
Si sta guadagnando sempre più spazio e attenzioni internazionali il nome di Paul Magnier. Con il quarto successo consecutivo ottenuto oggi al Tour of Guangxi, il velocista francese della Soudal Quick-Step ha infatti aggiornato il conto delle vittorie stagionali a quota portandolo a quota 18, un dato impressionante per un corridore di 21 anni solamente al secondo anno nel World Tour.
Per aggiungere alla collezione l’ultima perla, il giovane transalpino ha sfoderato un altro asso nella manica come lo sprint da seduto che gli ha permesso, per 15 secondi, di tenere un picco di 1230 watt rivelatosi inavvicinabile per chiunque. In questo modo, nella pioggia che si è riversata improvvisamente sui corridori dopo il traguardo, Magnier ha potuto nuovamente concedersi all’abbraccio festante dei compagni che, per lui, hanno ancora una volta profuso durante il giorno uno sforzo non indifferente.
“Temevo che questa giornata potesse rivelarsi complicata per me già dalla prima salita, ma fortunatamente la fuga è partita prima e questa per noi è stata una buona cosa. A quel punto ci siamo dovuti comunque mettere al lavoro per controllarla e, dopo la stanchezza accumulata nei tre giorni precedenti, non è stato semplice” ha commentato dopo l’arrivo il classe 2004, capace quest’oggi di centrare il terzo poker stagionale dopo quelli messi a segno all’Okolo Slovenska e alla CRO Race.
“Alla fine, anche le squadre impegnate nella lotta per la generale ci hanno dato una mano a chiudere il gap perché, considerato che la classifica si deciderà domani con distacchi molto contenuti, non potevano lasciare ai fuggitivi un distacco di due minuti. La squadra, dunque, anche oggi ha dovuto lavorare duramente per tutto il giorno e quindi non posso che esser super felice di esser riuscito a impormi dopo una volata che è stata molto complicata” ha proseguito Magnier prima di entrare più nello specifico di quanto accaduto nelle ultime centinaia di metri.
“Ho perso la ruota del mio ultimo uomo ma alla fine sono riuscito a cavarmela partendo da lontano. Stando seduto, con la velocità che riusciamo a fare qui, forse sono riuscito a guadagnare qualcosa a livello aerodinamico ma è stata comunque una volata difficile e molto lunga” ha rivelato il francese, pronto domani a mettersi al servizio di chi, fino ad oggi, si è spremuto per lanciarlo al meglio in volata.
“Domani aiuterò i miei compagni di squadra che sono qui per curare la generale. Cercheranno di fare del loro meglio perché alcuni, come Antoine Huby, sono ancora senza contratto: da parte mia, penso sia bello, dopo tutto il duro lavoro che hanno fatto per me in questi giorni, se riuscissi a ricambiare aiutandoli ad approcciare nella miglior posizione possibile la salita finale. Domenica? Sarà dura ma, se domani riuscirò a risparmiare anche un po’ di energie, proverò certamente a ributtarmi nella mischia”.
Per rivedere nuovamente protagonista Magnier si dovrà quindi aspettare la tappa conclusiva della breve corsa a tappe cinese, una gara questa in cui l’ex Trinity Racing sta mettendo in mostra tutte quelle qualità affinate nel corso delle ultime stagioni su strada che però, in realtà, egli aveva già fatto intravedere all’inizio della sua avventura a pedali in mountain bike.
È nelle ruote grasse, infatti, che, su spinta del padre, Magnier ha mosso i primi passi nel mondo delle competizioni ciclistiche ed è qui, guadagnandosi progressivamente le luci della ribalta attraverso un calendario sempre più internazionale e prestigioso, che ha iniziato a sgrezzare quel talento oggi così luminoso su asfalto.
“Penso che la MTB mi abbia dato una buona esplosività, caratteristica questa che risulta molto utile oggi nelle classiche dove solitamente si fanno sforzi più brevi di due minuti ma ripetuti diverse volte. Questo è esattamente ciò su cui si lavora in MTB. Se poi, quando passi su strada, aggiungi i lavori sulla resistenza e riesci a combinare bene le due cose, di solito arrivi ad ottenere buoni risultati” ha dichiarato schietto Magnier, visto a lungo in passato, prima di diventare quello che è oggi, misurarsi sui pendii dei dipartimenti dell’Isere e del Doubs.
“La zona attorno a casa mia, vicino a Grenoble, è montuosa e ricca di percorsi bellissimi. Quando ero più giovane, è capitato inoltre di allenarmi anche a Pôle France, nei pressi di Besançon, e anche quell’area è fantastica per la MTB: ho dei bellissimi ricordi di quel posto, anche con la maglia della nazionale”.
Già perché in MTB Paul non si è limitato, come ha spiegato lui stesso, “a divertirsi negli anni da juniors”, ma ha anche gareggiato ad alto livello nelle gare di categoria difendendo con profitto i colori della sua nazione come accaduto, ad esempio, nei Mondiali di Les Gets del 2022, conclusi mettendosi al collo il bronzo nel cross country.
Nel 2025 Magnier ha momentaneamente accantonato le gare in MTB ma, forte di una passione che ancora arde piuttosto forte dentro di lui, non è escluso che possa in futuro tornare a spillarsi il numero sulla schiena anche nel fuoristrada.
“Mi piacerebbe qualche volta partecipare a qualche gara, ma è abbastanza difficile farlo perché i calendari sono sovrapposti e in più c’è sempre il rischio cadere” ha ammesso.
“Inoltre, se voglio che sia divertente, prima devo riuscire anche ad allenarmi e quest’anno, ad esempio, non ho avuto molto tempo per farlo. In futuro però non lo escludo perché la mountain bike è una disciplina che continua a piacermi e trovo che anche già solo allenarsi sia molto bello. Vedermi al via dei Mondiali o di qualche prova di Coppa del Mondo? Sinceramente non penso accadrà” ha chiosato con fare onesto colui che domenica potrebbe chiudere la stagione infilando una quasi irripetibile cinquina al Tour of Guangxi.
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