
Un velo di tristezza si stende sul mondo del ciclismo: si è spento Gaetano Gazzoli, il grande patron del Gran Premio Capodarco, la classica marchigiana che il prossimo 16 agosto taglierà il traguardo delle 53 edizioni.
«Il ciclismo per me è la vita, mi scorre nelle vene. Da ragazzo ho corso da dilettante, adesso faccio correre gli altri ed è bello vedere la passione nei giovani e nelle ragazze»: si raccontava così in un'intervista concessa alla vigilia dell'edizione numero 50 del Gp Capodarco.
E aggiungeva: «Sono stato un gregario, nel 1965 correvo con la Sima Jesi e Giancarlo Polidori fu campione d’Italia tra i dilettanti. Ho corso fino ai 27 anni, tanti piazzamenti e qualche bella vittoria come quella al Gp della Repubblica, proprio a Jesi. Fino a pochi anni fa uscivo ancora, ora ho smesso».
Gaetano era malato da tempo, era uscito dall'ospedale proprio all'inizio della settimana e, per uno scherzo del destino, se nè andato... a ruota di Don Franco Monterubbianesi, il fondatore della Comunità di Capodarco che si è spento due giorni fa all'età di 94 anni.
Capodarco era il fiore all'occhiello della vita di Gaetano, un appuntamento che ha sempre richiamato una folla oceanica, con lo spettacolo di quel muro finale sul quale vengono scritti i nomi di tutti i corridori, perché chiunque si schieri al via merita un pallauso, un incitamento, un grazie.
Lo stesso grazie che il mondo del ciclismo vuole tributare a Gaetano Gazzoli, un amico che ci ha lasciato.
La salma sarà esposta da questo pomeriggio presso la casa funeraria Cifani in via Carlo Cattaneo a Fermo (quartiere Conceria) ed i funerali si svolgeranno sabato 31 maggio alle 10:30 presso la chiesa di Capodarco di Fermo.
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