| 16/05/2010 | 16:17 Nebbia, pioggia e gelo: poi l’arcobaleno. Sulle strade sterrate di un ciclismo senza tempo, vince il campione del mondo Cadel Evans. Vince l’australiano, davanti al nostro Damiano Cunego e ad Alexandre Vinokourov, che al termine di una fatica immane, in una giornata da leggenda e tregenda, va a vestire nuovamente la maglia rosa.
La perde sul liscio e viscido asfalto Vincenzo Nibali, che a trenta chilometri dal traguardo, lungo la discesa del passo del Rospatoio, finisce lungo e disteso nel prato seguendo Michele Scarponi, il primo a finire per campi. E con loro anche Basso e Agnoli. Insomma, in un sol colpo l’Italia del pedale e i Liquigas si giocano il primo, il secondo e il terzo della classifica generale.
Di questa tappa in terra di Siena, si temevano i chilometri sterrati posti nel finale. Il destino vuole che la maglia rosa si giochi tutto poco prima: prima di arrivare sulle «strade bianche». Prima che Vinokourov accenda la bagarre. «Una banale caduta mi ha compromesso tutto – spiega deluso Nibali -, Mi sono caduti davanti (Scarponi, ndr) e io non sono stato in grado di evitarlo. Mi spiace solo che ho perso un sacco di tempo prima di cambiare la bicicletta. Ma il Giro non finisce qui», assicura l’ex maglia rosa.
La gara è un’autentica battaglia fin dal mattino e fila via a velocità folle (prima ora di corsa ad una media di 52 km orari). Quando il tracciato si sposta nell’entroterra pisano, un plotone di 16 corridori prende il largo: fra loro la maglia bianca Agnoli, il giapponese Arashiro, Modolo, Simoni e Stangelj. Il frazionamento dura poco e al 71° km il gruppo torna compatto. All’85° partono l’olandese Rick Flens della Rabobank e il danese Nicki Sörensen della Saxo Bank, che dopo quasi 40 km fuga a due raggiungono un vantaggio massimo di 9’25”.
Raggiunti i due fuggitivi, il gruppo si fraziona ancora per una caduta, quella di Nibali. Il gruppo si fraziona: davanti si forma un drappello di circa venti uomini fra i quali Garzelli, Gerdemann, Vinokourov, Evans e Cunego.
Alla fine restano in sette: oltre al campione del mondo, al kazako e al veronese ci sono Garzelli, Gadret, Arroyo e Pinotti. Nel finale, fra le strette viuzze di Montalcino, si scatenano Evans, Cunego e Vinokourov, con l’australiano campione del mondo che riesce a trovare il guizzo vincente e a battere in volata Cunego e Vinokourov (ultima volta che il Giro arrivò a Montalcino, vinse in maglia iridata Argentin, ndr). L’ottimo Pinotti arriva a 6”, Arroyo a 12”, Garzelli a 27” e Scarponi a 1’01”. Nibali perde 2’01” mentre Sastre sprofonda e taglia il traguardo dopo 5’20”. «Oggi volevo fare solo la corsa dura – spiega Vinokourov -, alla maglia rosa non ci pensavo». Ci pensa però Cadel Evans, soddisfatto come pochi: «Bella vittoria, bella giornata per tutta la squadra – spiega il campione del mondo -. Questa tappa mi si addiceva e l’abbiamo preparata bene. Il cammino rosa è ancora molto lungo, ma siamo messi bene». Noi italiani un po’ meno.
da «Avvenire» del 16 maggio 2010 a firma Pier Augusto Stagi
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