DENTRO IL GRUPPO. Basso: ecco la mia bici per il pavè

| 08/07/2010 | 16:36
E meno male che doveva essere un inizio tranquillo, che i primi due giorni dovevano essere relativamente abbordabili. I queste prime due tappe è successo davvero di tutto, e quando dico di tutto mi riferisco in particolare alle cadute, che sono state il “leit-motiv” costante di questo inizio di Tour.
I problemi sarebbero dovuti cominciare oggi, con la temutissima tappa - soprattutto da gente come me che la Roubaix non l’hanno mai corsa -, che si concluderà alle porte della famosissima Foresta di Arenberg. Sette settori di pavé: due in terra belga, gli altri quattro negli ultimi 30 chilometri in terra di Francia. Per l’occasione mi sono fatto preparare una bicicletta ad hoc. Come del resto i miei compagni di squadra. Utilizzeremo un telaio in carbonio meno rigido, più morbido con ruote da 36 raggi (i miei compagni da 32): saranno leggermente più pesanti, ma penso possano essere un pochino più sicure. Cerchio in alluminio a profilo basso. Incrocio in quarta, anziché in terza (assorbono di più). Le geometrie del telaio leggermente modificate: carro posteriore e anteriore più lungo, per permettere un migliore assetto della bicicletta, una migliore stabilità del mezzo. Movimento centrale più basso, sempre per una migliore aderenza. Sarà un pochino più pesante questa bicicletta, la mia dovrebbe pesare 7,3 kg, ma è necessario per una prova di questo tipo. Coperture tubolari da 25 pollici. Rapporti: 53 x 44 anteriore; 11 x 23 posteriore. Manubrio ammorbidito con un gel apposito che dovrebbe migliorare la presa e attutire le vibrazioni sulle strade sconnesse.
Il mio meccanico, Giuseppe Archetti ha lavorato fino a tarda notte per preparare tutto al meglio. Cosa posso dire d’altro: che la fortuna mi assista e che domani (oggi per chi legge) non debba mai incrociare il mio sguardo con quello di Archetti: sarebbe un buon segno.

«Dentro il Gruppo» è una rubrica di Ivan Basso
tratta da «Il Giornale» del 5 luglio 2010

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