La Padania. Davico: ecco come Cuneo accoglierà il Giro

| 09/05/2010 | 12:40
Il Giro d’Italia è partito dall’Olanda, da Amsterdam, ma già pensa al ritorno, a ritrovare la sua casa: domani pomeriggio, al termine della terza tappa, la carovana si imbarcherà in aereo per volare in Italia.
Ma quello del Giro all’aeroporto di Cuneo Levaldigi non sarà un ritorno “qualsiasi”: la Provincia Granda,  ma forse sarebbe meglio dire tutto il Piemonte e la Padania intera, sono pronti ad accogliere il Giro d’Italia con una festa che durerà tre giorni.
Il motore dell’iniziativa è il senatore Michelino Davico, sottosegretario agli Interni, classe 1961, cuneese purosangue, il ciclismo nel cuore e nella mente da sempre, al punto da spendersi in prima persona per il rilancio di questo sport nel Piemonte.
«Il ciclismo è passione pura - esordisce il senatore Davico - e io ne soffro piacevolmente fin da ragazzo, quando ho praticato l’agonismo nelle categorie giovanili. La bicicletta poi mi è rimasta nel cuore perché è uno strumento meraviglioso per fare sport, per coltivare amicizie, per scoprire e riscoprire il territorio, per vivere a contatto con la natura, per rispettare il mondo in cui viviamo. Anche quando ero insegnante, prima di essere eletto senatore, ho sempre organizzato con i miei ragazzi e gli amici dei lunghi viaggi in bicicletta raggiungendo da Bra città storiche come Venezia, Bruxelles e Berlino, per fare qualche esempio».
Il ciclismo e la bicicletta alla portata di tutti, quindi.
«Ed è questo il bello, perché in bicicletta ci possono andare davvero tutti, per passeggiare o correre, per scoprire o viaggiare, per amore o per bisogno. Il mio impegno, anche in campo organizzativo, è sempre stato questo: far crescere la passione e l’uso della bicicletta nel nostro territorio, anche perché viviamo in una terra bellissima».
Qui si parla del Giro d’Italia: lei è tifoso?
«Faccio il tifo per gli italiani e per chi sa entusiasmarmi con le sue imprese: nel mese delle classiche, per esempio, mi ha impressionato Fabian Cancellara, il dominatore del Fiandre e della Roubaix. Non ho un campione del cuore per un motivo semplice: ho la fortuna di essere cresciuto in una terra che è la patria del ciclismo. Non solo il Piemonte, ma anche Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana: possiamo dire davvero che la Padania sia la culla di questo sport».
A proposito di sport, cosa la affascina di più del ciclismo?
«A parte le imprese, ad impressionarmi è la gente del ciclismo, la gente di questo sport unico, nel quale non si paga il biglietto per assistere allo spettacolo, ma si è disposti a sobbarcarsi ore e magari notti intere di viaggio e di attesa per veder passare il gruppo in pochi minuti e avere la possibilità di gridare il proprio tifo e la propria gioia. Questa gente è il patrimonio del ciclismo, per questa gente stiamo lavorando e mi sono impegnato in prima persona per riportare il grande ciclismo nel mio Piemonte».
Che poi, come si diceva, è una regione dal cuore ciclista.
«È la Regione che ha dato i natali a campionissimi come Fausto Coppi, del quale quest’anno celebriamo i cinquant’anni dalla morte anche e soprattutto con la tappa da Novara a Novi Ligure, e come Costante Girardengo, che proprio in questi giorni viene ricordato in una fiction - Il bandito e il Campione - che si sta girando sulle strade di Saluzzo. E tanti, tanti davvero sono i campioni piemontesi che hanno scritto la storia del ciclismo. Così, ho preso a cuore il Giro del Piemonte, che per vari motivi non si disputava da qualche anno, e ho lavorato con degli amici per riportarlo ai suoi fasti storici, per riqualificarlo, per farlo rinascere«.
Ed è nato Gran Piemonte.
«Esatto. Gran Piemonte che poi non è solo una corsa di ciclismo, ma è turismo, enogastronomia, benessere fisico, educazione civica per bambini: in altre parole un ampio progetto di qualità ambientale, un progetto di cultura, un progetto sociale. E da questo progetto è nata l’idea di riabbracciare il Giro d’Italia, è nata l’avventura che ci ha portato alla vigilia di questo grande avvenimento».
Che segnerà la vera partenza italiana del Giro.
«Ed è proprio questo che ci rende orgogliosi: che la Provincia di Cuneo ospiti per intero la prima tappa italiana della corsa rosa, tra l’altro con una cronometro a squadre che è prova di grande spettacolarità e che darà sicuramente un volto nuovo alla classifica generale della corsa. Ospitare la prima italiana del Giro, dopo l’operazione promozionale che sarà compiuta con la partenza in Olanda, è una grande soddisfazione per noi, anche perché porterà sul nostro territorio una grande attenzione mediatica ed un grande interesse, che sarà ribadito il giorno dopo anche nell’altra tappa piemontese, quella che da Novara porterà alla Novi Ligure di Coppi e Girardengo».
Cosa c’è nel dettaglio dietro a questo progetto?
«C’è - e lo dico con grande orgoglio - un Comitato Istituzionale di tappa che ha unito le proprie forze per dar vita a decine di iniziative collaterali. Lo dico e lo ribadisco perché un Comitato Istituzionale va oltre il classico comitato organizzatore: significa riuscire a riunire e far collaborare enti e realtà diverse e non sempre è facile. Abbiamo riunito la Provincia, la Camera di Commercio, l’associazione Le Terre dei Savoia e molte altre realtà che operano sul territorio. Il culmine del progetto sarà poi il festeggiamento per i 150 della Provincia di Cuneo, guidata egregiamente dalla leghista Gianna Gancia: proprio per questo, il traguardo della tappa sarà posto davanti alla sede della Provincia di Cuneo».
Ma sappiamo che la festa del ciclismo in Piemonte inizierà già domani...
«È vero, la festa comincerà con l’atterraggio a Levaldigi dei due charter che porteranno in Italia i 198 corridori del Giro e molti membri della carovana. Li accoglieremo come meritano e tutti i corridori ceneranno con noi in un convivio al quale hanno già aderito 1500 appassionati che vivranno una serata davvero speciale. Sarà una sorta di presentazione italiana dei corridori, applaudiremo coloro che indossano la maglia rosa, quella rossa della classifica a punti, quella verde del miglior scalatore e quella bianca di primo giovane della classifica generale. Sarà un’occasione davvero speciale che sarà impreziosita, posso dirlo in anteprima, dalla presenza del leader della Lega, onorevole Umberto Bossi, Ministro delle Riforme per il Federalismo».
Poi ci sarà il giorno di riposo.
«Che sarà tale solo per il Giro e permetterà a tutti i mezzi della carovana di raggiungere via terra il Piemonte per la tappa dell’indomani. Noi ne approfitteremo per vivere un momento speciale in quel di Bra. Alla presenza del Ministro Roberto Maroni vivremo una cerimonia di “consegna” del Giro alla Polizia Stradale che tradizionalmente accompagna la corsa sulle strade d’Italia con una cinquantina di uomini, moto e mezzi. Interverranno il patron del Giro d’Italia Angelo Zomegnan, grandi ex campioni come Fondriest, Moser, Balmamion, Zilioli, la nipote di Girardengo, i figli di Coppi e Bartali, perché nessuno sport come il ciclismo sa unire la sua storia e la sua memoria con il futuro».
Infine mercoledì sarà il gran giorno...
«... di una tappa davvero speciale - conclude con giustificato orgoglio il senatore Michelino Davico - che partirà dalla splendida Piazza Santarosa a Savigliano, una delle più belle d’Italia,  e che regalerà al nostro territorio un momento davvero imperdibile di promozione territoriale grazie a bellezze paesaggistiche e artistiche incomparabili. E poi, su tutto, la corsa, con l’abbraccio dell’Italia al suo Giro, alla sua corsa. Sarà una grande, grandissima emozione...».

da La Padania
a firma di Paolo Broggi
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