
Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. Vince nonostante una caduta, come Pogacar alle Strade Bianche. Vince nonostante sembra abbia perso, perché Giulio Ciccone è lanciatissimo su quel traguardo interminabile e spaccagambe che ti costringe a usare il rapporto e il danese li sa usare molto bene. Vince nonostante il suo direttore sportivo - Jesper Morkov -, questa mattina a Eurosport abbia dichiarato che i veri arrivi in salita dove si concentreranno Vingegaard e compagni saranno altri. Sarà perché la corsa passa da Vernate, il paese di Pinocchio (c’è anche un’opera che ricorda il celebre burattino all’ingresso del paese) perché qui visse e morì Attilio Mussino, uno dei più celebri illustratori della storia del burattino nato dalla fantasia di Carlo Collodi e per questo soprannominato lo “zio di Pinocchio”, ma il danese che viene dal Paese delle fiabe trova ispirazione. Ha le gambe da fenicottero Jonas, ma da oggi anche il naso Pinocchio: quello che dice non fa. Il traguardo gli sorride e lui la volata la fa eccome, per far capire che è qui per fare come un anno fa il suo acerrimo rivale, Tadej Pogacar (al Giro dalla seconda tappa in rosa, fino alla fine). L’appetito vien mangiando e ogni lasciata è persa: dalle fiabe ai modi di dire. Ma al danese piace anche il detto che il ferro si batte finché è caldo e lui, l’uomo di ghiaccio, li batte tutti: fin da subito.
Giulio CICCONE. 9. Certo, se avesse aspettato un attimo, se avesse preso maggiormente la scia, se avesse fatto un colpo di reni più cattivo… Io credo che abbia fatto quello che doveva essere fatto nei tempi e nei modi giusti, ma si è trovato Pinocchio Vingegaard, che le favole non le racconta, tutt’al più le scrive.
David GAUDU. 7. Il 28enne transalpino della Groupama prova a tenere testa a quei due, in una volata in salita palpitante, ma per lui c’è solo una terza moneta, che è bene che non semini sotto terra.
Egan BERNAL. 7. Scatta, balza, salta, il colombiano si proietta in cielo, partendo dalle retrovie. Questa mattina era 134° in classifica generale, questa sera è 4°. Un grande balzo, per una grande Vuelta.
Joao ALMEIDA. 6,5. Arrivo che lo stuzzica e lui si fa trovare lì, in zona podio.
Felix GALL. 6,5. L’austriaco della Decathlon c’è sempre, quando scoppia la bagarre lui risponde presente.
Jay HINDLEY. 5,5. Gli apparecchia la tavola il nostro Giulio Pellizzari, che si mette nel finale a scandire ritmo e a rintuzzare attacchi, poi quando c’è da sedersi a tavola, paga subito il conto senza nemmeno mangiare.
Juan AYUSO. 5,5. È un traguardo che poteva esaltarlo, ma il suo finale non è esaltante.
Matteo JORGENSON. 8. Grande lavoro per il suo capitano, come del resto tutta la Visma Lease e Bike che fa comprendere subito che nel finale non sono lì solo per proteggere Vingegaard, ma per lanciarlo.
Thomas PIDCOCK. 5,5. È probabile che la caduta possa essergli restata addosso, ma lo scozzese accetta la contesa gettando il guanto di sfida, poi deve anche raccoglierlo.
Antonio TIBERI. 5. Finale adrenalinico, frenetico come pochi, arrivi che non piacciono assolutamente al corridore ciociaro, ma perdere subito 21”…
Guillaume MARTIN. 17. Il corridore della Groupama- FDJ finisce per le terre con una decina di uomini in uscita da una rotonda. Gambe per aria ci vanno Patrick Eddy (Picnic PostNL), George Bennett (Israel Premier Tech), Magnus Sheffield (Ineos), Tim Van Dijke (Red Bull Bora), Carlos Canal (Movistar), Tom Pidcock (Q36.5), Axel Zingle, Jonas Vingegaard e Victor Campenaerts (Visma Lease a Bike) più un atleta Cofidis. Brutta botta per il danese, che si prende del tempo prima di risalire in sella e ripartire con Campenaerts: il gruppo, giustamente, aspetta. Non certo il modo migliore di incominciare questa Vuelta, ma si consola immediatamente come solo i campioni. Per il filosofo, purtroppo, l’amaro di alzare bandiera bianca: è il primo ritirato.
Liam SLOCK. 8,5. Il 24enne belga della Lotto, compagno di squadra del Profeta Viviani, centra lo sprint intermedio di giornata. Dei fuggitivi, è anche l’ultimo ad arrendersi a 5 km dal traguardo.
Gal GLIVAR. 8. Pronti via e dopo solo un chilometro la fuga se ne va con la benedizione del gruppo. Via il ragazzo della Alpecin Deceunick con Liam Slock (Lotto), Jakub Otruba (Caja Rural) e Sinuhè Fernandez (Burgos Burpellet). Tappa per combattenti e loro combattono come matti per tutto il giorno, sotto una pioggia torrenziale che disturba non poco la corsa.