Il Giro sarà la manifestazione più controllata della storia

| 04/05/2010 | 16:38
La 93a edizione del Giro d’Italia si presenta come la più attenta e attiva nell’azione di prevenzione e contrasto ad ogni possibile forma di doping, a tutela della salute dei corridori e dell’immagine mondiale della competizione e del ciclismo in generale. Gli organizzatori del Giro d‘Italia sono consapevoli da molto tempo che la definitiva sconfitta del doping sarà il risultato di un’estesa azione mondiale protratta negli anni da parte di tutti protagonisti (federazioni ciclistiche, organizzatori, team, ciclisti, ecc.) e quest’anno vi partecipano con un intervento estremamente articolato e strutturato.
L’obiettivo dichiarato è quello di avere la competizione ciclistica più controllata nella storia dello ciclismo. Molto era già stato fatto nel 2009: 340 esami del sangue, 141 delle urine, un investimento di 250.000 euro. Per il 2010 l’asticella è stata posta decisamente più in alto: effettuare complessivamente 520 controlli. Un numero record per le grandi corse a tappe.
I campioni prelevati saranno esaminati dai più qualificati e riconosciuti laboratori europei: Roma, Losanna, Colonia e Parigi. Una rete di strutture scientifiche con note specializzazioni in tema di doping. L’UCI effettuerà questi controlli serali attraverso un ispettore appositamente indicato e relativo team.
L’attività di controllo del Giro d’Italia è in costante evoluzione ed ha avuto tra i momenti più significativi la partecipazione all’ideazione e organizzazione del “passaporto biologico”, il più importante strumento europeo per contrastare il doping e che comporta per RCS Sport un costo annuo di circa 127.500 euro. Un sistema che prevede l’impiego di un medico e di 2 ispettori di controllo, che da quest’anno diventano 3.
Il Giro nei mesi scorsi ha chiesto ai team invitati i nominativi dei 15 corridori (tra i quali scegliere i 9 partecipanti alla gara) per segnalarli all’UCI e quindi inserirli nel sistema dei controlli previsti dal passaporto biologico.
La severità del Giro non si ferma qui. Chi è stato sospeso dalle attività agonistiche per doping non è invitato automaticamente al Giro al termine del provvedimento, ma gli organizzatori si riservano il diritto di lasciare il corridore in quarantena, vale a dire finché non abbia dimostrato, in competizioni successive, di aver interrotto ogni pratica sospetta.
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COMMENTI
BENE
4 maggio 2010 17:37 Capitano
MA SPERO CHE TUTTI ABBIANO CAPITO, CHE I CONTROLLI NON BASTANO PER NIENTE, ALTRIMENTI COME SI SPIEGANO TUTTI QUEGLI ATLETI MAI RISULTATI POSITIVI AI CONTROLLI, CHE HANNO AMMESSO IL DOPING CONTINUATO....SIA IN PASSATO CHE DI RECENTE. SE NON CAMBIA LA CLASSE DIRIGENTE A TUTTI LIVELLI DAI PIU' BASSI AI PIU' ALTI NULLA CAMBIERA' (COMPRESI EX CORRIDORI ECC ECC.)...E POI SPERIAMO CHE QUALCUNO SI RICORDI DI ETICA E CULTURA SPORTIVA CHE IN ITALIA NON ESISTE (VEDI LAZIO INTER E NON SOLO)INSEGNAMOLA AI PIU' PICCOLI COSI PRIMA O POI ANCHE IL CICLISMO CAMBIERA'. VIVA IL CICLISMO E ABASSO IL DOPING. ROBERTO BERLESE

Eh allora?
4 maggio 2010 17:40 DarkSide
Che differenza fa? CHI controlla i controllori? Nessuno, e qui sta la VERA illegalità...

ma cosa controllate....
4 maggio 2010 19:18 claudino
ripeto fino alla noia quando scoprono un medicinale all antidoping ce ne gia un altro nuovo che non si scopre.

sempre stato cosi
4 maggio 2010 19:21 claudino
....e sempre sara.le case farmaceutiche e normale che sono piu avanti dei controllori.

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