TURCHIA. La soddisfazione di Andrè Greipel. AUDIO

| 23/04/2012 | 15:32
Il tedesco Andrè Greipel (Lotto Belisol) commenta la sua settima vittoria al Giro di Turchia, la prima dell'edizione 2012. Nel file audio trovate l'intervista in inglese (listen Greipel english quotes), qui la traduzione in italiano delle sue dichiarazioni al termine della seconda tappa.
Oggi ti sei preso la rivincita da ieri. «Perdere fa parte del nostro lavoro, non ero frustrato per la caduta che mi ha tagliato fuori dai giochi ieri. Oggi io e la squadra ci siamo impegnati come sempre ed è semplicemnte andata meglio».
Settima vittoria al Giro di Turchia, una corsa speciale per te. «Questa gara sta diventando anno dopo anno un evento sempre più importante, basta guardare la starting list e scorgere i nomi dei velocisti al via. Gli organizzatori hanno di che essere felici che tanti sprinter sono venuti qui a prepararsi in vista del Giro d'Italia o per la seconda parte della stagione. Io inizio da qui il mio avvicinamento al Tour de France, dopo la Roubaix sono stato fermo 8-9 giorni e sono tornato alle gare ieri, sono fortunato ad esser già riuscito ad alzare le braccia al cielo».
Battere corridori del calibro di Goss e Petacchi vale come una vittoria o due? «Io ogni volta che ho l'occasione di disputare una volata cerco di vincere, certo fa piacere battere atleti del livello di quelli con cui mi sto confrontando in questi giorni, ma alla fine dei conti una vittoria è semplicemente una vittoria. Io oggi sono felice perchè la squadra ha fatto un gran lavoro per tenermi davanti e nel finale ho preso le decisioni giuste per arrivare primo».
Non hai un uomo nello specifico che ti lancia. «No, in questi finali è molto difficile stare uniti. In squadra abbiamo quattro neoprofessionisti, che chiaramente non sono abituati ai meccanismi di un treno, ma fino al triangolo rosso posto all'ultima curva i miei compagni mi sono stati molto d'aiuto per prendere le prime posizioni, poi mi sono arrangiato da solo».
Qui hai iniziato la tua seconda parte di stagione, per un corridore quanto è importante vincere subito? «Come ho detto è fondamentale andare veloce e ottenere risultati. Vincere dà maggiore consapevolezza in sè stessi ed è importante per il morale di tutta la squadra».
Oltre a campioni come te, in gara ci sono molti giovani velocisti promettenti (vedi Pelucchi oggi 3°, ndr). Quanto credi sia importante per loro confrontarsi con sprinter esperti? «Anche noi abbiamo iniziato così. Solo correndo coi migliori si può imparare a vincere, migliorando gara dopo gara. Prendere le posizioni e avere occhio in finali caotici come questi è solo questione di tempo».
Domani in programma c'è una tappa dura, non adatta alle ruote veloci. «Di certo non vinceremo, ma ci limiteremo a sopravvivere (scherza, ndr). Il tempo massimo è del 25% quindi non dovremmo avere problemi».

da Antalya, Giulia De Maio


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