
Al termine della quinta tappa del Giro di Turchia, Thomas Peterson è sulla buona strada per far sua la generale. Cercando di capire il suo sottile umorismo intuiamo che non ha nessuna intenzione di lasciare la maglia turchese, simbolo del primato, ad alcun avversario. «É il mio obiettivo stagionale» dice scherzando l'alfiere della Garmin Cervélo.
Ventiquattrenne di Seattle, proprietario di un negozio di biciclette, dopo due giornate in fuga può gioire e tirare un sospiro di sollievo visto che i primi alle sue spalle, Cameron Wurf (Liquigas Cannondale) e Alexander Efimkin (Team Type 1), sono rispettivamente a 27" e 29" e le ultime tre frazioni della corsa turca non presentano particolari difficoltà.
«Alcuni dei corridori che erano in fuga con me nella quarta tappa, sono ripartiti all'attacco anche ieri. Per questo mi avete visto tra i primi per due giorni di fila. Nella scorsa frazione io e Cameron Wurf eravamo gli unici a voler guadagnare tempo, gli altri ragazzi cercavano di risparmiare energie per vincere la tappa. Nel finale non ci sono stati grandi attacchi quindi ho semplicemente curato gli altri. Va benissimo il quarto posto di tappa raccolto a Fethiye» spiega Peterson.
«Ho una squadra forte e devo controllare solo cinque corridori. Penso di avere buone possibilità di vincere il Giro di Turchia. I miei compagni stanno davvero bene, quindi sono fiducioso: mi porteranno al traguardo finale» dice il vincitore della seconda tappa del Giro di California del 2009.
Thomas infine chiude la nostra intervista con un messaggio ben chiaro diretto agli aspiranti alla maglia celeste: «Non sono un vincente, sono uno che va spesso vicino al risultato pieno, ma fa fatica a centrarlo. Chissà che in questo paese, che sto scoprendo diversissimo dal deserto che mi aspettavo, non arrivi anche la vittoria».
Giulia De Maio
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