DONNE. Bronzini all'ACCPI: «Meritiamo più spazio»

| 26/12/2011 | 09:32
L’Associazione Corridori Ciclisti Pro­fessionisti Italiani accoglie fa­vo­re­volmente le richieste delle ci­cliste azzurre, che negli ultimi me­si at­tra­verso la stampa e non solo hanno al­zato la voce per attirare l’attenzione sul mo­vi­mento femminile di casa no­stra. Come hanno sostenuto re­cen­temente due bandiere del mondo del­le due ruo­te italiano, Giorgia Bron­zini e Noemi Can­tele, il ciclismo che tante me­daglie iridate ci regala merita maggiore considerazione e tutela. L’ACCPI si sta impegnando in questo senso ad aprire un dialogo con le ragazze che praticano ciclismo per cercare insieme a loro una via per garantire opportunità e garanzie pari ai colleghi uomini.
Questo viaggio alla scoperta dei problemi e delle necessità del ciclismo femminile non poteva che iniziare con le richieste delle ci­cliste stesse, di cui si fa portavoce la bicampionessa del mondo Giorgia Bronzini, che spiega: «Le italiane danno al ciclismo più di quello che ricevono. Il nostro movimento sta crescendo nei numeri e nel valore, e con ri­sultati che, almeno negli ultimi anni, gli uo­mini non sono riusciti a conquistare. Cosa ci manca? Le strutture: dai dirigenti alle squadre. Mancano soprattutto i soldi e gli sponsor. All’estero hanno capito che le donne mi­gliorano il ciclismo nello spettacolo, nell’immagine e nella cultura. E alcune fra le maggiori squadre hanno aperto un settore femminile: il costo è limitatissimo, perché l’or­ga­nizzazione esiste già, dai meccanici ai mas­saggiatori, dalle biciclette alle ammiraglie».
Com’è essere una ciclista nel nostro paese?
«In Italia si fa solo una grande fatica. Tant’è vero che, quando mi chiedono un consiglio sul ciclismo femminile, io dico subito che è meglio smettere, o non cominciare neanche, e dedicarsi ad altro. Poi però aggiungo che, se ci sono voglia e passione, allora il ciclismo regala emozioni e avventura, disciplina e carattere».
Dovremmo prendere da esempio gli altri sport?
«Sì, non c’è proprio paragone. Nel tennis si è giunti quasi alla parità nella tabella premi. Nel basket e nella pallavolo, ma anche nello sci e nel nuoto, ci sono più attenzione e spa­zi. Noi siamo ancora relegate a ruoli da comparse».
Pat McQuaid, durante una conferenza stampa indetta poco prima che partisse il campionato del mondo che ti ha visto entrare nella storia come prima atleta italiana a conquistare il bis iridato, ha affermato che, il ciclismo femminile non è pronto per ottenere tutele sindacali come, per esempio, un minimo salariale per tutte le atlete.
«Io dico, invece, che questo momento è giunto e già da un po’: il ciclismo femminile è pronto a fare dei passi avanti importanti. Con la maglia che ho l’onore di indossare cercherò di dar voce alle esigenze delle cicliste, come già sta facendo magistralmente Noe­mi Cantele (componente della Com­mis­sione Etica dell’Unione Ciclistica Inter­na­zionale, ndr). Già a Copenhagen avrei voluto parlare con il presidente dell’UCI per fargli notare che la mia maglia vale tanto quanto quella di Cavendish e per fargli un elenco dei motivi per cui noi donne meritiamo di più».
L’ACCPI cosa può fare concretamente per voi?
«Per prima cosa potrebbe impegnarsi insieme alle altre associazioni nazionali per far sì che la nostra categoria sia riconosciuta come professionistica a tutti gli effetti. Finché saremo considerate delle dilettanti, non po­tremo esigere un trattamento pari ai nostri colleghi professionisti».

di Giulia De Maio
da tuttoBICI di dicembre
Copyright © TBW
COMMENTI
tieni duro GIORGIA!
26 dicembre 2011 10:16 tizicchio
ONORE E RISPETTO!

26 dicembre 2011 21:29 AndreaS
Richieste encomiabili da parte della Bronzini... Però secondo il mio modesto parere inattuabili conoscendo il ciclismo femminile, soprattutto in italia...

Tante ragazze corrono per qualche centinaio di euro al mese, alcune a gratis e questo non è solo per essere spilorci ma penso anche ai budget risicati di molte squadre.

Se da domani ci dovessere essere un minimo fisso di stipendio e anche un'aumento dei premi gara, sempre a carico degl'organizzatori... Beh preprariamoci a vedere il ciclismo femminile in Italia portato a ZERO con 2 massimo 3 squadre che rimarrebbero in corsa... Il resto chiuderebbero e di conseguenza molte ragazze anche talentuose rimarebbero al palo!


Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Una nuova identità per valorizzare storia, tradizione e competenze tecniche. Con questo spirito URSUS presenta il suo rebranding, nato dal desiderio di comunicare in maniera ancora più profonda l’anima industriale dell’azienda fondata da Sergio Ferronato nel 1966 a Rosà (Vicenza). Il nuovo...


Incidente mortale a Taranto. A perdere la vita Stefano Principale, 20 anni, allievo maresciallo della Marina Militare e ciclista della Pro.Gi.T Team. Era alla guida di una moto che si è scontrata con un'automobile: con lui, un altro allievo della Marina,...


Ferve l’attività del ciclocross che entra nella parte cruciale della stagione e propone un ricco programma di competizioni da quelle internazionali a quelle nazionali e regionali. L’Ale Colnago Team, guidato da Milena Cavani ed Eva Lechner, ha in calendario tutta...


Javier Guillen è stato indubbiamente la persona più richiesta e cercata dai media in occasione della presentazione della Vuelta Espana 2026. Reduce da quella che lui stessa ha definito l’edizione “più difficile di sempre per lui”, il direttore della...


Cento chilometri cronometro a squadre, ovvero una specialità magica, elettrizzante. Esaltava le doti dei passisti e soprattutto nei primi Anni ’90 il medagliere ciclistico azzurro. Ai Campionati del Mondo di Stoccarda 1991 vinsero l’oro Flavio Anastasia, Luca Colombo, Gianfranco Contri...


A un anno dall’entrata in vigore della riforma del Codice della Strada, il bilancio è drammatico: 222 ciclisti hanno perso la vita. Una riforma che, nelle intenzioni del legislatore, avrebbe dovuto garantire maggiore sicurezza a chi pedala e che invece si...


Mutuo rispetto, spirito di collaborazione e valorizzazione del mestiere di raccontare lo sport. Nelle stanze della presidenza del Consiglio regionale della Lombardia, ieri mattina il Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi è stato ricevuto dalla Sottosegretaria a Sport e Giovani,  Federica Picchi, per festeggiare...


Un conto aperto con la Grande Boucle da regolare a freddo? Diciamo semmai che Eric Boyer proprio non digeriva l’abbandono a cinque tappe dalla conclusione del Tour 1995. Così, l’oggi sessantunenne che allora gareggiava nella nostra Polti, ha chiuso il...


E’ passato un anno da quando Eddy Merckx è caduto durante una passeggiata in bici e in questo 2025, che lo ha visto festeggiare i suoi 80 anni, sono stati molti i momenti di difficoltà. Tra alti e bassi il...


Maggio 2002. Il Giro d’Italia cominciava nei Paesi Bassi, a Groeningen. Avevo chiesto il permesso di tenere un “diario del gregario”, permesso accordato, purché fosse pubblicato non sul quotidiano cartaceo ma sul sito Internet, meglio - pensai – così rimarrà...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024