Santi: Armstrong? Scoperta l'acqua calda

| 23/08/2005 | 00:00
Claudio Santi, (vice presidente Unione Europea del Ciclismo) interviene sul caso Armstrong con un comunicato ufficiale: «Fa del male a se stesso, chi è un cittadino semplice e onesto non deve pensare di essere quello che sbaglia; ma a volte non è facile se l'altro è o diventa un mito. La rassegnazione di questi onesti e semplici cittadini, nel caso facciano sport definiamoli atleti, sarebbe terribile, il futuro e i nostri figli rovinati, non è, e non deve essere, così. Fa male chi, ogni tanto, pensa che il doping è un male incurabile perchè entrato nel sangue di uno sport e accettato come metodo irrinunciabile per poter arrivare lontano. Ma lontano dove? Magari si arriva più alla svelta, ma poco distante. Fa male che, ogni volta che si migliora un pò, venga la nostalgia di tornare ai bei tempi che furono, quelli dei palloni gonfiati, delle pastiglie a manciate, delle flebo in camera con gli scatoloni e dell' Epo di massa. Negli ultimi cinquant'anni il ciclismo ha convissuto con questi problemi come la società civile ha convissuto con la delinquenza. Ma il suo problema è un altro, nel ciclismo i giovani non esistono, o quasi, e molti vecchi questo sistema lo hanno creato e ora vogliono, e ogni tanto riescono, a tornare ai "bei tempi andati" (molti hanno ripreso incarichi o fanno i suggeritori). Con buona pace della salute dei ragazzi, della morale verso il pubblico, del rispetto per loro stessi. Chi ha un po' di coscienza se ne va, o viene invitato ad andarsene, e infatti, i pochi miglioramenti li fanno le autorità esterne. E' molto triste, ma è la realtà, una verità che bisogna combattere attivamente, stando dentro al sistema, ma per cambiarlo totalmente, per ridare ai ragazzi un messaggio pulito, di gioco, di sport e di salute. Ai genitori chiediamo di sorvegliare, non di tifare, perchè i figli sono ragazzi, poi studenti, poi atleti. Questo non è il ciclismo e forse lo sport di oggi, ma bisogna impegnarsi e lottare perchè lo sia domani. Pantani diceva: regole certe, severe, ma per tutti. Forse pensava che alcuni alti dirigenti nascondevano qualcuno. Forse su questo aveva ragione e lo hanno piegato, perchè per fare, dicono gli stregoni, bisogna fare, ma tu, dicevano a lui, non puoi più. Uno di questi stregoni, è talmente amico di Amstrong, che il buon Lance per difenderlo ha fatto la figuraccia del "caso Simeoni" rincorrendolo come un bambino stupido nel Tour 2004. E allora? Ed ora? si vuole cambiare o far tacere? speriamo cambiare, provarci e riprovarci è moralmente indispensabile, e chi ci crede lo deve fare. Buona fortuna ciclismo, non ti lasceremo in mano a imbroglioni, delinquenti, invidiosi e ragazzi illusi come magari siamo anche noi, magari no».
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