DOMENICO GARBELLI: 60 ANNI DI CICLISMO FATTI DI RISPETTO E INNOVAZIONE

NEWS | 02/12/2024 | 10:28
di Pietro Illarietti

“Ho le gambe che mi tremano, questo premio mi commuove.” È un Domenico Garbelli visibilmente emozionato quello che, sabato alle porte di Brescia, ha ricevuto il Timone d’Oro, riconoscimento che l’ADISPRO gli ha assegnato per il 2024, consegnato dal rieletto presidente Davide Goez e da Alberto Volpi.
Bergamasco d’adozione, classe 1943 e lodigiano di nascita, Garbelli ha guidato squadre e corridori per oltre 60 anni. “Avevo 20 anni quando ho iniziato, ora ne ho 82 e non rinnoverò la mia tessera.”


Un silenzio carico di rispetto è calato nella sala mentre i Direttori Sportivi italiani ascoltavano, in religioso raccoglimento, l’intervento del decano. Un segno di grande ammirazione per una figura storica del ciclismo, che ha condiviso alcuni episodi della sua lunga carriera e riflessioni su regole ancora valide oggi.


“Non saprei dire quante vittorie, quanti corridori o quanti passaggi al professionismo ho vissuto. Sono sempre stato uno di poche parole, e raramente mi sono trovato a parlare tanto come oggi. Con i miei corridori, spesso, bastavano poche frasi. Preferivo non discutere subito dopo la corsa: meglio lasciar passare un po’ di tempo e confrontarsi il lunedì, quando si è più lucidi.”

Una carriera costellata di successi ed emozioni. “La più grande riguarda un corridore che non ho diretto personalmente: Mirko Gualdi. Nel 1990, a Utsunomiya, in Giappone, vinse il Mondiale Dilettanti su strada con un’azione da lontano. Un ricordo incredibile.”

Per Garbelli, alcuni valori hanno sempre avuto un ruolo centrale. “Il rispetto è alla base di tutto. Ho sempre cercato di comportarmi correttamente con corridori e avversari. Da alcuni colleghi, molto agguerriti sul campo, ho percepito stima reciproca; da altri meno. Mi considero anche un innovatore, soprattutto nella ricerca. Ad esempio, ci recavamo spesso al Centro di Medicina Sportiva di Torino. Come squadra eravamo avanti rispetto alla concorrenza, ed è sempre stato un mio tratto distintivo.”

In sala erano presenti anche alcuni DS che hanno iniziato come suoi atleti: Bevilacqua, Algeri, Elli, Piva, Fidanza, Parsani, Volpi e molti altri.


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