutti il diffuso tentativo di ottenere i migliori risultati o comunque di migliorare il proprio rendimento mediante il ricorso a pratiche non consentite. Questo accade anche in tutti gli altri sport, persino in quelli motoristici e ovviamente nella vita; oserei dire che si tratta quasi di una "fisiologica patologia".
Ma non è la diffusione del fenomeno che deve indurre allo scoramento o far venir meno l'obbligo di distinzione; non è consentito ed è profondamente ingiusto dire "lo fanno tutti".
Abbiamo l'onore di conoscere personalmente Vincenzo Nibali e lo assistiamo nelle vicende giuridiche. Conosciamo la sua onestà, la sua modestia, la sua umanità ed è anche per questo che quando il Procuratore Nazionale Antidoping Dott. Ettore Torri ha ingiustamente detto “lo fanno tutti" abbiamo sentito l'obbligo di contestare la sua incredibile affermazione, chiedendo ufficialmente una doverosa rettifica. È soprattutto per questo che quando uno dei maggiori quotidiani italiani, Repubblica, in un'afosa giornata d'agosto dell'anno 2009 ha fantasiosamente collegato il nome di Vincenzo Nibali a quello di uno dei più famosi preparatori del mondo, a suo tempo però squalificato, abbiamo ritenuto di dover sporgere querela sia nei confronti di chi aveva fatto l'affermazione, Ivano Fanini, che del giornalista che tale affermazione aveva colposamente pubblicato: Eugenio Capodacqua.
Compito nostro era quello di ristabilire la verità che quell'articolo aveva palesemente violato. Per qiuesto motivo è stato istruito un fascicolo penale da parte del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Roma, Dott.ssa Elisabetta Ceniccola e successivamente è stata fissata l'udienza preliminare davanti al GUP del Tribunale di Roma, Dott. Giuseppe Aprile.
Compito degli Avvocati non è soltanto quello di far pronunciare al Tribunale una sentenza ma è soprattutto quello di conseguire quegli stessi risultati evitando al Tribunale la pronuncia.
Dopo una trattativa con gli avvocati di Repubblica, è stato concordato che l'articolo in oggetto di querela riportava notizie non vere e che Nibali ed il medico non avevano mai avuto alcun incontro. Il giornalista e l'autore dell'articolo si sono quindi formalmente scusati con l'atleta.
In queste occasioni è doveroso anche risarcire il danno ma fino ad oggi abbiamo ritenuto che Vincenzo debba percepire somme di denaro in ragione del proprio lavoro e non a titolo di risarcimento per reati compiuti in suo danno come nel caso di specie. Gli imputati si sono pertanto impegnati a versare tali somme in favore di un ente benefico.
In conclusione possiamo affermare che l'intervista ad Ivano Fanini pubblicata il 5.8.2009 da Eugenio Capodacqua su La Repubblica e relativa a Vincenzo Nibali riportava notizie non vere e quindi diffamatorie nei confronti del ciclista. Per tale motivo gli imputati hanno ammesso l'errore e chiesto formalmente scusa all'atleta e si sono impegnati a fare un versamento in beneficenza.
Noi, in qualità di difensori e procuratori speciali di Vincenzo abbiamo rimesso la querela rinunciando alla richiesta di condanna penale nei confronti degli autori dell'articolo.

Avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi

PS: Accuse pesanti, rivelatisi infondate. Davvero una vicenda grave. Siamo in possesso anche delle lettere scritte da Ivano Fanini e da Eugenio Capodacqua a Vincenzo Nibali: non le pubblichiamo per non ledere il diritto alla privacy, ma non possiamo esimerci dal manifestare qualche perplessità di fronte alle giustificazioni addotte. E ci dispiace notare come per lanciare accuse contro il ciclismo e i suoi campioni si trovi sempre spazio, mentre per riconoscere i propri errori e soprattutto far sapere agli altri di aver sbagliato, quello spazio venga sempre a mancare.
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COMMENTI
6 agosto 2012 19:23 dellaMancha
Sì, avevo letto questa notizia su Bicisport ieri. Nibali è il primo ciclista che va fino in fondo a difendere la propria dignità. Adesso voglio vedere cosa dirà il sindacato dei ciclisti.

come alle olimpiadi...
6 agosto 2012 19:45 nikko
come ora che Alex Schwazer viene fermato per doping e subito i giornalisti rai alludono ai suoi trascorsi ciclistici......ma fatemi il piacere....
mentre i cinvolti in calciopoli si indignano e minimizzano !!!

decisione da signori
6 agosto 2012 20:14 kalpana
Ciao a tutti!
ho letto la lettera dei legali di Nibali e soprattutto la loro decisione di rimettere la querela rinunciando alla richiesta di condanna penale per gli
imputati.
Una decisione, questa, che fa loro molto onore ma che non mi trova completamente
d'accordo: non è la prima volta che i sig.ri Fanini e Capodacqua "si lanciano"
in affermazioni un tantino avventate, giusto per usare un eufemismo.
Forse in questo caso una condanna penale non avrebbe guastato, non per un mio
anelito forcaiolo ma per dare un segnale forte e creare così un precedente per
gli anni a venire.
Chiunque avesse in mente di fare certe "sparate" è bene che ne fornisca prove
documentali, facendo nomi e cognomi.
Altrimenti già sa a cosa potrebbe andare incontro in caso di dichiarazioni
mendaci.
A presto!
Marco

6 agosto 2012 21:03 Bufalino
Io so che questa è "cosa vecchia" (infatti è datata 2009).
In questi tre anni, anche recentemente, Fanini aveva detto chiaramente più volte che Nibali e Pellizotti non erano tra gli uomini in nero, e so che Nibali dovrebbe aver ritirato la denuncia con scuse reciproche tra gl interessati.

Quindi non capisco il perché di questa lettera dei sig. Malucchi e Baldi.

Ad ogni modo, al di là di questo, faccio ancora un grande in bocca al lupo a Nibali per un grande fine stagione, rinnovando i complimenti già fatti via Twitter e Facebook.

Grazie Vincenzo, orgoglio d'Italia.

Michele Bufalino

Fanini
6 agosto 2012 21:06 Bario75
Non è questo il caso, perché Fanini aveva già chiesto scusa da tempo e Nibali ritirato la denuncia, ma sarei curioso sapere perché quelle persone che avevano detto di voler denunciare Fanini, ovvero Bertagnolli, Pellizotti e Moser, poi alla fine non l'hanno fatto

Bravo Fanini

Marco

capito male
6 agosto 2012 21:19 AERRE56
credo che abbia capito male capodacqua. oppure i legali di nibali. può succedere...

la mia vicina di casa

si l'aveva detto, ma...
6 agosto 2012 21:34 excalibur
è vero, fanini l'aveva detto... ma ci sono delle regole, nel nostro paese. e siccome l'accusa è stata fatta sulle pagine di Repubblica, la smentita sarebbe dovuta apparire sulle pagine di Repubblica. Ma Capodacqua non l'ha fatta e Fanini non è riuscito a farla. Ad un fatto così grave, non si può rimediare parlandone dietro il palco della corsa di roccacannuccia. se fosse stato così semplice, i legali di capoidacqua e fanini non sarebbero andati da quelli di nibali a cercare un accordo... non mi sembra difficile da capire

Bena così
6 agosto 2012 23:06 Monti1970
Lo prossima volta ci pensano 2 volte prima di dire fandonie

Si potrebbe sapere
6 agosto 2012 23:12 Monti1970
Quant'è la somma versata in beneficenza e quale beneficenza?

Ma guarda un pò . . .
7 agosto 2012 09:24 DoctorJekyll
Salve Direttore. Complimenti. Come non farglieli ancora una volta . . . .

Qualche anno fa, nel 2009, Fanini e Capodacqua sparano c . . . . Oggi, grazie all’Avv. Malucchi e a Lei, il popolo del ciclismo ha potuto finalmente toccare con mano quello che sostengo da tempo.

Fanini e Capodacqua non sempre ci raccontano il vero. O, perlomeno, spesso è capitato che ci hanno voluto raccontare solo quello che a loro faceva comodo. Quindi, presi dall’ansia di poter diffondere, anzi proclamare, una nuova notizia a difesa delle loro tesi, non si sono preoccupati di verificare quanto la notizia fosse fondata, quanto corrispondesse al vero. Non si sono preoccupati di verificare se, parlando a vanvera, potevano ferire l’onore, la credibilità, la reputazione e l’orgoglio di persone sane, di atleti puliti, di uomini con la passione per la correttezza ed il sacrificio.

Oggi finalmente il popolo del ciclismo ha toccato con mano. Fanini e Capodacqua, lungi da essere il verbo dell’antidoping, raccontano sui giornali quanto sentono nei bar . . . quanto a loro riferito da chicchessia . . . in una parola sono inattendibili.

A me, caro Direttore, basta questo. Due piccioncini con una sola fava . . . . .

Complimenti ancora.

PER BUFALINO
7 agosto 2012 09:53 stargate
Non importa se la notizia sia del 2009 o, invece, del… 2013, né che Fanini abbia “detto chiaramente più volte che Nibali e Pellizotti non erano tra gli uomini in nero”, perché, in precedenza, ciò che si configura come diffamazione era stato consumato, con grande spazio su un quotidiano che proprio l’ultimo, in quanto a tiratura e prestigio, non è. Non comprendo, onestamente, e credo di non essere l’unico, il senso della Sua precisazione, quasi volesse difendere, ad ogni costo, il comportamento di quella sorta di ayatollah che risponde al nome di Fanini. Mi creda, non pongo minimamente in dubbio che questi sia un paladino dell’antidoping, intento assolutamente meritorio, ma non si spara a zero, non si tira nel mucchio, né, tantomeno, si cercano bersagli precisi senza alcuna prova o giustificazione,.
Infine, non comprendo, della Sua precisazione, ancora una cosa: le “scuse reciproche” tra gli interessati. Nel caso, non mi pare che possa esistere la supposta reciprocità, visto che la persona offesa era una sola, e che questa poteva solo pretendere delle scuse, senza che sussistesse il minimo motivo perché le offrisse a sua volta.
Infine, sono d’accordo con kalpana: la decisione di Nibali e dei suoi avvocati è stata da signori, ma, come il lettore appena nominato, provo un certo rammarico per tale conclusione, perché è ora che certi comportamenti vengano puniti severamente, non “perdonati” nel chiuso di uno studio legale.
A proposito dell’ayatollah Fanini, perché non rammentare anche che, nel 2010, ingenerò il sospetto (salvo poi rettificare, precisare, ecc.) che Visconti avesse usato, nel campionato italiano, una bici truccata? E’ un modo, quello di parlare a vanvera, per salire ogni tanto alla ribalta, rinverdendo la propria notorietà? Non lo so. Ma non può che sovvenirmi la differenza, di sciasciana memoria, tra un uomo e un quaquaraqua! Chi ci rimette è solo la credibilità del ciclismo, che già tanti peccati sconta giustamente. La saluto cordialmente. (Alberto Pionca – Cagliari)

Uomini in nero e Ferrari mascherato...
7 agosto 2012 11:11 pietrogiuliani
Per quanto ne so io, e non mi sbaglio, gli uomini in nero erano Gasparotto, Moser (Leonardo) e Bertagnolli mentre di Pellizzotti e Nibali aveva detto Fanini su Repubblica che erano ad allenarsi a S. Moritz (dove vive Ferrari). A quel tempo tutti dissero di aver querelato Fanini però, guarda caso però solo Nibali e Pellizzotti lo hanno realmente querelato, per tutti gli altri invece (che in realtà non hanno sporto nessuna denunci in quanto sapevano che le dichiarazioni di Fanini erano veritiere) sappiamo come sono andate le cose, ovvero tutti hanno poi avuti problemi di doping e conseguenti squalifiche. Per quanto riguarda i versamenti in beneficenza, invece so per certo che nessuno ha pagato niente. La realtà - che nessuno può negare - è che questi atleti lì (a S.M.) c'erano davvero e se poi Nibali non era seguito da Ferrari ma si trovava in quel luogo insieme a compagni di squadra solo ed esclusivamente per allenarsi ci può stare. Pertanto ci possono stare anche le scuse, visto che nessuno, tanto meno Fanini ha mai dato del dopato a Nibali, anzi più volte lo ha elogiato in ogni modo (e chi sostiene il contrario si vada a rileggere l'articolo di Repubblica).
Fanini non dice mai cose a vanvera e sempre, quando fa una denuncia, poi i fatti gli danno ragione. E riguardo questa vicenda, se ci sono cose in più o altri sviluppi, di sicuro lo sapranno gli inquirenti e non i blogger che amano commentare in base alle simpatie o (nella maggior parte dei casi) alle antipatie.

Per gli ottimi Bufalino e Pietrogiuliani.....
7 agosto 2012 15:15 Bartoli64
.... mi avete letteralmente tolto le parole dalla tastiera.
Molto bene, ottimi e puntuali interventi!

Bartoli64

Per Pietro Giuliani
7 agosto 2012 22:01 Monti1970
Gasparotto non mi sembra che abbia avuto problemi di doping

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