Il Giro incontra l'Italia che protesta e chiede lavoro
| 25/05/2005 | 00:00 Il Giro d’Italia è anche un racconto di storie d’Italia. E, purtroppo, di storie che spesso non hanno argomenti lievi. «Se le telecamere che seguono il Giro d’Italia non ci inquadreranno per dare voce alla nostra protesta siamo pronti a bloccare la corsa». L’annuncio arriva da alcuni dipendenti dello stabilimento Marzotto di Mortara (Pavia) che sono scesi in strada a Lomello, in attesa del passaggio del Giro. L’obiettivo è di sensibilizzare l’opinione pubblica per impedire al Gruppo Marzotto di chiudere lo stabilimento della Pettinatura di Mortara. Nei giorni scorsi, infatti, la società ha annunciato l’ imminente cessione dell’attività (prevista per la fine dell’ estate) e il 13 maggio nei confronti dei 141 dipendenti dell’ azienda lomellina è già stata avviata la procedura di mobilità. «Abbiamo chiesto al Gruppo Marzotto la revoca del provvedimento che farà perdere il posto di lavoro a tutti i lavoratori. Finora però tutte le nostre richieste sono state respinte». Per impedire il blocco del Giro sarebbe stato comunque raggiunto un primo accordo: «La Rai - anticipano i sindacati - ha promesso di inquadrare il presidio degli operai e di mandare in onda le immagini prima della diretta di oggi. Se ciò non dovesse avvenire, domani raggiungeremo Varazze e occuperemo il tracciato del Giro».
Intanto ad Arese, stamane, una cinquantina di lavoratori e cassintegrati dell’Alfa Romeo di Arese ha organizzato una minicorsa prima del passaggio del Giro davanti allo stabilimento dell’Alfa. Vestiti con maglie gialle con la scritta ’Lavoro no cigs’ e ’Un futuro per Arese’ i lavoratori in agitazione hanno distribuito un volantino in cui si legge che «la Fiat deve garantire il diritto al lavoro ridando un futuro allo stabilimento di Arese».
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