RESTIAMO IMPOLVERATI

TUTTOBICI | 28/01/2024 | 08:14
di Gian Paolo Ormezzano

Cosa deve fare il mio caro vecchio ciclismo di fronte alle magnifiche sorti e progressive che il calcio si è inventato con la Su­perlega, onorata da tanto di li­beratoria sentenza europea? Il mondo dei tifosi televedrà gratis partite fra grandissimi club, gratis però comprando a caro prezzo, da ipnotizzato, i prodotti pub­blicizzati dal­le trasmissioni (si parla di una certa Ferragni come dirigente del settore)?


Non pensiamo che nel mondo nostro ci sia panico, anzi. Il ci­clismo sa di possedere, di vivere una sua aristocrazia collaudata dal tempo, sa persino im­preziosire la sua classicità. Altri sport sicuramente sono in crisi di pau­ra, pensiamo a tutti quelli in cui una palla rotola o rimbalza. Lo stesso tennis, così an­corato al singolo personaggio, e intanto spogliato del fascino di una Cop­pa Davis ”superleghizzata” da un paio di anni ad opera di nuovi padroni e ridotta torneuccio disertatello, e vin­cibile persino dall’Italia con un solo campione vero. Non voglio indagare se per insensibilità, peraltro non sgradita, al grande divenire in atto o per accertamento logico di una propria forza tradizionale e intanto eterna, ma secondo me il ciclismo non trema.


(Parentesi: qualcuno potrebbe pensare che in fondo il ciclismo ha da tempo la sua Superlega, e si chiama Tour de France, dove conta sin troppo la magnanimità dei lombi, quella che la Su­per­lega calcistica ha pensato di crear­si con i soldi arabi: ma ci so­no esempi di equilibrio competitivo ad alto livello fra le tre grandi corse a tappe, con esempi at­tuali di corridori che le vogliono vincere tutte, meglio se nello stes­so anno, così mettendole in uno spazio comune di interesse e prospettive).

Comunque pare proprio che il ciclismo, intanto che quelli della Super­lega calcistica si battono contro quelli di Fifa, Uefa e Eca (l’associazione di club europei), qualcosa dovrebbe fare, se non altro per sentirsi vivo e in sintonia con la voglia di novità onde partecipare al cosiddetto divenire del mondo. Sport dove rotola o rimbalza una palla sono entrati in crisi al solo annuncio della Superlega sdoganata in sede di Unione Europea. Compreso il tennis, così ancorato al singolo, così condizionato da un muscoletto che si stira.

Penso immodestissimissimamente di poter offrire al ciclismo l’idea pratica meno costosa, più semplice, di più immediata messa in atto: non fare nulla.

Il ciclismo non deve fare al­tro che essere se stesso. Il ciclocross con il suo fresco successo è un di più felicemente, miracolosamente di­rem­mo, aggiunto al grande ci­clismo stradaiolo in linea o a tap­pe. Niente di più, per favore. Buffonate circensi sui pedali co­me quelle viste nel programma mondiale ultimo, per fortuna circoscritte a strade e piazze di Glasgow che non è una Ge­ru­sa­lemme delle due ruote, vanno non solo evitate, ma combattute. Il ciclismo non ha bisogno di specialità nuove. Ha bisogno di essere, di restare vecchio, im­pol­verato, faticosissimo, casomai cruento come la Roubaix, di esser bestemmiato da ci lo pratica, lo esecra mentre lo officia e lo adora.

Per­sonalmente - già scritto e lo ri­scrivo - mi ten­go preziosa una sequenza di Vladimiro Paniz­za, uno dei forti scalatori dei miei antichi tempi, un mio ami­co, che sulla strada assolata dell’Aprica, in gran cri­si fisica trascinata ormai da troppi giorni di quel Giro d’Italia, scagliava la bici per ter­ra e mi urlava, tenero e feroce insieme: “Ma scrivilo che siamo bestie!”. E metteva una sua pietra nobile nel monumento di questo sport plebeo.

Il ciclismo non deve neanche migliorare troppo le biciclette, una sua forza è che ricordino quella di Coppi. E poi ci sono varianti che ingenerano il sospetto di immissione di pile, magneti, cosacce, insomma di assistenza clandestina antisportiva alla pedalata. Deve, questo stesso ciclismo, sfrucugliare le vette, le montagne, an­che quando sono innevate, an­che perché sono innevate, sono battute dal maltempo. O sono bianche ma di polvere, se non di neve. Il ciclismo ha bisogno di fachiri, di eroi. Bisogno? Di­ciamo che ha il diritto sacro di averli, e di gestirseli alla sua vecchia onesta maniera.

Con la Superlega del calcio siano arrivati ad un passaggio in cui, nelle corti dello sport massimo quanto a interesse cosmico, cicisbei e - novità - cortigiane eseguono i loro balletti davanti ai nuovi regnanti, ai padroni del petrolio, simbolo massimo della motorizzazione, cioè dell’anticiclismo. Il prossimo calcio sarà lezioso e cretino, spettacolare e finto, condizionato dal denaro, aristocratico e smidollato.

Basta tener duro sino al 2050, che è dopodomani: essì, poi il combustibile fossile dovrebbe ufficialmente essere escluso dall’uso da parte di un’umanità che smette di farsi del male, finiranno i soldi del petrolio fi­nalmente negletto, moriranno tutte le superleghe dal petrolio inventate, i ragazzini arriveranno in bicicletta allo spiazzo do­ve fare sport, dove magari mettersi a giocare proprio a pallone.

da tuttoBICI di gennaio

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COMMENTI
BRAVO!
28 gennaio 2024 11:58 LarryT
BRAVISSIMO!!!! BELLISSIMO! Grazie!

considerazioni e proposte
29 gennaio 2024 21:27 italia
La sua è una opinione rispettabile ossia se ho compreso bene non fare niente, non rinnegare i valori, le tradizioni e il tempo darà ragione al ciclismo classico.
In sostanza ci sono due possibilità di politica ciclistica: come dice lei ossia non far niente o adeguarsi ai tempi correnti
Io sostengo la seconda ipotesi e penso che agendo come da lei evidenziato, il ciclismo scomparirà dai mass media poco, poco alla volta e sarà trattato in un prossimo futuro come il softball (se va bene).
Adeguarsi ai tempi correnti occorre , innanzitutto trovare dei potentati di supporto al ciclismo, perché oggi se non hai una raccomandazione è dura; guardate al tennis vi pare logico che un tennista italiano vince uno slam (comparando con il ciclismo è come se un italiano vincesse una Parigi-Roubaix) e la Gazzetta dello sport gli DEDICASSE LE PRIME 19 PAGINE mettendo il CALCIO, dico il CALCIO, in sordina? Qualcosa non quadra.
Per me il ciclismo ha un qualcosa di strano e penso che ci sia una “longa manos” che manovrando i dirigenti, lo distrugge poco alla volta. Mi spiego.
Oltre alla fessagine ridicola dei controlli antidoping, ho notato un particolare, che soltanto me e pochissimi altri hanno notato avendo una particolare sensibilità
Inizio. Quando parlo con altre persone soprattutto giovani in genere questi si interessano per lo sport piu avvincente e prestazionale, in sostanza quando mi dicono a che velocità vanno le biciclette non si esaltano. Ecco la VELOCITA’ è un aspetto che attrae moltissimo le persone; esempio scolastico se la formula 1 andasse a 30 all’ora invece che a 300 non mi sembra che avrebbe lo stesso interesse.
Ho fatto uno studio con il tempo le discipline veloci del ciclismo e sono rimasto sconcertato: mi spiego. Il mezzofondo dove i records sfioravano i 100 orari … scomparso (nelle sedi dei campionati mondiali non compare); il tandem dove oggi si potrebbero superare gli 80 km ….. sparito; il quartetto dei 100 km dove oggi si potrebbero raggiungere quasi i 60 km ….. estinto; campionato mondiale a squadre di club qualche misera edizioni poi … svanito; le velocità degli sprint di gruppo dei grandi giri ….. svaniti; ecc ecc ecc ….
In sostanza qualcuno, qualcosa con molto potere, rema contro il ciclismo in maniera sottile e costante che solo pochi con particolarissime antenne sanno rilevare.
PROPOSTA: propongo di ripristinare le specialità e gare di cui sopra: propongo altresì che negli arrivi in volata sia dato la velocità dello sprint; propongo che nelle crono sia attivato il punto veloce, sia istituito il km lanciato a squadre, il record dell’ora a squadre e il JOLLY dei JOLLY: ossia istituire in sede UCI la specialità delle bici reclinate sia nelle modalità coperta e scoperta (se vengono fatti campionati mondiali circensi …) che vanno a velocità pazzesche !!
Mi vanto di avere una particolare sensibilità di previsione per il futuro; esempio oggi tutti ciclisti utilizzano STRAVA dove si tracciano segmenti e si fanno classifiche. Ebbene io questo sistema l’avevo utilizzato 40 (dico 40 anni fa) riportando i tempi realizzati sui tratti di strada e quando finivo i miei allenamenti li riportavo con la penna biro sui miei diari.
Andate su you tube digitate “spin bike integral”: vedrete fra qualche anno la cyclette del futuro (in pratica avevo inventato la bici a trazione integrale propulsione 2 mani e due piedi ma per motivi personali non ho potuto sperimentarla su strada ed ho optato per la cyclette ..).
Bene grazie per l’ascolto e saluti per chi legge.

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