Tappa e maglia. Gibo Simoni e i vantaggi dell'età matura

| 19/05/2010 | 09:17
La nostra speciale classifica, che premia le vere imprese del Giro stranamente trascurate dalle graduatorie ufficiali, rende doverosamente omaggio a Gibo Simoni. Nel 2004 aveva chiuso il suo Giro, vinto dal giovane compagno Damiano Cunego, rivolgendogli sul traguardo di Bormio uno dei suoi più sentiti complimenti: “Bastardo”.
Sei anni dopo, eccolo tirare sulle salite per preparare l’attacco dello stesso compagno Cunego. Che cosa può essere successo, in un uomo di montagna tanto cocciuto e orgoglioso, per accettare una sorte così difficile da credere e persino da immaginare?
C’è chi malignamente dice che Simoni abbia ingoiato questo enorme rospo soltanto per ragioni di sponsor, per riuscire cioè a correre l’ultimo Giro prima di chiudere la carriera. Ma questa è solo una stupida diceria. In realtà, a 39 anni, Gibo conclude qui un suo personalissimo Giro, molto più lungo e molto più importante: dopo quel feroce e storico litigio, si è separato dal giovane compagno, se n’è allontanato, l’ha odiato, poi lentamente ha cominciato a superare, a riavvicinarsi, a ritornare, fino a chiudere il percorso con il rientro a casa di quest’anno. Che cosa è accaduto di tanto strano? Semplicemente, Gibo non è invecchiato invano.
Diceva Terenzio, popolare diesse dell’antichità, che la vecchiaia è già di per sè una malattia. Ma per alcuni aspetti questa ineluttabile malattia ha dei pregi meravigliosi: guarisce un sacco di malanni giovanili. Tappa e maglia al Gibo d’Italia. La più bella del suo guardaroba.

Tappa e maglia, rubrica de Il Giornale
a firma di Cristiano Gatti
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