Rinviata al 14 dicembre l'udienza sul caso Simeoni-Armstrong

| 29/11/2005 | 00:00
Si è svolta stamane a Latina, davanti al GUP Ravaisti, l’udienza preliminare del procedimento che vede coinvolto Lance Armstrong, denunciato per diffamazione da Filippo Simeoni. L’avvocato del texano, Enrico Nan, ha presentato eccezione procedurale per incompetenza territoriale, chiedendo l’applicazione dell’articolo 10 del codice penale che concerne il caso di delitto commesso da straniero all’estero. L’avvocato Giuseppe Napoleone, che cura gli interessi di Simeoni, ha immediatamente ribattuto chiedendo invece l’applicazione dell’articolo 6 dello stesso codice penale: «L’articolo 10 invocato dalla difesa - spiega l’avvocato Napoleone - è applicabile in caso di reato comune istantaneo, la rapina per intenderci, mentre il reato di diffamzaione si concretizza quando la parte offesa percepisce la diffamazione stessa. E lo stesso articolo 6 conferma la punibilità secondo la legge italiana di un soggetto straniero che abbia commesso reato in tutto o in parte in terrirorio estero. Trattandosi di un reato esplicitato via internet, chiaramente la legge non ne prevede il singolo caso, quindi ci viene in soccorso la pronuncia 4741 della Corte Costituzionale. Secondo questa pronuncia, il giudice italiano è competente anche nel caso il sito internet sia registrato all’estero, qualora i fruitori e la parte lesa siano in territorio italiano. Questa stessa pronuncia era stata vagliata dal PM che, in base alla stessa, aveva deciso di procedere nel suo lavoro di indagine». Trattandosi comunque di una questione delicata, il GUP ha deciso di aggiornare l’udienza al 14 dicembre prossimo, data nella quale si pronuncerà sull’eccezione avanzata dalla difesa. «Quello che è importante sottolineare - spiega l’avvocato Napoleone - è che la difesa non ha contestato il fatto essenziale, cioè l’accaduto, ma in pratica ha avanzato una richiesta di incompetenza territoriale. Ora è chiaro che noi ci auguriamo un pronunciamento favorevole che ci porti finalmente al processo, ma qualora dovesse accadere il contrario, proseguiremo la nostra azione in sede civile».

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