È davvero angosciante
apprendere che nel calcio il problema doping è ancora più grave, soprattutto
perché viene coperto in modo ancora più indecente del ciclismo.
Quando mi viene obbiettato
che di doping si parla solo nel ciclismo io rispondo che ognuno si occupi del
proprio mondo ed io sono un uomo di ciclismo.
Per gli altri sport ci
pensino i rispettivi addetti ai lavori.
Faccio presente comunque che
nel ciclismo usano ben altri prodotti che il cortisone. Una volta con questo
farmaco si vincevano le corse ma quando uno veniva beccato, era subito
squalificato e così deve essere in tutti gli sport, soprattutto nel calcio e
tanto più se si tratta di un leader come Cannavaro, già pieno di punti
interrogativi in altra vicenda. Il pretesto della puntura di vespa è poco
credibile e quindi non deve pagare solo la Juve ma anche il calciatore.
Io sono dell’idea che quando
uno si sta curando per una malattia o peggio presenta dei certificati che
legittimino dei prodotti altrimenti proibiti, deve stare a casa o almeno in
panchina.
In questa vicenda non mi è
piaciuto nemmeno il comportamento del presidente Gianni Petrucci che invece di spingere
per far sospendere immediatamente dalla procura l’atleta, come da regolamento, ha
spedito in silenzio il procuratore capo Torri a Torino per ascoltare il
calciatore, neanche fosse il presidente della Repubblica.
Sarà pure il capitano della
nazionale e di soldi ed interessi ne ruotano tanti intorno a lui ma la legge
deve essere uguale per tutti e come hanno voluto fare con Berlusconi
(cancellando la legge Alfano), non vedo perché debba essere usato un
trattamento indulgente verso Cannavaro. Nel ciclismo campioni come Basso, Di
Luca, Ricco e tanti altri hanno pagato per le loro colpe e quindi mi auguro che
nel calcio venga applicata la stessa severità. Ho sempre avuto fiducia
nell’operato di Ettore Torri ma stavolta se archivierà la vicenda non sarà
stata una vittoria per la lotta al doping. Quelli come me che hanno dichiarato
guerra totale a questo male dello sport possono solo sperare che a rimediare ci
pensi il PM Guariniello con l’apertura di un inchiesta a Torino che faccia
giustizia.
Il procuratore Ettore Torri e
tutta la procura antidoping forse si sono imbattuti anche loro in un nido di
vespe.
E’ davvero angosciante
apprendere che nel calcio il problema doping è ancora più grave, soprattutto
perché viene coperto in modo ancora più indecente del ciclismo.
Quando mi viene obbiettato
che di doping si parla solo nel ciclismo io rispondo che ognuno si occupi del
proprio mondo ed io sono un uomo di ciclismo.
Per gli altri sport ci
pensino i rispettivi addetti ai lavori.
Faccio presente comunque che
nel ciclismo usano ben altri prodotti che il cortisone. Una volta con questo
farmaco si vincevano le corse ma quando uno veniva beccato, era subito
squalificato e così deve essere in tutti gli sport, soprattutto nel calcio e
tanto più se si tratta di un leader come Cannavaro, già pieno di punti
interrogativi in altra vicenda. Il pretesto della puntura di vespa è poco
credibile e quindi non deve pagare solo la Juve ma anche il calciatore.
Io sono dell’idea che quando
uno si sta curando per una malattia o peggio presenta dei certificati che
legittimino dei prodotti altrimenti proibiti, deve stare a casa o almeno in
panchina.
In questa vicenda non mi è
piaciuto nemmeno il comportamento del presidente Gianni Petrucci che invece di spingere
per far sospendere immediatamente dalla procura l’atleta, come da regolamento, ha
spedito in silenzio il procuratore capo Torri a Torino per ascoltare il
calciatore, neanche fosse il presidente della Repubblica.
Sarà pure il capitano della
nazionale e di soldi ed interessi ne ruotano tanti intorno a lui ma la legge
deve essere uguale per tutti e come hanno voluto fare con Berlusconi
(cancellando la legge Alfano), non vedo perché debba essere usato un
trattamento indulgente verso Cannavaro. Nel ciclismo campioni come Basso, Di
Luca, Ricco e tanti altri hanno pagato per le loro colpe e quindi mi auguro che
nel calcio venga applicata la stessa severità. Ho sempre avuto fiducia
nell’operato di Ettore Torri ma stavolta se archivierà la vicenda non sarà
stata una vittoria per la lotta al doping. Quelli come me che hanno dichiarato
guerra totale a questo male dello sport possono solo sperare che a rimediare ci
pensi il PM Guariniello con l’apertura di un inchiesta a Torino che faccia
giustizia.